Oggi parliamo spesso, e sempre più spesso, di cura attraverso la compassione. Nessuno avrebbe avuto il coraggio di sostenere che emozioni che sono al di sotto delle nostre difese, come la compassione per esempio, siano in grado di apportare un cambiamento positivo ed essere una azione di cura.
Per anni abbiamo pensato che fosse necessario interpretare le nostre difese e le loro ragioni. Per anni abbiamo percorso strade terapeutiche lunghe e spesso difficili. Per anni abbiamo cercato soluzioni dove invece c’erano cause di sofferenza. Così adesso siamo al cuore della questione. E il cuore della questione – il cuore della nostra mente – sta in ciò che proviamo nel corpo e negli affetti. Entrambi vanno a costruire la mente. E per cambiare la mente abbiamo bisogno di passare dal corpo e dalle emozioni. Così curare attraverso la compassione significa ristabilire la capacità di avere relazioni sane. Curare attraverso il corpo significa riconoscere che l’esperienza va più in profondità di tutti i nostri pensieri e lascia un solco profondo.
Significa riconoscere che il graffio lasciato dalle nostre esperienze negative si cura con l’amore più che con il pensiero, con la compassione più che con il giudizio. E che la compassione, nel momento in cui la proviamo, non cura solo l’altro ma anche noi stessi perché ci riconnette alla nostra vera natura.
Se volete sapere come sta andando la vostra pratica, cercate di capire dove tracciate la linea tra ciò che potete e ciò che non potete perdonare. Beck, Charlotte Joko.
Pratica di mindfulness: La meditazione del sorriso
© Nicoletta Cinotti 2023 Il Programma di Mindful Self-compassion. Ultimo giorno in early bird