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nicoletta cinotti blog

Le illusioni dell’affetto

28/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Le illusioni sono strane: le costruiamo noi eppure ci fanno male come se fossero inganni fatti da altri. Di tutte le illusioni le più dolorose sono quelle legate alle persone che amiamo. Ci siamo illusi che l’altro fosse come volevamo, ci siamo illusi che le cose sarebbero andate come volevamo. Ci siamo illusi che l’altro fosse dove l’avevamo messo.

Magari abbiamo passato anni a insegnargli che sarebbe dovuto stare proprio lì, dove noi avevamo bisogno che fosse. E invece lo trovavamo sempre da un’altra parte. Quella dove voleva stare lui o lei. Lottiamo molto prima di abbandonare le nostre illusioni amorose e poi facciamo pagare i conti a quello o quella che viene dopo. Che passava di lì per caso e che si è innamorata/o davvero. Ma noi siamo ancora feriti per prima. Poco importa se le persone sono diverse: dobbiamo pareggiare i conti e così la confusione prosegue all’infinito. Le illusioni sono contagiose come il morbillo solo che, in questo caso, non c’è vaccinazione che tenga.

Perché la vaccinazione che avremmo bisogno di fare sarebbe quella di guardare le cose così come sono, la nostra vita così com’è. Dovremmo guardare la persona che amiamo per dov’è davvero e non per dove vorremmo che fosse. Dovremmo sentire che effetto ci fa quella verità – quella cosa nuda e cruda che ti gira dentro – e dove ci porta.

Spesso poi le illusioni d’affetto non iniziano con la nostra storia d’amore attuale. No, sarebbe troppo facile. Mettono radice nel nido antico. Quello in cui abbiamo creduto che i nostri genitori sarebbero stati perfetti. Che prima o poi la loro perfezione e il loro amore perfetto si sarebbe rivelato e saremmo stati tutti felici. Un nido antico. Un nido fatto per spiccare il volo.

Tornare nel nido dell’illusioni ci rimpicciolisce .

E rende più acuto il dolore dell’illusione e più folle continuare a crederci. Perché la pazzia nasce dal dolore per cose davvero accadute ma la follia è la pretesa che la realtà sia come vorremmo noi.

L’idea di Amor fati espressa da Nietzche significa riconoscere e accettare le condizioni della tua vita esattamente come sono, in qualsiasi modo siano, perché sono ciò che hai. Questo non significa che il fato sia immodificabile. Significa che proprio questo momento è il tuo fato. Ogni momento della tua vita ti offre l’opportunità per una risposta più creativa, più intelligente del momento precedente. Così amare la vita che hai, abbracciarla pienamente, può diventare una esperienza naturale giorno dopo giorno. Roger Housden

Pratica di mindfulness: La classe del mattino

© Nicoletta Cinotti 2023 Reparenting ourselves. Diventare genitori di sé stessi

 

 

 

 

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Vedere gli spazi vuoti ovvero addomesticare un elefante selvatico

01/07/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Quando guardiamo siamo abituati a focalizzare la nostra attenzione sugli oggetti. Sul pieno. Sulla forma delle cose. Come se lo spazio non avesse importanza. Eppure quello che cerchiamo di più, molte volte, è proprio un senso di spaziosità interna. Perché la nostra vita, la nostra agenda, a volte soffoca le nostre intuizioni più profonde. Aprire lo sguardo allo spazio può offrire una prospettiva diversa. Può suscitare un’emozione diversa. Offre il senso del ritmo e ci permette di riconoscere quanto le cose siano collegate tra di loro proprio attraverso lo spazio.

Così quel vuoto che tanto ci può spaventare si mostra e si rivela con la sua bellezza non ordinaria, con la sua bellezza umile che non pretende di riempire. Anche nelle relazioni può essere importante guardare a quello che c’è e a quello che manca e allo spazio che si forma tra quello che manca e quello che c’è.

Questa settimana ricordati di guardare non solo il pieno – le cose – ma anche lo spazio tra una cosa e l’altra. Lo spazio tra un pensiero e l’altro. Potresti scoprire che molta della nostra sofferenza svanisce nello spazio tra un oggetto e l’altro. Tra un desiderio e l’altro. Tra un pensiero e l’altro. Questo è uno degli esercizi che propone Jan Chozen Bays in “Come addomesticare un elefante selvatico”, Hoepli editore

Buona settimana, buona pratica.

© Nicoletta Cinotti 2023

 

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L’effetto della lusinga

29/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Ci sono alcuni momenti in cui gli altri esercitano su di noi un’attrazione che ci porta a comportamenti che non ci appartengono pienamente.

Sono azioni che non avremmo veramente voluto fare ma che siamo stati, in qualche modo poco definibile, indotti a fare. In questi momenti si crea, tra noi e l’altro, una forma di dipendenza che è retta dalla lusinga e dall’effetto – seduttivo – che l’altro ha su di noi.

Rimanere in questa rete è facile: è una rete morbida e apparentemente confortevole, che sembra garantire l’amore e l’approvazione senza confini.

Forse tutti noi siamo stati sedotti da qualcosa o da qualcuno: è il momento in cui i confini tra noi e l’altro si mischiano e quello che ci muove non è più una forza interna ma un’attrazione esterna che ci fa diventare satelliti.

Non abbiamo tante armi: se siamo stati sedotti diventiamo seduttivi. Se a farlo è stata una persona che abbiamo amato, rischiamo di confondere questa seduzione e l’arte della lusinga, con una delle forme dell’amore. Amore non è convincere l’altro a fare quello che vogliamo noi: è lasciarlo libero di essere com’è. È essere noi liberi, in come siamo e non come l’altro ci vorrebbe.

Il diritto all’autonomia e all’indipendenza – cioè il diritto a non essere soggetti ai bisogni degli altri – viene perduto o non si stabilisce se il genitore di sesso opposto è seduttivo. Cedendo alla seduzione il bambino si troverebbe in balia del genitore: contrasta questa minaccia diventando egli stesso seduttivo per acquistare potere sul genitore. Alexander Lowen

Pratica di mindfulness: Le nostre vere aspirazioni

© Nicoletta Cinotti 2023

 

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I micro momenti di amore e le persone normali

28/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Sto guardando su RaiPlay “Normal people – Persone Normali” giusto per farmi un ripasso sull’amore. A parte che il libro è bellissimo (grazie Filippo che me lo hai regalato) la serie è avvincente e mi lascia sveglia fino a tardi, non solo perchè guardo gli episodi, ma perché poi ci ragiono su per un sacco di tempo.

È un super romanzo psicologico su come si può essere addestrati ad accettare l’umiliazione in amore. Ovviamente cerco di parlare a Marianne per salvarla (mentre su Connell la mia simpatia è ambivalente!) Se pensiamo all’amore come sentimento che attraversa costantemente la nostra vita possiamo incontrare momenti difficili e sentirci senza speranza. A volte anche le persone più care ci sembrano estranee. In altri momenti abbiamo dubbi sulla nostra capacità di amare, troppo presi da qualche preoccupazione o pensiero che ci assorbe. Io preferisco i micro-momenti e lo dico a Marianne che ha tanti micro momenti d’amore!

La logica dei micro momenti è come la logica della consapevolezza del respiro o della meditazione camminata. Se pensiamo al respiro in senso globale ne abbiamo una percezione complessiva che perde in sfumatura e accuratezza. Se invece percepiamo il respiro momento per momento ne sentiamo in pieno tutte le sfumature. Come avviene nelle note che compongono una melodia: senza quelle singole note che la compongono non avremmo la stessa musica. Sentiamo l’insieme ma riconosciamo anche i singoli passaggi. E più li riconosciamo più apprezziamo la sua modulazione.

Lo stesso vale per qualsiasi emozione. Le emozioni possono diventare una specie di “oggetto solido” che permane nel tempo, al di là della loro durata effettiva. Se invece le percepiamo momento per momento possiamo scoprire che sono diverse da come crediamo, che hanno una loro fluidità, che sono impermanenti e che vengono sostituite da altre emozioni, magari di segno diverso.

Passare quindi dall’emozione generale ai micro momenti percepiti risulta essere una piccola ma grande rivoluzione. Perché sposta il focus dell’attenzione dal pensiero all’esperienza e la radica nel momento presente.

La capacità di sentire ciò che sta accadendo ad un’altra persona (…)si fonda sul fatto che il nostro corpo entra in risonanza con altri corpi viventi. Se questa risonanza manca ciò vuol dire che non siamo in risonanza con noi stessi. Chi dice “non sento niente” ha spento non solo il senso della propria vitalità, ma anche qualsiasi sentimento possa nutrire per gli altri, uomini o animali che siano. Alexander Lowen

Pratica di mindfulness: Mindfulness ed emozioni

© Nicoletta Cinotti 2023. Il programma di mindful self-compassion

 

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Apprezzare la dolcezza del momento

23/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Qualche giorno fa mi è stata regalata una barretta di cioccolato fondente al 100%. Incuriosita ne ho preso un piccolo pezzetto e la prima sensazione è stata intensa: amaro assoluto. Amaro e nero. Se avessi seguito lo reazione non avrei finito di mangiare quel piccolo pezzetto di cioccolato artigianale. Ma ormai avevo iniziato.

Lentamente il cacao si è sciolto e diffuso nella bocca e alla fine mi è sembrato il cioccolato più buono che avessi mai assaggiato. C’erano persino note di dolcezza e tutto il palato aveva cambiato sensibilità.

Esattamente quello che succede negli imprevisti: all’inizio senti solo la differenza rispetto ciò che ti aspettavi e vorresti tornare indietro. Sembra peggio della peggiore ipotesi possibile. Se sostiamo, se andiamo in profondità nell’esperienza, se ci diamo il tempo per farlo, notiamo una riserva di dolcezza, sapori nuovi e qualcosa che, proprio perché mai provato prima, è infinitamente interessante. Arriviamo ad apprezzare la dolcezza del momento presente e ad affezionarci anche a qualcosa che inizialmente ci è sembrato ostico.

Così alla fine la differenza tra amaro e dolce diventa più una differenza di profondità che una differenza di cibo.

E la differenza tra amaro e dolce è come la differenza tra reagire o rispondere ad un evento. Se ci diamo tempo, stiamo nell’esperienza con tutti i sensi aperti, rallentiamo, possiamo trovare una risposta diversa, anziché la solita reazione automatica. Possiamo andare in profondità e apprezzare la dolcezza del momento. In qualsiasi momento.

Posso fare esperienza, posso lavorare solo su ciò che è la mia vita proprio ora. E’ tutto quel che posso fare. Il resto è il sogno dell’io. Charlotte Joko Beck

Pratica di mindfulness: Gratitudini minime

© Nicoletta Cinotti 2023. Reparenting ourselves

 

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Il cuore e la periferia del corpo

22/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

La bioenergetica si occupa del corpo, dei blocchi e delle tensioni. Ma questo è l’aspetto più superficiale e visibile di questo approccio.

C’è una ragione più profonda per cui i blocchi e le tensioni hanno così tanto significato. E la ragione è che riducono la connessione – affettiva prima ancora che fisica – tra il cuore e la periferia del corpo.

Questo significa che le nostre azioni, i nostri movimenti nascono perché siano espressione dei nostri sentimenti. Se abbiamo una tensione però questa espressione risulta limitata, interrotta o spezzata.

Ecco perché ci occupiamo di quell’aspetto – apparentemente meccanico – dei muscoli e della grazia dei movimenti. Perché le tensioni impediscono che i sentimenti fluiscano dal cuore al mondo, come dice poeticamente Lowen.

Allora l’attenzione al corpo non è solo un’attenzione salutare e salutistica: è un modo per riportare le cose al cuore dell’esperienza.

La bioenergetica si occupa del modo in cui una persona tratta il sentimento di amore. Ha il cuore chiuso o aperto? Aperto al mondo o chiuso, distante da esso? L’atteggiamento può essere determinato in base all’espressione del corpo: ma per farlo occorre comprendere il linguaggio del corpo. Alexander Lowen

Pratica del giorno: Mindful bioenergetics

 

© Nicoletta Cinotti 2023 Reparenting ourselves

 

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