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regolazione degli affetti

Trova la tua voce

16/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Vorrei darti alcune indicazioni rispetto alla scrivere un diario di pratica, che non è tanto diverso da questi post che ti mando ogni giorno. All’inizio scrivevo poche righe, dopo la meditazione. Quando ho preso l’impegno di mandare agli altri delle indicazioni quotidiane di pratica ho cercato di rendere quelle poche righe un po’ più comprensibili. E mi sono accorta che questo diario di pratica mi faceva crescere tantissimo perchè mi permetteva di fermare sulla carta ( e sul computer) le intuizioni che, altrimenti, si sarebbero perse.

Perchè le intuizioni sono come i sogni: svaniscono alla luce del giorno. Sono della materia delicata del nostro mondo interiore. Hanno varcato, grazie alla notte, i nostri sistemi difensivi e ci appaiono per brevi istanti. Pochi sogni reggono la luce del giorno. poche intuizioni sostengono il rumore del quotidiano, se non le coltiviamo con attenzione. Così, facendo qualcosa per gli altri, ho capito che avevo afferrato qualcosa di prezioso per me e che il mio diario di pratica – quello che condivido ogni mattina con te – era uno strumento prezioso di crescita personale.

Per questo te ne parlo. Per invitarti a prendere qualche nota dopo la meditazione della mattina. Non occuparti della sintassi e nemmeno della grammatica. Non far entrare in azione il giudizio. Scrivi, meglio su carta. Scrivi quello che ti viene in mente o le intuizioni che sono comparse in meditazione. Come riconosci un’intuizione? È luminosa. È chiara. Non metterti alla ricerca però: scrivi e, se puoi, aspetta a rileggere perchè potresti diventare autocritico/a. Scrivi perchè la notte ha aperto la porta, scrivi prima che il giorno prenda troppo spazio. Scrivi perchè dentro di noi abbiamo tante voci. Alcune sono troppo flebili per reggere il quotidiano e ascoltarle renderà la tua giornata più piena. E se non mediti la mattina non preoccuparti: la meditazione richiama quella stessa voce in qualsiasi momento del giorno. La mattina abbiamo solo un piccolo aiuto in più: l’ombra della notte.

C’è la voce segreta
che ci portiamo dentro,
quella che ci accompagna,
ci avverte, ci conforta. Elio Pecora

 

© Nicoletta Cinotti 2023 Parlerò di questo e di altro ancora nella mia relazione al Convegno di scrittura immersiva Play Copy che si terrà a Modena il 17/18 Novembre. La mia Masterclass sarà su ” Trova la tua voce e trasformala nel tuo brand con grazia e grinta”

Early Bird fino all’11 settembre!!

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L’effetto della lusinga

29/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Ci sono alcuni momenti in cui gli altri esercitano su di noi un’attrazione che ci porta a comportamenti che non ci appartengono pienamente.

Sono azioni che non avremmo veramente voluto fare ma che siamo stati, in qualche modo poco definibile, indotti a fare. In questi momenti si crea, tra noi e l’altro, una forma di dipendenza che è retta dalla lusinga e dall’effetto – seduttivo – che l’altro ha su di noi.

Rimanere in questa rete è facile: è una rete morbida e apparentemente confortevole, che sembra garantire l’amore e l’approvazione senza confini.

Forse tutti noi siamo stati sedotti da qualcosa o da qualcuno: è il momento in cui i confini tra noi e l’altro si mischiano e quello che ci muove non è più una forza interna ma un’attrazione esterna che ci fa diventare satelliti.

Non abbiamo tante armi: se siamo stati sedotti diventiamo seduttivi. Se a farlo è stata una persona che abbiamo amato, rischiamo di confondere questa seduzione e l’arte della lusinga, con una delle forme dell’amore. Amore non è convincere l’altro a fare quello che vogliamo noi: è lasciarlo libero di essere com’è. È essere noi liberi, in come siamo e non come l’altro ci vorrebbe.

Il diritto all’autonomia e all’indipendenza – cioè il diritto a non essere soggetti ai bisogni degli altri – viene perduto o non si stabilisce se il genitore di sesso opposto è seduttivo. Cedendo alla seduzione il bambino si troverebbe in balia del genitore: contrasta questa minaccia diventando egli stesso seduttivo per acquistare potere sul genitore. Alexander Lowen

Pratica di mindfulness: Le nostre vere aspirazioni

© Nicoletta Cinotti 2023

 

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I micro momenti di amore e le persone normali

28/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Sto guardando su RaiPlay “Normal people – Persone Normali” giusto per farmi un ripasso sull’amore. A parte che il libro è bellissimo (grazie Filippo che me lo hai regalato) la serie è avvincente e mi lascia sveglia fino a tardi, non solo perchè guardo gli episodi, ma perché poi ci ragiono su per un sacco di tempo.

È un super romanzo psicologico su come si può essere addestrati ad accettare l’umiliazione in amore. Ovviamente cerco di parlare a Marianne per salvarla (mentre su Connell la mia simpatia è ambivalente!) Se pensiamo all’amore come sentimento che attraversa costantemente la nostra vita possiamo incontrare momenti difficili e sentirci senza speranza. A volte anche le persone più care ci sembrano estranee. In altri momenti abbiamo dubbi sulla nostra capacità di amare, troppo presi da qualche preoccupazione o pensiero che ci assorbe. Io preferisco i micro-momenti e lo dico a Marianne che ha tanti micro momenti d’amore!

La logica dei micro momenti è come la logica della consapevolezza del respiro o della meditazione camminata. Se pensiamo al respiro in senso globale ne abbiamo una percezione complessiva che perde in sfumatura e accuratezza. Se invece percepiamo il respiro momento per momento ne sentiamo in pieno tutte le sfumature. Come avviene nelle note che compongono una melodia: senza quelle singole note che la compongono non avremmo la stessa musica. Sentiamo l’insieme ma riconosciamo anche i singoli passaggi. E più li riconosciamo più apprezziamo la sua modulazione.

Lo stesso vale per qualsiasi emozione. Le emozioni possono diventare una specie di “oggetto solido” che permane nel tempo, al di là della loro durata effettiva. Se invece le percepiamo momento per momento possiamo scoprire che sono diverse da come crediamo, che hanno una loro fluidità, che sono impermanenti e che vengono sostituite da altre emozioni, magari di segno diverso.

Passare quindi dall’emozione generale ai micro momenti percepiti risulta essere una piccola ma grande rivoluzione. Perché sposta il focus dell’attenzione dal pensiero all’esperienza e la radica nel momento presente.

La capacità di sentire ciò che sta accadendo ad un’altra persona (…)si fonda sul fatto che il nostro corpo entra in risonanza con altri corpi viventi. Se questa risonanza manca ciò vuol dire che non siamo in risonanza con noi stessi. Chi dice “non sento niente” ha spento non solo il senso della propria vitalità, ma anche qualsiasi sentimento possa nutrire per gli altri, uomini o animali che siano. Alexander Lowen

Pratica di mindfulness: Mindfulness ed emozioni

© Nicoletta Cinotti 2023. Il programma di mindful self-compassion

 

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Il cuore e la periferia del corpo

22/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

La bioenergetica si occupa del corpo, dei blocchi e delle tensioni. Ma questo è l’aspetto più superficiale e visibile di questo approccio.

C’è una ragione più profonda per cui i blocchi e le tensioni hanno così tanto significato. E la ragione è che riducono la connessione – affettiva prima ancora che fisica – tra il cuore e la periferia del corpo.

Questo significa che le nostre azioni, i nostri movimenti nascono perché siano espressione dei nostri sentimenti. Se abbiamo una tensione però questa espressione risulta limitata, interrotta o spezzata.

Ecco perché ci occupiamo di quell’aspetto – apparentemente meccanico – dei muscoli e della grazia dei movimenti. Perché le tensioni impediscono che i sentimenti fluiscano dal cuore al mondo, come dice poeticamente Lowen.

Allora l’attenzione al corpo non è solo un’attenzione salutare e salutistica: è un modo per riportare le cose al cuore dell’esperienza.

La bioenergetica si occupa del modo in cui una persona tratta il sentimento di amore. Ha il cuore chiuso o aperto? Aperto al mondo o chiuso, distante da esso? L’atteggiamento può essere determinato in base all’espressione del corpo: ma per farlo occorre comprendere il linguaggio del corpo. Alexander Lowen

Pratica del giorno: Mindful bioenergetics

 

© Nicoletta Cinotti 2023 Reparenting ourselves

 

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La bolla della narrazione

21/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Il nostro bisogno di darci delle spiegazioni, di stabilire una relazione causa-effetto, di comprendere perché quello che desideravamo non si è avverato o perché è accaduto qualcosa di imprevedibile, ci spinge a costruire delle storie. Sono narrazioni che nascono con una buonissima intenzione: trovare il senso e dare un significato, dentro la nostra vita, agli eventi che accadono. A noi o agli altri.

Quello che poi ci tradisce è il nostro bisogno di coerenza, per cui, a partire da una narrazione, tutta una serie di eventi devono avere la stessa trama, lo stesso senso. Cambiare narrazione, dare un significato di natura diversa, diventa sempre più difficile e, alla fine, rischiamo di raccontare tutta la nostra vita con un’unica grande storia.

A quel punto siamo nella bolla della narrazione: una bolla che distorce affinché tutto rientri in una trama coerente.

Cambiare storia ci sembra impossibile ma non lo è: è la nostra mente che si è affezionata a quella lettura delle cose. La vita non sta dentro un bolla. Lasciamo che la realtà infranga la bolla delle nostre narrazioni: la successione temporale di due eventi non è una prova della relazione causa – effetto, la generalizzazione non è la verifica del fatto che abbiamo ragione. Gli stereotipi non hanno mai favorito le scoperte.

Usciamo dalla zona di comfort: abbandoniamo la coerenza delle nostre narrazioni su di noi, per scrivere, ogni momento, una storia vera.

Troppo spesso la storia della nostra vita, non compresa e illusoria, diventa una profezia auto-realizzante. Possiamo, sempre, mettere in campo ogni tipo di prova a dimostrazione del nostro punto di vista e poi crederci, anche se non corrisponde affatto alla realtà. Jon Kabat Zinn

Pratica di mindfulness: Le parole che guariscono

© Nicoletta Cinotti 2023 Scrivere storie di guarigione

 

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Il nucleo della protesta

20/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Qualsiasi difesa emotiva costruisce – oltre che una perdita di contatto con la realtà – anche un nucleo di protesta: la vita non è come pensiamo che dovrebbe essere.

Una protesta che spesso rimane silenziosa ma che si organizza attorno ad un elemento fondamentale: il mondo non è giusto.

Ed è vero: è proprio così. Il mondo non è giusto e la nostra aspettativa che lo sia e che le cose seguano delle regole è una aspettativa destinata a scontrarsi con la realtà. Prima o poi subiamo una ingiustizia e questo è davvero un atto democratico: succede a tutti.

Reagiamo a questa ingiustizia con un nucleo di protesta in cui rabbia e tristezza sono uniti insieme. Spesso le nostre reazioni partono da lì: dalla nostra rabbia e dalla nostra tristezza. E aumentano la sofferenza per ciò che accade nella nostra vita. Aumenta anche il nostro senso d’impotenza e di disperazione. Ma questa ingiustizia non è un fatto personale, non è contro di noi. Solo se ne cogliamo la caratteristica universale possiamo fermare il ciclo di reazione che la protesta attiva e trovare uno spazio di serenità e accoglienza, per noi e per quello che succede.

In quel preciso momento diventiamo liberi. Pronti per comportarci con maggiore chiarezza e gentilezza all’interno del sempre mutevole campo degli eventi, che non è altro che il dispiegarsi della vita; non è come pensiamo dovrebbe essere ma come di fatto è. Jon Kabat-Zinn

Pratica di mindfulness: Self compassion breathing

© Nicoletta Cinotti 2023 Reparenting ourselves

 

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