• Passa al contenuto principale
  • Passa al piè di pagina
Nicoletta Cinotti
  • Nicoletta
  • I miei libri
  • Blog
  • Contatti
  • Iscriviti al blog
  • Mindfulness
    • Cos’è la Mindfulness
    • Protocollo MBSR
    • Protocollo MBCT
    • Il Protocollo di Mindfulness Interpersonale
    • Il Protocollo di Mindful Self-Compassion
    • Mindful Parenting
    • Mindfulness in azienda
  • Bioenergetica
    • Cos’è la Bioenergetica
    • L’importanza del gruppo
  • Corsi
  • Percorsi suggeriti
  • Centro Studi
  • Nicoletta
  • I miei libri
  • Blog
  • Contatti
  • Iscriviti al blog
AccediCarrello

esercizi mindfulness

Quando le emozioni fanno ammalare?

24/06/2023 by nicoletta cinotti

Le emozioni sono il sale della vita, potremmo dire sinteticamente. Come il sale hanno bisogno di essere dosate. Troppo sale può rovinare una pietanza e renderla immangiabile. Oppure l’assenza di sale può suscitare un senso di delusione. Proprio come un incontro senza emozioni. Però se la quantità di sale dipende da noi spesso pensiamo spesso che le emozioni che proviamo non dipendono da noi. O meglio che dipendano da forze di cui non abbiamo padronanza. Arrivano, ci attraversano e se ne vanno.

I bambini capiscono le emozioni?

Abbiamo tutti l’esperienza della grande sensibilità che i bambini possono avere nei confronti delle emozioni. Eppure molte delle nostre difficoltà emotive hanno radice nella nostra infanzia. Come mai?I bambini provano emozioni con grande intensità ma molto spesso non sono in grado di comprenderle correttamente. O meglio le comprendono in una prospettiva egocentrica che fa credere loro di essere responsabili di tutte le cose che accadono: positive e negative.

In parte il senso di colpa nasce così. Accade un evento traumatico – come una separazione – e i bambini possono sbagliare valutazione e pensare che è colpa loro. Questo errore di valutazione emotivo infantile permane poi anche nell’età adulta. In qualche modo potremmo dire che non sono le emozioni ad essere un problema: lo sono le valutazioni che facciamo sulla base delle emozioni che proviamo. Due bambini – posti di fronte ad uno stesso evento – possono darne valutazioni completamente diverse a seconda del loro umore e della loro fiducia in se stessi. La valutazione del bambino più insicuro tenderà a conservarsi più a lungo – come se fosse messa sotto sale – perchè assocerà questa valutazione ad una protezione dal pericolo o dalla perdita e finirà per condizionare la sua visione del mondo. Questo, molto in sintesi, è il processo che facciamo e che rende le nostre risposte adulte più infantili di quello che vorremmo. L’unico modo serio per intervenire sui processi di valutazione emotivi è la consapevolezza. Ecco perchè una terapia dell’essere (consapevoli) può offrire risultati così buoni: perchè permette di intervenire sui processi di valutazione emotivi a partire non dal pensiero ma dalle emozioni stesse.

Facciamo un esempio

Le emozioni vengono suscitate da qualcosa nell’ambiente esterno o interno (per esempio una sensazione fisica) e vengono immediatamente classificate in aree: pericolo, provocazione, perdita.

Questa risposta utilizza l’esperienza che ci siamo fatti nel corso della vita. Quindi per me – che sono sempre vissuta in città – un animale selvatico riveste un senso di maggior pericolo che per una mia coetanea vissuta sempre in una zona boschiva. Se non siamo consapevoli di quello che succede – a livello fisico ed emotivo – passeremo velocemente ad agire la risposta abituale che però, può essere basata su un cattivo apprendimento infantile che, così, verrà ulteriormente rinforzato.

Andiamo più nel dettaglio con una emozione molto frequente: la rabbia. Mettiamo che abbiamo una propensione a considerare provocazione quello che ci accade. Una propensione molto alta a sentirci provocati a causa di una storia infantile in cui siamo stati molto sfidati. La nostra tendenza sarà quella di reagire aggressivamente con una facilità maggiore e quindi a ricevere più frequentemente risposte aggressive che consolideranno ulteriormente la nostra convinzione. Se però siamo consapevoli a livello fisico di quello che accade possiamo accorgerci del restringimento della spaziosità interna prodotta dall’aumento di tensione dei muscoli connessi all’espressione dell’aggressività. E riportare – attraverso il respiro – una maggiore spaziosità e un maggiore rilassamento muscolare.  A quel punto,  – se non siamo in una di quelle rare situazioni in cui è bene essere prontissimi – ci accorgeremo che sotto la rabbia sta un’altra emozione. Forse paura, vergogna, senso di esclusione. Dipende. E cercheremo di dare una risposta più adeguata perchè avremo sentito che cosa è davvero il nostro bisogno.

Mannaggia che umore!

A tutto questo è necessario aggiungere due parole sull’umore. L’umore tende a influenzare la durata delle emozioni. Se il nostro umore è alto le emozioni scorrono veloci. Se è basso ristagnano pesanti. Non solo: l’umore attiva processi di memoria congruenti. Se siamo felici ci ricordiamo solo cose liete e viceversa. Saper riconoscere la differenza tra umore ed emozione è fondamentale: molte delle difficoltà che abbiamo infatti più che connesse alle nostre emozioni sono connesse alla variabilità del nostro umore, per cui passiamo con estrema facilità, dall’alto (o altissimo) al basso (o bassissimo). In questi casi sapersi ancorare al corpo e al respiro è fondamentale per non finire trascinati dagli sbalzi d’umore e per saper riconoscere la differenza tra l’uno (emozione) e l’altro (umore).

Molte emozioni inoltre sono senza fondo: sono le emozioni più importanti della nostra vita o strettamente legate al momento che stiamo vivendo. Saper offrire un contenitore sufficientemente ampio a queste emozioni permette di rimanere presenti e di non farci trascinare troppo verso il basso (la tristezza) o troppo verso l’alto (la rabbia).

 

Attenti colleghi ad esagerare con l’espressione

Nella psicoterapia lavoriamo molto sulle modalità ripetitive di risposta. È fondamentale saperle riconoscere; individuare gli elementi corporei, emotivi, cognitivi che le compongono. Nel fare questo però corriamo un rischio: ossia di solidificarle ancora di più come se fossero immodificabili. È importante quindi portare l’attenzione non solo sugli aspetti legati alla struttura delle emozioni ma anche sulla loro transitorietà e sugli elementi che fanno da passaggio tra una emozione e l’altra.In modo da sottolineare la possibilità di lasciar andare. Inoltre l’espressione emotiva deve essere sempre preceduta dalla consapevolezza, altrimenti quello che può accadere – e frequentemente accade – è che la persona, esprimendo quello che sente, perda la consapevolezza di ciò che accade. Non a caso Lowen sottolinea l’interazione tra gli aspetti espressivi, la consapevolezza e la padronanza di sé.

Penso che molte delle nostre strategie difensive siano un modo per saltare via da quello che sentiamo fisicamente ed emotivamente e rifugiarci così nella mente. Trasformiamo le nostre emozioni troppo velocemente in pensieri, il che significa che tralasciamo gli aspetti corporei. Mark Epstein[

Caro Winnicott

Uno dei primi psicoanalisti ad avere chiara la relazione tra corpo ed emozione fu Winnicott che, essendo uno psicoanalista infantile, aveva un osservatorio privilegiato: lo sviluppo emotivo dei bambini. Quando un bambino cresce in un ambiente non favorevole è costretto ad allontanarsi dalle emozioni, che sarebbero soverchianti, attraverso il pensiero. In questo modo sposta molte delle sue energie dalle sensazioni emotive ai pensieri. Questo però comporta una sorta di tristezza: la tristezza di aver perso la dimensione emotiva nella sua pienezza a favore di quella mentale. Ecco perchè ripristinare la capacità di sperimentare la gioia nelle persone è così importante: perchè cura quella tristezza primaria che viene dall’aver abbandonato il sentire a favore del pensare.

© Nicoletta Cinotti 2023

Libri consigliati

Nicoletta Cinotti, Mindfulness ed emozioni, Gribaudo editore

Il Protocollo MBCT: Protocollo per la prevenzione delle ricadute depressive

Archiviato in:approfondimenti, esplora, Protocollo MBCT Contrassegnato con: mindfulness trauma sensitive, corsi mindfulness, esercizi mindfulness, spiritualità del corpo, tensioni, terapia cognitiva basata sulla mindfulness, vinyasayoga

La malattia del narcisismo

31/05/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Se qualcuno dovesse chiedermi qual è la peggiore malattia non credo che avrei dubbi. La peggiore malattia è il narcisismo.

Per tante ragioni: perchè ci rende insensibili al dolore degli altri e ci fa sentire solo il nostro. Perché ci fa essere troppo occupati con cose che non sono davvero necessarie, Ma, soprattutto, perchè ci avvolge in una dolorosa inconsapevolezza. L’inconsapevolezza che nasce dal non riuscire a vedere davvero oltre se stessi, e dal non riuscire a vedere dentro se stessi. Il vuoto interiore copre la visione

Il guaio di tutto questo è che il nostro narcisismo ci fa credere esattamente l’opposto. Ci fa credere di passare il tempo ad occuparsi degli altri, di essere tremendamente consapevoli e soprattutto di vedere molto bene dentro e fuori di noi. E nessuno può contraddirci.

Questo avviene perchè i confini del nostro io si espandono, si allargano fino ad includere le persone che fanno parte della nostra sfera intima e, qualche volta si estendono anche oltre, ad includere i nostri conoscenti e oltre ancora ad includere tutta l’umanità. E questo ci sembra espressione della nostra grande empatia. Non ci rendiamo conto che stiamo inglobando le persone nell’immagine che abbiamo di loro e che, in questo modo, non comprenderemo loro ma gli attribuiremo emozioni e intenzioni che nascono da noi.

Il narcisismo non sempre è una malattia. Attraversiamo inevitabilmente fasi di narcisismo. Diventa una malattia quando – una volta adulti – continuiamo ad attraversare la vita come se tutto ci fosse dovuto. Diventa una malattia quando siamo fuori tempo massimo e pretendiamo che non sia così. Diventa una malattia quando sbagliano solo gli altri e noi abbiamo sempre ragione.

Trattare il proprio narcisismo come una parte di sé, come un inquilino arrogante, ci permette di restituire a noi la voce dovuta, senza negare che, qualche volta, il narcisismo può oscurarci o oscurare la nostra capacità di amare.

Cosa mi fa avere fame di essere visto e cosa mi fa desiderare scomparire? Tutte domande stimolate dalla relazione nelle .quali il narcisismo svanisce per lasciare posto a chi siamo. Non il nostro ideale di noi stessi ma quello che siamo davvero.

Siamo continuamente sollecitati ad essere ciò che siamo. Henry David Thoreau

Pratica di mindfulness: La fame di essere visti, la fame di non essere visti

© Nicoletta Cinotti 2023. Reparenting ourselves. Ritiro di bioenergetica e mindfulness

 

 

Archiviato in:mindfulness continuum, reparenting Contrassegnato con: Bioenergetica e Mindfulness Centro Studi, consapevolezza, emozioni, esercizi di mindfulness, esercizi mindfulness, mente, mind, mindful, mindfulness, Nicoletta Cinotti, pratica di metta, pratica di mindfulness, protocollo mbsr chiavari, protocollo mbsr genova, protocollo MBSR torino Niccolò gorgoni, protocollo mindfulness torino, tornare a casa

Le buone azioni di poco conto

03/03/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

[box] Non prendete alla leggera le buone azioni di poco conto, Credendo che siano di scarso aiuto. Le gocce d’acqua, una dopo l’altra, Nel tempo riempiono un enorme vaso. Patrul Rinpoche[/box]

Probabilmente ognuno di noi ha un animo grandioso e così immagina che il cambiamento, la pratica, l’impegno debbano essere azioni rivoluzionarie e grandiose. Qualcosa come un anno sabbatico, un’illuminazione totale, un rivolgimento radicale. Tutto questo è possibile e non va certo sottovalutato ma, a volte, il fatto che non possiamo fare un’azione grandiosa diventa una scusa per non fare nemmeno un’azione minima.

Così, visto che non possiamo meditare per un’ora, non lo facciamo nemmeno per mezz’ora e visto che non possiamo farlo per mezz’ora non lo facciamo nemmeno per 15 minuti o per 5 minuti.

Forse è il nostro animo romantico che ci fa desiderare lo Sturm und drang – l’impeto e l’assalto – che ci rende eroici e ci fa dimenticare l’eroismo delle piccole cose, delle azioni minime, per noi stessi e per gli altri. Eppure in quel minimo sta la saggezza della vitalità, che ogni giorno si conferma, senza clamore, ai nostri occhi. Il quieto ripresentarsi delle stelle, il minimo scorrere delle cose e quei movimenti minimi del cuore e dei polmoni che ci tengono in vita.

Così meglio non sottovalutare la rivoluzione silenziosa delle minime cose: può cambiare il mondo, la nostra vita, noi stessi.

Poesia del giorno: La pazienza delle cose comuni

Pratica del giorno: Addolcire, confortarsi, aprire (Pratica di 5 minuti)

© Nicoletta Cinotti 2023 Reparenting. Corso registrato

Archiviato in:mindfulness continuum, Protocollo MBSR Contrassegnato con: amore, Bioenergetica e Mindfulness Centro Studi, blog nicoletta cinotti, cambiamento, centro studi nicoletta cinotti, destinazione mindfulness, esercizi mindfulness, interventi mindfulness, lavorare con le emozioni, meditazioni, meditazioni mindfulness, mindfulness e poesia, mindfulness in pratica, Nicoletta Cinotti, pazienza, poesia, poesia del giorno, pratica di mindfulness, pratica formale, pratica informale, presente, silenzio

Le radici della felicità: tranquillità e rilassamento

07/06/2016 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Ciao,forse stai progettando le tue vacanze. Magari non sai se farle al mare o in montagna ma certamente vorresti arrivare a settembre tranquillo, rilassato e con le riserve di felicità ben nutrite.

Se è così il ritiro di settembre “Le radici della felicità” (Clicca sulle parole colorate per andare alla scheda evento)può essere proprio quello che stai cercando. Sarà un ritiro speciale, nella transizione tra l’estate e la ripresa delle attività, in una cornice naturale di semplice bellezza, tre giorni pieni dedicati a te, per rimuovere gli ostacoli alla felicità e portarla con te durante tutto l’anno…e anche oltre!

Un’occasione per conoscere la mindfulness o per approfondirla, se già pratichi da un po’ di tempo. Il lavoro corporeo ci aiuterà a sciogliere blocchi e tensioni. E in questo ritiro, un’altra interessante novità: colloqui individuali per sostenere la pratica, approfondire la conoscenza di te e rendere questa esperienza unica, con la forza della bioenergetica e la dolce saggezza della mindfulness.

Giaiette, Genova dal giovedì 1 Settembre alle 17 a domenica 4 settembre alle16 con Nicoletta Cinotti

Archiviato in:mindfulness continuum Contrassegnato con: bioenergetica, Bioenergetica e Mindfulness Centro Studi, blocchi, corpo, destinazione mindfulness, esercizi mindfulness, felicità, giaiette, interpersonal mindfulness, mente, mindfulness, mindfulness tools, Nicoletta Cinotti, orientamento alla realtà, parma protocollo mbsr, pratica di mindfulness, ritiri, ritiri di mindfulness, ritiri di mindfulness e bioenergetica, ritiro, ritiro di bioenergetica e mindfulness, ritiro di meditazione, ritiro di mindfulness

Le nostre convinzioni ansiose

13/02/2016 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Quando siamo ansiosi si verifica un fenomeno percettivo: tendiamo a generalizzare. Tendiamo cioè a vedere solo l’aspetto che ci produce ansia e le proporzioni che ha, per noi,sono ingigantite.

Questa distorsione percettiva è difficile da modificare: impossibile convincere la persona che è una distorsione dovuta all’ansia perché tendiamo ad identificarci con la nostra percezione soprattutto se riceve la conferma delle nostre emozioni.

La percezione però può essere distorta da quello che proviamo emotivamente o essere distorta da quello che pensiamo: ce ne possiamo accorgere facilmente verificando le diverse percezioni dello scorrere del tempo. Per alcuni il tempo è volato, per altri, durante la stessa attività sembrava non passare mai

Così, se vogliamo sopravvivere alle nostre convinzioni ansiose, abbiamo bisogno di fare due cose, semplici ed efficaci. Spolverare la percezione con regolarità è la prima. Cosa vuol dire? Vuol dire fare attenzione a come e cosa percepiamo in condizioni neutre. Potremmo scoprire tantissime cose sul nostro modo di percepire e, gradualmente rendere, la percezione più radicata nella realtà, meno condizionata dagli stati d’animo.

La seconda cosa, meravigliosamente interessante, è scoprire i dettagli, le sfumature e le molteplici diversità di una stessa esperienza. Anziché generalizzarla, guardarla nel particolare e coglierne i molteplici aspetti sempre presenti. Potremmo così scoprire che, anche nei momenti difficili, ci sono attimi di felicità.

Accogliere e accettare significa praticare la consapevolezza della realtà. E riconoscere con semplice, ma non facile sincerità, che i pensieri non sono fatti. Nicoletta Cinotti Destinazione Mindfulness 56 giorni per la felicità

destinazione mindfulnessPratica di mindfulness: La classe del mattino

© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi

Foto di ©Felinux – Cogito ergo boom!

Archiviato in:mindfulness Contrassegnato con: Bioenergetica e Mindfulness Centro Studi, blog nicoletta cinotti, classi d'esercizi. nicoletta cinotti, consapevolezza, destinazione mindfulness, emozioni, esercizi di mindfulness, esercizi mindfulness, felicità, fondamenti bioenergetica, gruppo terapeutico, interpersonal mindfulness, interventi mindfulness, lavorare con le emozionj, mente, mindful, Nicoletta Cinotti, pensieri, pratica di mindfulness

Le superfici ruvide

02/02/2016 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Le nostre difese vengono mantenute attive sulla base di due fondamentali confusioni. La prima confusione è tra avere dei confini e difendersi. Se siamo flessibili nei nostri confini non sono necessarie difese: sapremo far rispettare la nostra posizione perché noi la conosciamo e rispettiamo.

L’altra confusione è tra difendersi e proteggersi. La protezione è un nostro diritto che non richiede difesa: richiede saggezza, elasticità, comprensione dei reali pericoli. Tutte cose che con le difese rischiamo di vedere in modo distorto. Così la difesa è una protezione preventiva, all’idea che possa accadere qualcosa di negativo.

Peccato però che le nostre difesa sorgano dopo essere stati feriti e quindi, hanno già fallito una volta. Peccato ancora che, poi, continuino a fallire perché ci fanno vivere in un clima di sospetto e paura e rendono i nostri confini superfici ruvide e impermeabili.

In fondo, continuiamo a tenere attive le nostre difese perché non abbiamo fiducia della nostra capacità di proteggerci, della nostra saggezza nel farlo e non abbiamo fiducia che sapremo distinguere i limiti oltre i quali possiamo farci male. Così teniamo sempre attive le nostre difese e trasformiamo la nostra vita in una fortezza con moltissimi punti deboli. Perché per difenderci rischiamo di dimenticare quello che dovremmo nutrire.

Le superfici ruvide dell’egoismo che fanno attrito rispetto al mondo e spesso procurano a noi e agli altri sofferenza e un senso di estraniamento, isolamento, impoverimento. Levigare queste asperità aiuta a divenire più consapevoli della propria ricchezza interiore. Jon Kabat Zinn

Pratica di mindfulness: Self compassion breathing

© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi

Foto di ©kizeme

Archiviato in:mindfulness continuum Contrassegnato con: Bioenergetica e Mindfulness Centro Studi, comunicazione, consapevolezza, esercizi bioenergetica, esercizi mindfulness, fiducia, gregory kramer, insight dialogue, interventi mindfulness, jon kabat zinn, Kabat Zinn, mind, mindful, mindfulness, Nicoletta Cinotti, pratica di mindfulness, protocollo di mindfulness interpersonale, protocollo mbsr, self compassion

  • Vai alla pagina 1
  • Vai alla pagina 2
  • Vai alla pagina successiva »

Footer

Sede di Genova
Via XX Settembre 37/9A
Sede di Chiavari
Via Martiri della Liberazione 67/1
Mobile 3482294869
nicoletta.cinotti@gmail.com

Iscrizione Ordine Psicologi
della Liguria n°1003
Polizza N. 500216747, Allianz Spa
P.IVA 03227410101
C.F. CNTNLT59A71H980F

  • Condizioni di vendita
  • Privacy e Cookie Policy
  • FAQ
  • Iscriviti alla Newsletter

Le fotografie di questo sito sono state realizzate da Rossella De Berti e Silvia Gottardi
Concept e design Marzia Bianchi

Impostazioni Cookie

WebSite by Black Studio