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respiro

La mente passiva e la barca alla deriva

03/10/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Molto spesso ci troviamo a lottare con la proliferazione mentale: una testa piena di idee. Alcune connesse alla nostra realtà, altre solo stravaganti divagazioni. Così facendo arriviamo alla fine della nostra giornata con la sensazione che il peso specifico della nostra testa sia pari a quello del piombo.

Questa modalità di funzionamento della mente non  è attiva, è una modalità passiva perché la mente segue gli stimoli che le si presentano senza scegliere davvero in quale direzione andare. Ci facciamo trascinare da sensazioni fisiche – e dai pensieri che producono – da sensazioni emotive, ricordi e varie catene associative. La nostra mente, in quei momenti, è come una barca non ormeggiata. Segue la corrente.

Più lasciamo che la nostra mente funzioni così, più ci sarà difficile darle una direzione quando ne avremo bisogno. Perché si comporterà come un bambino viziato, che non tollera limiti né restrizioni.

Inoltre, in quel vagare, proliferante ma passivo insieme, tenderemo a ripetere solo strade già conosciute. Perché sono le uniche che possiamo percorrere senza prestare una vera attenzione. Quelle nuove richiedono presenza e consapevolezza. Ci sembrerà così di vivere in un eterno ritornello: sempre la stessa musica, sempre le stesse cose.

Allora quello che abbiamo bisogno di fare è esattamente la stessa cosa che faremmo con la nostra barca alla deriva: riprenderla e ormeggiarla. Ormeggiarla al corpo o al respiro. Oppure iniziare a coltivare stati mentali positivi per avere una direzione verso cui andare e insegnare altre rotte. Rotte che offrono l’immediata sensazione del ritorno a casa.

Quando si agisce con il pilota automatico, i frammenti di pensiero negativo hanno scarsa probabilità di essere notati e, se non vengono riconosciuti, possono assemblarsi in configurazioni che danno origine a sentimenti di tristezza più intensi. Williams, Teasdale, Segal

Pratica del giorno: L’agenda come un giardino

© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBCT online

 

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Il body scan e la lettura del corpo

20/09/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Quando portiamo attenzione e consapevolezza al corpo e alla percezione che ne abbiamo possiamo trovarci pieni di domande. Come mai mi sta succedendo questo? Cosa vuol dire? Cosa devo fare perché non succeda più o, se è stato piacevole, ri-succeda ancora?

Domande che nascono in parte dallo stupore e in parte dalla curiosità che la percezione che abbiamo di noi ha suscitato.

Per vecchia abitudine però le domande le poniamo all’esterno. O poniamo all’esterno la ricerca della risposta a queste domande. Chiediamo che sia un altro, chiediamo che sia un esperto, a leggere il nostro corpo. Forse perché pensiamo che dall’esterno le cose si vedano meglio.

Eppure con il corpo non è proprio così. La lettura del corpo fatta dall’esterno, fatta dall’esperto, ci toglie informazioni invece che offrircene, rende la nostra esperienza una esperienza di categoria generale, privata delle sfumature che, invece, sono presenti nell’esperienza personale. La lettura del corpo quindi deve essere un dialogo tra chi cura e chi è curato. Un dialogo che consenta una esplorazione e un approfondimento. Un dialogo in cui possa tornare l’intimità con la nostra esperienza e la capacità di radicare, nell’esperienza, l’apprendimento.

La lettura del corpo è leggere noi stessi: è leggerci con amore, affetto e rispetto. Leggerci dimenticando la parola sintomi e dichiarando la parola segni: segni di amoroso dialogo con noi stessi. Questa è la lettura del corpo. Il resto è l’elenco – necessario – dei capitoli di un libro.

Amare qualcuno significa leggerlo. Significa saper leggere tutte le frasi che ci sono nel cuore dell’altro, e leggendolo liberarlo. . Cristian Bobin

Pratica del giorno: La consapevolezza del corpo

© Nicoletta Cinotti 2023  Il protocollo MBCT online

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Ode al giorno felice

17/09/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.

Pablo Neruda

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Essere risoluti

05/09/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Quando iniziamo ad aprire la nostra consapevolezza non è insolito attraversare periodi di incertezza. È l’incertezza che nasce dall’essere in una diversa prospettiva. L’incertezza che nasce dal rallentare. Quella che ci fa perdere l’equilibrio nella meditazione camminata.

È una incertezza salutare perché ci permette di non procedere per false certezze e ci offre il tempo di scegliere qual è la risposta che davvero vogliamo dare.

Non significa però essere indecisi: significa essere aperti al campo delle possibilità e scegliere quella che vogliamo percorrere. Proseguendo poi, per quella strada con un atteggiamento risoluto.

Risoluto – parola usata pochissimo – eppure così ricca. Non è severo, non è duro. È il participio passato di risolvere. Significa essere sciolto, deliberato a fare da una spinta interiore che nasce dalla mente cuore, determinato. È parte di una pratica informale che Jon Kabat Zinn suggerisce e che è la pratica informale di oggi. Da fare per pochi minuti, semplicemente portando l’attenzione all’interno, al respiro. E da ripetere, all’occorrenza, in qualsiasi momento.

Pratica informale: Respirate, lasciate correre; astenetevi dal voler produrre qualcosa di diverso in questo momento; mentalmente ed emotivamente lasciate che questo momento sia esattamente com’è e lasciate a voi stessi la libertà di essere così come siete. Poi, quando sarete pronti, muovetevi nella direzione dettata dal cuore, consapevoli e risoluti. Jon Kabat Zinn

© Nicoletta Cinotti 2023 Serata di presentazione del protocollo MBSR e MBCT

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La mente è una nuvola

17/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Se potessimo guardare come funziona la nostra mente vedremmo punti luminosi che si accendono e spengono in tutto il corpo e nel cervello. Qualcosa di molto simile ad una nuvola di connessioni luminose che avvengono contemporaneamente in parti diverse del corpo e della testa. Quel cloud di parole che a volte vediamo scritte con parole a caratteri più grandi e altre più piccole a seconda della forza della connessione.

La nostra mente è associativa: un aspetto ne suscita un altro, che si ramifica in un altro ancora. È per questo che se soffriamo di attacchi di panico, o se abbiamo avuto un trauma, aspetti apparentemente banali possono scatenare una crisi. Diventano interruttori – punti trigger – che innescano una catena associativa (assolutamente non logica).

Così, improvvisamente, possiamo venir attraversati da stati d’animo molto intensi e siccome abbiamo bisogno – assoluto – di dare significato a quello che proviamo, finiamo per “dare la colpa” a qualcosa che è avvenuto precedentemente. Anche se non ha nulla a che vedere con quello che è successo. Proprio nulla. Ma noi abbiamo bisogno di capire, di dare un significato: l’assenza di significato è angosciosa. Così, molto spesso, attribuiamo significati a caso. Significati che ci lasciano inquieti e dubbiosi perché sappiamo che non sono autentici.

Questa è la brutta notizia. Poi c’è la buona notizia che è veramente buona.

La buona notizia è che se impariamo – e non è difficile farlo – a dare nome a quello che sentiamo (il nome giusto come nei cruciverba) disattiviamo, senza sforzo, questi interruttori. Dai alla mente qualcosa che la calma, che è la giusta descrizione. E ogni parola della giusta descrizione va a costruire un significato autentico. Non uno credibile ma sbagliato. Uno autentico e che ci calma. Ogni nome giusto è come la tessera di un puzzle. Tante tessere formano un’immagine e nessuna tessera è più importante di un’altra: tutte contribuiscono all’immagine, a renderla completa. Ecco perché il diario della pratica è utile. Non importa però se non riesci a scrivere: ogni volta che sei attraversato da una sensazione intensa dai nome alle sensazioni fisiche, alle sensazioni emotive e ai pensieri. Nomi semplici, come quelli di una cantilena da bambini. E vedrai, come per incanto, quanto quei nomi ti calmano e ti accompagnano.

Aaron Antonovsky, sociologo della medicina, ha cercato di chiarire quali fossero i tratti psicologici che permettono ad alcuni di resistere allo stress estremo, mentre altri non ci riescono. La sua ricerca lo ha portato ad evidenziare tre caratteristiche – coerenti tra di loro – la comprensibilità, la gestibilità e la significatività. Cioè chi è molto resiliente allo stress è convinto che la sua condizione abbia un significato al quale si possono dedicare; sono convinti di poter gestire la loro vita; e che la situazione sia comprensibile anche se appare caotica e fuori controllo. Williams, Penman

Pratica di mindfulness: Spazio di respiro di tre minuti

© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBCT online

 

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La precisione e la gentilezza

19/07/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Molto spesso nella pratica invito alla precisione e alla gentilezza. Due inviti che nascono insieme e che hanno bisogno di procedere insieme.

Non possiamo sottovalutare l’importanza della precisione: più abbiamo chiarezza nella percezione più siamo soddisfatti dell’esperienza che stiamo facendo, sia dal punto di vista emotivo che percettivo. Più quello che viviamo è definito meno difficoltà abbiamo a ricordarlo e più la nostra vita diventa ricca di elementi salienti. La precisione poi ha un’effetto da cartina di tornasole. Se guardiamo alla nostra giornata invitandoci a cercare gli aspetti positivi, la precisione ci aiuta a far emergere, dall’indifferenziato in cui, a volte, trascorrono le nostre giornate, i momenti felici, gli attimi di gioia, i guizzi di vitalità.

La precisione è necessaria in particolare proprio per i momenti felici perché siamo strutturati per far spontaneamente sorgere dall’indifferenziato i momenti negativi – che attivano il nostro sistema difensivo – mentre la gioia, la positività possono passare inosservati se siamo distratti. La precisione richiede però gentilezza perché non si trasformi in rigore, in durezza, in severità. Non si tratta di diventare un maestro severo. Si tratta di essere presenti con una intenzione di cura, un’attenzione affettuosa.

Come dirigere – con precisione – la nostra attenzione? Semplicemente con il respiro e con una intenzione. Così se oggi mettiamo l’intenzione di cogliere i nostri momenti felici, potremmo scoprire che la felicità bussa più volte alla nostra porta. Solo che lo fa a bassa voce. I guai urlano, mentre lei sussurra. Ecco perché ci vuole precisione. Ecco perché ci vuole gentilezza.

Scrivi le cose che ti fanno sentire felice. Nel farlo cerca la profondità più che il numero. Cerca la sottrazione più che l’addizione. Immagina come sarebbe se nella tua vita non ci fossero certe cose o certe persone piuttosto che immaginare come sarebbe la tua vita se avessi certe cose e certe persone.

© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBSR online

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