
Quando qualcosa non funziona – come raccontavo nel post di ieri – succedono cose tipiche. tendiamo ad essere abitudinari nelle risposte alle difficoltà. Una delle cose che succede – non solo quando finisce un amore ma anche quando abbiamo una difficoltà sul lavoro o una tensione familiare – è che tendiamo ad vedere “solo quello”
Ossia il nostro panorama interno risulta occupato dalla difficoltà e ci sembra di non avere che problemi. È un trucco della mente per costringerci a prendere sul serio la cosa. Non è però un trucco utile perchè ci separa dalla nostra forza e dalle nostre risorse. Avremmo bisogno di percorrere, piuttosto, la strada opposta. Come siamo nelle cose che funzionano? Possiamo fare qualcosa per connetterci all’energia che abbiamo in queste parti luminose della nostra vita?. Possiamo dare non solo profondità ma anche apertura al panorama della mente?
Io direi proprio di sì. Per farlo non abbiamo bisogno di molto: basta immergersi nelle sensazioni che sono legate alle parti che funzionano. Basta riconoscere la loro esistenza, sentirle nel corpo, lasciare che ci parlino. Permettere che entrino in comunicazione non giudicante con le nostre parti in difficoltà. Prenderci cura delle nostre difficoltà come farebbe un genitore con il proprio bambino, con pazienza e affetto.
Ricordarsi che ce l’abbiamo già fatta, che siamo già cresciuti, che abbiamo già superato molti ostacoli non è un esercizio narcisistico: significa vedere le due facce della stessa medaglia. Successo e fallimento non sono così distanti tra loro. Impariamo dai nostri errori e questo apprendimento costruisce il nostro successo. Il nostro successo non è statico e, prima o poi, incontrerà un punto di crescita e spesso apparirà come momento di crisi.
Mettiamo insieme le due facce della stessa medaglia: quella medaglia è l’insieme di chi siamo.
È a causa della natura impermanente del dolore che possiamo trasformarlo. È a causa della natura impermanente della felicità che dobbiamo coltivarla. Thich Nhat Hanh
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti 2018 A scuola di grazia e non di perfezione Foto di ©ol3loceano
“Prenderci cura delle nostre difficoltà come farebbe un genitore con il proprio bambino, con pazienza e affetto”. Parole sante…, ma purtroppo non tutti i genitori si prendono cura del proprio bambino con pazienza e affetto. Un ‘BRAVO’ (amorevole) genitore lo fa, non tutti i genitori. Molti altri non sanno cosa siano pazienza e affetto (incondizionato). Tanti sono esigenti, ipercritici, anaffettivi, colpevolizzanti, assenti…, e potrei continuare…