Le emozioni e i pensieri sono forze in movimento. Dotate di energia propria – diversa a seconda delle diverse emozioni – possono spostarci in varie direzioni: spingerci all’azione, dirigere le nostre motivazioni, farci fluttuare come una barca senza timoniere, spostata nelle direzioni, a volte contrapposte, del vento e del mare.
È per questo che abbiamo bisogno di un uso saggio della nostra attenzione. Perché, rispetto al movimento energetico di pensieri ed emozioni, l’attenzione ci fornisce un’ancora. Fino a che siamo in grado di mantenere la nostra attenzione focalizzata su un unico oggetto, su un’unica emozione, per quanto questa possa essere tumultuoso, non ha la forza di trascinarci. Ma se la nostra attenzione vaga a destra e manca, la spinta propulsiva dell’emozione ci farà passare all’azione senza che nemmeno ce ne rendiamo conto.
Così, perché l’ancoraggio al corpo e al respiro sia possibile, abbiamo bisogno di saperci fidare del radicamento nell’esperienza che ci offre l’attenzione.
Un radicamento che possiamo coltivare anche al di fuori dei momenti di pratica, non permettendo che troppi stimoli ci sovraccarichino, che troppa frammentazione ci faccia coltivare la distrazione anziché la concentrazione. In questo modo la consapevolezza e l’attenzione avranno l’equilibrio che ci permetterà di andare in profondità, perché, senza attenzione, la nostra consapevolezza sarà superficiale e leggera, senza forma come l’acqua fuori da un contenitore.
Insieme hanno la profondità che ci permette di raggiungere la nostra saggezza.
Per trovare la nostra strada occorrerà prestare maggiore attenzione a questo momento, l’unico che ci consente di vivere, crescere, sentire e cambiare. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi
Foto di ©brookeshaden
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