Spesso pensiamo che la compassione sia un sentimento che emerge solo in presenza di dolore.
In realtà la compassione, come l’equanimità, sono sentimenti che emergono ogni volta che si crea uno spazio tra noi e le nostre modalità abituali di risposta.
Quello spazio di consapevolezza ci permette di essere equanimi e di provare tenerezza per ciò che ci aggancia alla ripetizione – non solo di fronte ad eventi spiacevoli ma anche di fronte ad eventi piacevoli.
Quel gancio, quella ripetizione merita la nostra tenerezza perché si sciolga.
Ecco perché c’è un legame tra compassione e attenzione: senza attenzione ci ritroviamo, inconsapevoli, nella ripetizione e la compassione che nasce in quel momento è quella legata al dolore e non alla conoscenza. Con l’attenzione e la consapevolezza la nostra compassione diventa uno strumento di apertura della conoscenza su di noi e sugli altri.
Perché un cambiamento profondo metta radici abbiamo bisogno di applicare insieme la mindfulness – intesa come presenza mentale – e la compassione, perché questi due aspetti lavorano come le due ali di un uccello. La compassione trasforma la mente e la mindfulness fornisce le basi e la stabilità per questo cambiamento. Paul Gilbert
Pratica di mindfulness: Self compassion breathing
© Centro Studi Mindfulness e bioenergetica Genova
Nicoletta Cinotti 2015
Foto di ©soniaadammurray – ON/OFF
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