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ritiro giaiette

La granularità del mondo

29/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

C’é un gioco che viene fatto spesso durante il protocollo MBSR. Si chiama 9 dots. Si tratta di unire dei punti. La cosa difficile è che quei punti sembrano formare un quadrato e quindi vengono in mente soluzioni che stanno nella logica del quadrato e non di altre forme. La nostra percezione è così: ci inganna perché ci fa vedere forme chiuse dove non ci sono. Lo facciamoper attribuire un senso, un significato. È più semplice pensare ad un quadrato che a 9 punti separati. Se anche solo uno di quei punti non fosse allineato ci renderemmo conto che non esiste nessun quadrato ma solo 9 punti separati. Questa legge di causa effetto ci fa mettere in fila eventi della nostra vita che si assomigliano e per questo gli attribuiamo lo stesso significato. Ma non hanno lo stesso significato, quello glielo attribuiamo noi.

La cosa interessante di quel gioco é l’invito a uscire dagli schemi, l’invito a dare un’altra forma a quei 9 punti, ci invita a considerare nello stesso modo gli eventi della nostra vita. Tendiamo a dare un significato preciso, disegnato dalla forma che ci viene subito in mente, e spesso rimaniamo intrappolati in quel disegno, in quel significato. Se invece pensiamo che possano esserci altre forme, altri disegni, altri percorsi di significato, alcuni eventi della nostra vita assumono un senso completamente diverso. Per cogliere questi diversi significati é importante la spaziosità. Se tutto é denso, se tutto é una linea continua e ininterrotta, ogni cosa apparirà conseguenza della precedente.

Se mettiamo spazio tra un evento e l’altro, il mondo ci sembrerà più sfumato e complesso ma in quel l’incertezza potremo trovare una nuova forma di sicurezza: quella che nasce dalla saggezza di lasciar aperte più strade, più prospettive. Quella che permette di cogliere che ogni momento é un punto di svolta.

Quando interrompiamo il nostro consueto modo di nominare le cose e di rassicurarci dando nomi già conosciuti, facciamo qualcosa di estremamente coraggioso. Lentamente ci muoviamo verso una maggiore apertura, ma, a onor del vero, ci muoviamo anche verso un luogo senza appigli fisici o mentali. Pema Chodron

Pratica di mindfulness: La meditazione del fiume

@ Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBSR online. Serata di presentazione martedì 12 settembre alle 21

 

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Le illusioni dell’affetto

28/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Le illusioni sono strane: le costruiamo noi eppure ci fanno male come se fossero inganni fatti da altri. Di tutte le illusioni le più dolorose sono quelle legate alle persone che amiamo. Ci siamo illusi che l’altro fosse come volevamo, ci siamo illusi che le cose sarebbero andate come volevamo. Ci siamo illusi che l’altro fosse dove l’avevamo messo.

Magari abbiamo passato anni a insegnargli che sarebbe dovuto stare proprio lì, dove noi avevamo bisogno che fosse. E invece lo trovavamo sempre da un’altra parte. Quella dove voleva stare lui o lei. Lottiamo molto prima di abbandonare le nostre illusioni amorose e poi facciamo pagare i conti a quello o quella che viene dopo. Che passava di lì per caso e che si è innamorata/o davvero. Ma noi siamo ancora feriti per prima. Poco importa se le persone sono diverse: dobbiamo pareggiare i conti e così la confusione prosegue all’infinito. Le illusioni sono contagiose come il morbillo solo che, in questo caso, non c’è vaccinazione che tenga.

Perché la vaccinazione che avremmo bisogno di fare sarebbe quella di guardare le cose così come sono, la nostra vita così com’è. Dovremmo guardare la persona che amiamo per dov’è davvero e non per dove vorremmo che fosse. Dovremmo sentire che effetto ci fa quella verità – quella cosa nuda e cruda che ti gira dentro – e dove ci porta.

Spesso poi le illusioni d’affetto non iniziano con la nostra storia d’amore attuale. No, sarebbe troppo facile. Mettono radice nel nido antico. Quello in cui abbiamo creduto che i nostri genitori sarebbero stati perfetti. Che prima o poi la loro perfezione e il loro amore perfetto si sarebbe rivelato e saremmo stati tutti felici. Un nido antico. Un nido fatto per spiccare il volo.

Tornare nel nido dell’illusioni ci rimpicciolisce .

E rende più acuto il dolore dell’illusione e più folle continuare a crederci. Perché la pazzia nasce dal dolore per cose davvero accadute ma la follia è la pretesa che la realtà sia come vorremmo noi.

L’idea di Amor fati espressa da Nietzche significa riconoscere e accettare le condizioni della tua vita esattamente come sono, in qualsiasi modo siano, perché sono ciò che hai. Questo non significa che il fato sia immodificabile. Significa che proprio questo momento è il tuo fato. Ogni momento della tua vita ti offre l’opportunità per una risposta più creativa, più intelligente del momento precedente. Così amare la vita che hai, abbracciarla pienamente, può diventare una esperienza naturale giorno dopo giorno. Roger Housden

Pratica di mindfulness: La classe del mattino

© Nicoletta Cinotti 2023 Reparenting ourselves. Diventare genitori di sé stessi

 

 

 

 

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Il sentimento dell’amore e lo stare in relazione

24/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

In genere pensiamo che se si ama qualcuno poi tutto venga di conseguenza: decisioni giuste, comportamenti sincronici, sintonia, armonia ( e chi ha più ideali aggiungerebbe ancora altro…).

I sentimenti però non li proviamo in uno spazio vuoto ma li sentiamo nel pieno del nostro carattere ( e anche del nostro brutto carattere). E, soprattutto, il sentimento dell’amore lo proviamo dentro il nostro modo di stare in relazione. A volte, per quanto sia grande l’amore che proviamo per una persona, la forza dell’attrazione, e il desiderio che ci suscitano non sono in grado di fare nulla rispetto al nostro modo di stare in  relazione. Perché l’abbiamo imparato a memoria dalle prime relazioni d’amore che sono – ahimè – quelle con i nostri genitori. Dico ahimè non perché i genitori sbaglino sempre qualcosa. Dico ahimè perchè spesso chiediamo all’amore cose che non abbiamo avuto dai nostri genitori. Mettiamo così una prima ipoteca sul nostro amore: quello che ci permetta di pagare i conti in sospeso del passato.

La seconda ipoteca è che noi abbiamo appreso uno stile di attaccamento ( cioè uno stile di relazione) e tendiamo a metterlo in atto nelle nostre relazioni d’amore significative. Così io posso anche amarti intensamente ma se il mio stile d’attaccamento è ambivalente avrò un modo ambivalente di stare in relazione (per esempio ti dirò che ti amo tantissimo ma starò con te pochissimo). Oppure se ho uno stile d’attaccamento insicuro mi domanderò spesso se quello che provo è un sentimento autentico oppure se l’altro prova un sentimento autentico. Questa seconda ipoteca è certo più dannosa della prima e ha un tasso d’interesse altissimo: cerchiamo prove in continuazione anziché rilassarci e gustarci quello che abbiamo.

Forse potremmo iniziare – dentro di noi – a portare la luce della consapevolezza sul fatto che i sentimenti sono una cosa e il modo di stare in relazione può essere qualcosa di completamente diverso. Forse potremmo riconoscere che, anche se amiamo tantissimo, a volte siamo pestiferi. Invece attribuiamo alle qualità dell’amore i difetti del modo di stare in relazione e così lasciamo persone che ci hanno amato tantissimo perchè stavano malissimo in relazione con noi e stiamo con persone che amiamo poco perché stanno benissimo in relazione con noi. E siamo sempre scontenti per qualcosa.

Esplorare com’è il nostro modo di stare in relazione è davvero interessante. Molto più interessante che fare ipotesi fantascientifiche sul perchè l’altro si comporta così. L’amore cambia il carattere ma non quello dell’altro: il nostro. Soprattutto se togliamo le ipoteche sullo stare in relazione.

Perché esiste l’attesa? L’attesa di cosa? Se mamma non viene tu l’aspetti? Certo! Se manca la luce aspettiamo che torni? Non riesco a seguirti ma non fa niente. Sì, aspettiamo che torni. Per ogni cosa che fa tardi e bisogna aspettare noi siamo sempre in attesa?…Papà, se io non voglio stare in attesa e voglio stare senza attesa, posso?…Se tu sarai capace di stare senza attesa vedrai cose che altri non vedono. Erri De Luca

Pratica di mindfulness: La meditazione del fiume

© Nicoletta Cinotti 2023 Mindful self-compassion: Emozioni e relazioni

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Ti amo (soprattutto da lontano)

23/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Continuo a girare intorno alla parola lontananza. Che ha una sfumatura di fondamentale diversità rispetto alla parola distanza. Ci è lontano qualcosa di caro e di amato. Qualcosa di cui proviamo nostalgia. E questa lontananza non affievolisce i sentimenti ma, anzi, li rende più intensi. Quindi se la distanza ci fa guardare da una prospettiva più ampia le cose, la lontananza ci fa sentire tutto il desiderio che l’altro sia di nuovo con noi. E molto spesso ci è più facile amare le persone da lontano – al telefono per esempio – che quando le incontriamo di persona.

Al telefono ci permettiamo tenerezza, sensibilità, apprensione, cura. Poi ci incontriamo. E il primo momento è bellissimo. Avete visto gli arrivi negli aeroporti o nelle stazioni? Gli abbracci e il sollievo di re-incontrarsi? Credo di essermi innamorata di mio marito perché viveva lontano e mi piaceva incontrarlo – dopo giorni di assenza – in qualche stazione o aeroporto.

Poi torniamo a casa e piano piano quell’intensità scolorisce. Succede con i figli come con i partner. Mi sono sempre chiesta come mai succede. Forse perché quando non vediamo l’altro possiamo sentire l’intensità del nostro amore e quando lo vediamo, invece, incontriamo le cose che, dell’altro, ci danno fastidio? Oppure perché da lontano il nostro amore è ideale e da vicino diventa reale?

Forse, semplicemente, la lontananza ci mette in contatto con quello che vorremmo fosse il nostro amore: tornare a casa. Tornare alle qualità originarie ed essenziali dell’amore. A quel senso di unità che non prevede conflitto.

Alcune persone rimangono sposate per cinquant’anni solo a colpi di civiltà. Sotto la superficie c’è un cimitero con un sacco di ossa che scricchiolano. Beck, Charlotte Joko. Meraviglia quotidiana (Italian Edition) (p.190). Ubiliber. Edizione del Kindle.

Pratica di mindfulness: La meditazione del fiume

© Nicoletta Cinotti 2023 Scrivere storie di guarigione

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Quanto tempo è che non ti sorprendi?

22/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

I nostri pensieri hanno tanti pregi e tanti difetti. Come tutto del resto. però c’è una cosa che perdiamo quando siamo immersi nei pensieri e che è qualcosa di davvero insostituibile: la capacità di sorprendersi. È una sensazione connessa alla gioia e nasce da una sorta di risveglio improvviso dei sensi. La nostra mente è aperta, qualcosa colpisce la nostra attenzione sensoriale, attivandola. Quella sorpresa fa sobbalzare il cuore e, soprattutto, risveglia il corpo.

Se è tanto tempo che non provi più un senso di sorpresa è molto probabile che tu sia troppo attirato dai tuoi pensieri, troppo catturato dalla loro sonorità e poco catturato dalla vita. Forse puoi fare qualcosa, non per rimanere sorpreso perché quello è un evento spontaneo e naturale, ma per creare le condizioni perché qualcosa ti risvegli dalla trance dei pensieri.

  • Senti la forza di gravità, ascolta i tuoi piedi sul terreno, il peso delle cose che porti. La gravità è sempre presente e ascoltare questa sensazione riporta, con semplicità, al corpo. Può essere anche solo sentire il movimento dei piedi quando cammini. Visto che dobbiamo farci i conti, lasciati sorprendere dal peso. Questo ti permetterà di essere sorpreso dalla leggerezza.
  • Onora quello che succede: spesso non ci facciamo sorprendere perché tendiamo a correggere gli imprevisti prima di poter assaggiare la gioia della novità. E se ogni imprevisto fosse un regalo, un messaggio, un richiamo alla sorpresa e, quindi, alla presenza?
  • Sosta nella sensazione che la sorpresa ti dà, condividila con qualcuno. Contagia il mondo attorno a te con la possibilità che la sorpresa, la novità, sia una gioia inaspettata.

Un momento di gioia ci prende sempre di sorpresa. Non siamo noi ad afferrarlo, ma è lui ad afferrare noi. Ashley Montagu

Pratica del giorno: La classe del mattino

© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBSR online

 

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L’amore esagerato

18/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

C’è una poesia di Naomi Long Madgett che ogni tanto rileggo. perché pone una domanda fondamentale: di quanta cura abbiamo bisogno?

La risposta a questa domanda nel tempo è cambiata perché è cambiato il nostro modo di prenderci cura. Quando ho iniziato a lavorare le persone che arrivavano nel mio studio, per il 90%, avevano traumi e problemi legati alla deprivazione o alla cattiva cura. Adesso le persone che seguo hanno – al 70-80% – problemi legati ad una cura eccessiva. Sono persone che hanno ricevuto troppo: troppe cure, troppo amore, troppe attenzioni. E troppe aspettative. E continuano a pretendere che il troppo sia il minimo sindacale che devono ricevere costruendo così una infelicità senza speranza. L’infelicità che nasce dal chiedere l’impossibile.

Magari sono figli unici di due genitori figli unici con tutta la famiglia che guarda a loro per il proprio riscatto futuro. E, anche se può sembrare paradossale che la troppa cura faccia male, questo, alla fine, le ha soffocate. Magari sono stati figli di genitori ansiosi che, temendo di fare troppo poco hanno fatto troppo. O di genitori che si sono talmente innamorati che non hanno potuto fare altro che soffocarli d’amore. Questo non è amore incondizionato: questo è amore esagerato. È come la storia del contadino che, credendo che lo sciroppo antibiotico l’avrebbe fatto guarire, decise di berlo tutto insieme.

Perché qualsiasi cosa, anche la più buona, ha bisogno di misura. E quel trovare la misura del nostro bisogno costruisce, giorno dopo giorno, la nostra salute emotiva e fisica.

Se fossi in te, non curerei troppo la pianta. Quelle attenzioni premurose potrebbero danneggiarla. Smetti di zappare e lascia riposare il terreno e aspetta che sia secco prima di bagnarlo. La foglia trova da sola la propria direzione; …dalle la possibilità di cercare il sole per conto suo. Troppi stimoli e una tenerezza troppo assillante arrestano la crescita. Dobbiamo imparare a lasciare in pace le cose che amiamo. Naomi Long Magdett

Pratica di mindfulness: Assaporare: saper dire basta

© Nicoletta Cinotti  2023 Il programma di Mindful self-compassion online

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