• Passa al contenuto principale
  • Passa al piè di pagina
Nicoletta Cinotti
  • Nicoletta
  • I miei libri
  • Blog
  • Contatti
  • Iscriviti al blog
  • Mindfulness
    • Cos’è la Mindfulness
    • Protocollo MBSR
    • Protocollo MBCT
    • Il Protocollo di Mindfulness Interpersonale
    • Il Protocollo di Mindful Self-Compassion
    • Mindful Parenting
    • Mindfulness in azienda
  • Bioenergetica
    • Cos’è la Bioenergetica
    • L’importanza del gruppo
  • Corsi
  • Percorsi suggeriti
  • Centro Studi
  • Nicoletta
  • I miei libri
  • Blog
  • Contatti
  • Iscriviti al blog
AccediCarrello

cullare il cuore

Una cura circolare

18/09/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Quando parliamo di muscoli contratti in genere abbiamo una visione unitaria: qualcosa di teso e rigido magari dolorante. In realtà il muscolo ha molte espressioni e ognuna di queste espressioni corrisponde ad una diversa posizione emotiva e tutte hanno una relazione con la forza perchè la contrazione genera una forza in seno al muscolo.

La più tipica è quella del muscolo che, essendo contratto, si ritira. Corrisponde al nostro tirarci indietro dall’intimità con gli altri. Ci mette in una posizione difensiva che a volte arriva all’arroccamento. Ci sono poi contrazioni da allungamento: sono quelle che ci portano ad andare al massimo delle nostre possibilità. A volte anche oltre le nostre possibilità perchè sfruttano la forza che abbiamo immagazzinato nella fase di accorciamento. Così non è insolito che una persona molto ritirata abbia una apertura improvvisa e inaspettata. Oppure una esplosione improvvisa e inaspettata. Poi ci sono le contrazioni circolari, quelle di cui si occupa prevalentemente la bioenergetica: quelle che fanno perdere la percezione di una parte del corpo pur mantenendone la funzionalità. Quelle che ci rendono meccanici e privi di sentire nel nostro muoverci nel mondo. Quelle che, per usare una immagine poetica, essendo circolari, hanno bisogno di una cura circolare come l’affetto. Ne hanno bisogno perchè ogni contrazione muscolare esprime una emozione e ne nasconde un’altra.

L’affetto è una cura circolare perchè – in qualsiasi modo si manifesti – scioglie e apre. Non possiamo curare e curarci senza amare. Non possiamo sottovalutare l’effetto che lo sguardo, al momento dell’incontro, ha su di noi. Alla sua possibilità di ridurre il nostro ritiro. Alla fine, qualsiasi contrazione, ha un’unica cura che si chiama intimità e contatto. Intimità declinata con tutte le sfumature che appartengono a questa parola. Contatto con quel misto di presenza e attenzione affettuosa che ci fa riconoscere a quale distanza stare per dare contatto. Perchè contatto non significa necessariamente toccare con le mani: significa essere toccati da ciò che l’altro fa per noi.

La tensione muscolare cronica è l’espressione fisica del senso di colpa perchè rappresenta l’ingiunzione dell’ego contro certi sentimenti e certe azioni. Alexander Lowen

Pratica di mindfulness: Cullare il cuore

© Nicoletta Cinotti 2023 Selfcompassion: emozioni & relazioni

Archiviato in:bioenergetica, Mindful Self Compassion, mindfulness continuum Contrassegnato con: alexander lowen, bioenergetica, Bioenergetica e Mindfulness Centro Studi, contrazione, cullare il cuore, dimorare nel corpo, dimorare nel presente, gruppo, mindful, mindfulness, Nicoletta Cinotti, pratica di mindfulness, protocolli basati sulla mindfulness, protocolli mindfulness, protocollo di mindfulness interpersonale, protocollo mbsr, protocollo mbsr chiavari, protocollo mbsr genova, protocollo MBSR torino Niccolò gorgoni, protocollo mindfulness, protocollo mindfulness interpersonale, protocollo mindfulness torino, ritiro

Il sentimento dell’amore e lo stare in relazione

24/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

In genere pensiamo che se si ama qualcuno poi tutto venga di conseguenza: decisioni giuste, comportamenti sincronici, sintonia, armonia ( e chi ha più ideali aggiungerebbe ancora altro…).

I sentimenti però non li proviamo in uno spazio vuoto ma li sentiamo nel pieno del nostro carattere ( e anche del nostro brutto carattere). E, soprattutto, il sentimento dell’amore lo proviamo dentro il nostro modo di stare in relazione. A volte, per quanto sia grande l’amore che proviamo per una persona, la forza dell’attrazione, e il desiderio che ci suscitano non sono in grado di fare nulla rispetto al nostro modo di stare in  relazione. Perché l’abbiamo imparato a memoria dalle prime relazioni d’amore che sono – ahimè – quelle con i nostri genitori. Dico ahimè non perché i genitori sbaglino sempre qualcosa. Dico ahimè perchè spesso chiediamo all’amore cose che non abbiamo avuto dai nostri genitori. Mettiamo così una prima ipoteca sul nostro amore: quello che ci permetta di pagare i conti in sospeso del passato.

La seconda ipoteca è che noi abbiamo appreso uno stile di attaccamento ( cioè uno stile di relazione) e tendiamo a metterlo in atto nelle nostre relazioni d’amore significative. Così io posso anche amarti intensamente ma se il mio stile d’attaccamento è ambivalente avrò un modo ambivalente di stare in relazione (per esempio ti dirò che ti amo tantissimo ma starò con te pochissimo). Oppure se ho uno stile d’attaccamento insicuro mi domanderò spesso se quello che provo è un sentimento autentico oppure se l’altro prova un sentimento autentico. Questa seconda ipoteca è certo più dannosa della prima e ha un tasso d’interesse altissimo: cerchiamo prove in continuazione anziché rilassarci e gustarci quello che abbiamo.

Forse potremmo iniziare – dentro di noi – a portare la luce della consapevolezza sul fatto che i sentimenti sono una cosa e il modo di stare in relazione può essere qualcosa di completamente diverso. Forse potremmo riconoscere che, anche se amiamo tantissimo, a volte siamo pestiferi. Invece attribuiamo alle qualità dell’amore i difetti del modo di stare in relazione e così lasciamo persone che ci hanno amato tantissimo perchè stavano malissimo in relazione con noi e stiamo con persone che amiamo poco perché stanno benissimo in relazione con noi. E siamo sempre scontenti per qualcosa.

Esplorare com’è il nostro modo di stare in relazione è davvero interessante. Molto più interessante che fare ipotesi fantascientifiche sul perchè l’altro si comporta così. L’amore cambia il carattere ma non quello dell’altro: il nostro. Soprattutto se togliamo le ipoteche sullo stare in relazione.

Perché esiste l’attesa? L’attesa di cosa? Se mamma non viene tu l’aspetti? Certo! Se manca la luce aspettiamo che torni? Non riesco a seguirti ma non fa niente. Sì, aspettiamo che torni. Per ogni cosa che fa tardi e bisogna aspettare noi siamo sempre in attesa?…Papà, se io non voglio stare in attesa e voglio stare senza attesa, posso?…Se tu sarai capace di stare senza attesa vedrai cose che altri non vedono. Erri De Luca

Pratica di mindfulness: La meditazione del fiume

© Nicoletta Cinotti 2023 Mindful self-compassion: Emozioni e relazioni

Archiviato in:mindfulness continuum Contrassegnato con: accettazione, accettazione radicale, amore, consapevolezza, cullare il cuore, erri de luca, meditazione, Metta, Nicoletta Cinotti, pratica di mindfulness, relazioni, ritiri, ritiri di mindfulness, ritiri di mindfulness e bioenergetica, ritiro, ritiro di bioenergetica e mindfulness, ritiro di meditazione, ritiro di mindfulness, ritiro giaiette

L’antologia delle impronte

03/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Torno raramente nel paese dove sono nata. Ci sono vissuta in fondo pochi anni. Davvero pochi rispetto al resto della vita.

Eppure tornare riattiva emozioni fortissime. Non credo che capiti solo a me. Capita a chi emigra. A chi si fa una vita lontano da dove è nato. Poi torna e un filo d’erba basta a raccontare una storia intera. La vita è altrove ma l’intensità di quel passato è davvero unica. Niente assomiglia a quei primi anni. Non è perché siamo nostalgici. È perché tutto era vissuto con una intensità assoluta e tornando arriva la forza di quella intensità.

Mi sono convinta che è per questo che i primi anni sono così critici rispetto alla formazione della nevrosi: vivi tutto così intensamente, senza filtri, che ogni cosa lascia un’impronta. Anche la più piccola. Nel bene come nel male.

Poi metti le cose a posto, cresci, ti fai una vita. Ti sembra di aver capito e conosciuto quello che c’era da sapere. Non è vero ma ti fa stare tranquillo pensarlo. Invece siamo pieni di impronte che sono pronte ad illuminarsi all’improvviso, senza ragione. Se non che, quella, è la materia dalla quale siamo nati. La distanza copre ma non annulla quello che sta sotto. Quelle impronte danno vita alle nostre parti che non hanno mai la nostra età anagrafica. In genere sono più giovani, raramente possono essere più vecchie. Una cosa è certa: se non torniamo a liberarle rimangono intrappolate nel passato e ci fanno credere che nulla sia cambiato da allora. Non è così: siamo diventati, a volte nostro malgrado, adulti. Solo che la forza di una parte imprigionata può coprire la nostra età attuale e metterci in confusione.

Così, camminando da sessantenne sulla spiaggia, mi sono accorta che sentivo il mio corpo come quando ero adolescente: impacciata. Cercavo ancora qualcosa che non c’era. Non c’è mai stato e dubito che ci sarà prossimamente. Accorgermene mi ha fatto sorridere ma, soprattutto, mi ha liberato da un’illusione che mi accompagnava da tutta la vita. L’illusione che il mio corpo debba nascondere anziché dichiarare.

Nel profondo di ciascuno di noi c’è un bambino che era innocente e libero e sapeva che il dono della vita è il dono della felicità. Alexander Lowen

Pratica di mindfulness: Cullare il cuore

© Nicoletta Cinotti 2023 Reparenting ourselves. Diventare genitori di sé stessi

Archiviato in:bioenergetica, mindfulness continuum Contrassegnato con: accettazione, accettazione radicale, alexander lowen, cullare il cuore, emozioni, felicità, mindfulness, Nicoletta Cinotti, pratica di mindfulness

I cambiamenti dell’amore

15/05/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Nulla, più delle relazioni, è maestro dell’inevitabilità del cambiamento. Ci innamoriamo e ci troviamo improvvisamente con una vita completamente diversa, anche se è sempre la stessa. Nel tempo l’innamoramento cambia e diventa la solida profondità dell’amore. Nel frattempo il cielo sempre sereno dell’innamoramento è attraversato da temporali, più o meno sporadici. Ma anche la solidità dell’amore non è costante: può variare verso l’affetto fraterno, l’amicizia, la grigia monotonia. Può essere tenuto insieme da altri amori – i figli, le famiglie, gli amici – o disperso da altre attività. Un continuo mutare del panorama interno ed esterno. E questo amore – così perfetto – può mutare ancora fino alla fine. Perchè nulla – più delle relazioni – ci insegna che niente è per sempre. Malgrado i muri siano peni di scritte che ci invitano a crederlo.

Fin qui direi tutto bene: qualcuno vive insieme tutta la vita; qualcuno vive molte relazioni in una sola vita. La cosa incredibile è che, spesso, proprio il cambiamento che è interno alla relazione, viene trattato come un errore. Non l’inevitabile processo di trasformazione a cui tutto è soggetto. Ma uno sbaglio da ripristinare. Così vedi persone che inseguono una fase – l’innamoramento va per la maggiore – ma non vogliono assolutamente entrare in un’altra. Altre che di fronte alla maturità di una relazione entrano in stallo. Altre ancora che non si rassegnano al dolore della fine, prolungandolo così nel tempo, anche molto oltre il necessario. Perchè l’amore finisce ma se è stato amore la fine non è mai un fallimento.Il problema è quando va tutto bene e la paura disegna la catastrofe, costituita, sempre, da qualcosa che cambia e ci fa temere che sia il preludio della fine. E niente serve a convincere del contrario.

E se tutto questo fosse uno specchio della nostra paura del cambiamento? Un’estrema difesa della nostra necessità di tenere tutto fermo perchè solo quello che controlliamo ci sembra perfetto? E se, alla fine, la lezione che ci insegna l’amore fosse proprio l’imprevedibilità, il momento per momento, e la fioritura del presente?

Le paure sono solo manifestazioni delle cose familiari del passato. Virginia Satir

Pratica di mindfulness: Cullare il cuore

© Nicoletta Cinotti 2023 Il programma di Mindful Self-compassion. Presentazione gratuita stasera alle 21 su Zoom

Archiviato in:mindfulness continuum Contrassegnato con: amore, Bioenergetica e Mindfulness Centro Studi, cambiamento, cullare il cuore, felicità, mente, mind, mindful, mindfulness, Nicoletta Cinotti, pratica di mindfulness, presente, protocolli mindfulness, protocollo mbsr, protocollo mbsr chiavari, protocollo mbsr genova, protocollo mbsr intensivo, protocollo MBSR torino Niccolò gorgoni, protocollo mindfulness torino, virginia satir

Includere o escludere?

12/05/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Nelle relazioni, quando qualcosa di quello che stiamo vivendo non ci piace, può sembrarci molto semplice e immediato, ridurre la quantità di contatto con quella persona.

Spesso appare come un modo saggio di evitare il conflitto e le cose sgradevoli della nostra vita. Semplicemente scivoliamo in una sorta di distrazione o indifferenza. E la cosa sembra chiusa lì. La nostra mente però è come una scimmia pronta ad imitare tutto quello che appare all’orizzonte e che viene presentato come facile e immediato. Lo facciamo con gli altri e lei imparerà subito – come una scimmietta veloce e dispettosa – ripeterlo anche con quella parte di noi che ha contatto con quell’aspetto.

In realtà siamo così assetati di risposte e abitudini che, se non siamo consapevoli, impariamo che questa è una buona idea e facciamo esattamente la stessa cosa anche con noi stessi. Emerge una sensazione sgradevole? La evitiamo distraendoci, portando volutamente l’attenzione su altro fino a che non sparisce dall’orizzonte. Funziona benissimo sul momento. Non funziona affatto a lunga distanza. Non possiamo escluderci da noi stessi senza pagare un prezzo alto come la perdita della consapevolezza.

Perché, per quanto possa sembrare strano, tendiamo a ripetere anche con noi stessi la modalità relazionale che abbiamo con gli altri. Sia per gli aspetti spiacevoli che piacevoli. Così, se il nostro modo di stare nel mondo e nelle cose è privilegiare il piacevole immediato, prenderemo abitudini che ci diano un immediato sollievo, senza considerare l’effetto di quello che scegliamo a lunga scadenza. Alla fine, infatti, la consapevolezza nasce dal nostro modo di stare in relazione con noi stessi e con gli altri. E se escludiamo gli altri, escluderemo anche quella parte di noi che gli assomiglia.

Nel corso degli anni mi sono a poco a poco reso conto che la consapevolezza è essenzialmente relazionalità. In altre parole riguarda come ci rapportiamo a qualsiasi cosa, inclusi il nostro corpo e la nostra mente, i nostri pensieri e le nostre emozioni, il nostro passato e tutto ciò che ci ha condotto infine, ancora respirando, a questo momento presente.(…) Ma fermati un momento a riflettere su qual è l’alternativa. Quali sono le implicazioni di non abbracciare e abitare la vita che ti è dato vivere nel solo momento in cui puoi viverla? Quanto senso di perdita, lutto e sofferenza c’è in tutto ciò?  Jon Kabat Zinn

Pratica di mindfulness: Siate semplicemente con il vostro respiro

© Nicoletta Cinotti 2023 Tornare a casa

Archiviato in:mindfulness continuum Contrassegnato con: Bioenergetica e Mindfulness Centro Studi, conflitto, consapevolezza, corpo, cullare il cuore, emozioni, felicità, jon kabat zinn, Kabat Zinn, mente, mind, mindful, mindfulness, mindfulness for kids, mindfulness in pratica, mindfulness interpersonale, Nicoletta Cinotti, parole, pensieri, prati, pratica di mindfulness, pratica di mindfulness. consapevolezza, pratica formale, presente, protocolli mindfulness, protocollo mbsr chiavari, protocollo mbsr genova, protocollo MBSR torino Niccolò gorgoni

Un equivoco sull’amore

09/05/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Molto spesso, quando parliamo di amore, lo facciamo legandolo ad una relazione. L’amore per il partner, per i figli, per gli amici ma non consideriamo abbastanza che questa emozione esiste in noi anche al di là delle relazioni in cui si esprime.

Guardandolo da questa prospettiva limitata potremmo pensare che questo sentimento abbia bisogno di una specifica relazione per esprimersi. Invece ha solo bisogno che riconosciamo questa risorsa dentro di noi, che le diamo spazio. Che la coltiviamo proprio come coltiviamo le altre buone qualità che abbiamo.

Se leghiamo questo sentimento troppo strettamente alle relazioni reali, nei momenti difficili – nei periodi in cui la relazione incontra una crisi – potremmo pensare che l’amore se ne sta andando dalla nostra vita. E che, per riprenderlo, sia necessario trovare subito un partner alternativo. L’amore è un sentimento che appartiene a ciascuno di noi e la relazione è uno degli spazi in cui può essere vissuto. Ma la sua dimora è interna e il suo movimento naturale è l’apertura. Quell’apertura che possiamo coltivare in ogni giornata e in ogni momento della nostra giornata. Non ci rende più vulnerabili.

Il rischio di essere feriti non è in relazione alla nostra apertura ma la nostra apertura ci garantisce quella ricchezza di scambio e di presenza che rende ogni giornata unica.

Un’unica parola ci libera dal peso e dal dolore della vita. Questa parola è amore. Sofocle

Pratica di mindfulness: Pratica di Metta

© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBCT online

Vuoi saperne di più? Leggi Amore, mindfulness e relazioni. Qualità mindful per amare senza equivoci”

 

Archiviato in:mindfulness continuum Contrassegnato con: amore, Bioenergetica e Mindfulness Centro Studi, compassione, cullare il cuore, gentilezza amorevole, interventi mindfulness, lavorare con le emozionj, meditazione di consapevolezza, mente, mind, mindful, mindfulness, Nicoletta Cinotti, pratica di mindfulness, tornare a casa

  • Vai alla pagina 1
  • Vai alla pagina 2
  • Vai alla pagina 3
  • Pagine interim omesse …
  • Vai alla pagina 6
  • Vai alla pagina successiva »

Footer

Sede di Genova
Via XX Settembre 37/9A
Sede di Chiavari
Via Martiri della Liberazione 67/1
Mobile 3482294869
nicoletta.cinotti@gmail.com

Iscrizione Ordine Psicologi
della Liguria n°1003
Polizza N. 500216747, Allianz Spa
P.IVA 03227410101
C.F. CNTNLT59A71H980F

  • Condizioni di vendita
  • Privacy e Cookie Policy
  • FAQ
  • Iscriviti alla Newsletter

Le fotografie di questo sito sono state realizzate da Rossella De Berti e Silvia Gottardi
Concept e design Marzia Bianchi

Impostazioni Cookie

WebSite by Black Studio