Ho passato dei giorni molto intensi. Essere immersa nel contesto di Casa Cares per l’intensivo residenziale di Mindful Self-compassion è stato bellissimo e sfidante e spesso questi due aspetti sono intrecciati tra di loro. Come diceva Rilke, le nostre parti non amate sono draghi e mostri che aspettano di trasformarsi grazie alla luce dell’affetto. Quando ne diventiamo consapevoli la loro apparizione può fare paura perché rivelano il lato oscuro del non amore.
Quando il nostro affetto incontra queste parti non amate, la trasformazione che si verifica ha qualcosa di magico che può far pensare che sia un piccolo miracolo. In realtà quel miracolo è coltivato dalla pratica e dalla ripetizione che la pratica offre. Bisogna avere fiducia, pazienza e sospendere il giudizio perché l’inizio del cambiamento può sembrare difficile. Come diceva Thich Nhat Hanh non c’è loto senza il fango. Il momento in cui tocchiamo il fango possiamo perdere le speranza, la fiducia, Possiamo cercare la via breve della fuga. Quello è il momento in cui bilanciare gioia e dolore per non essere travolti dal ritorno di fiamma che è il dolore che abbiamo rinchiuso nel cuore e che esce nel momento in cui ci apriamo. Se continuiamo a coltivare senza fretta i frutti di quella fiducia maturano.
Quando siamo arrivati a Casa Cares c’era un fiore di loto nella giara vicino alla casa. Quando siamo partiti ce n’erano due e un altro sta per sbocciare, come puoi vedere nella foto. La nostra vita è così: ci ricorda che il fango è fertile e che il tempo fa maturare i fiori che vengono coltivati.
“La felicità è impermanente, come ogni altra cosa; per prolungare e rinnovare la felicità devi imparare ad alimentarla. Niente può sopravvivere senza cibo, neanche la felicità; la tua felicità può morire se non la sai alimentare.” Trasformare la sofferenza by Thich Nhat Hanh
Pratica di mindfulness: Incontrare le difficoltà
© Nicoletta Cinotti 2023 Il programma di Mindful Self-compassion