Le nostre difese vengono mantenute attive sulla base di due fondamentali confusioni. La prima confusione è tra avere dei confini e difendersi. Se siamo flessibili nei nostri confini non sono necessarie difese: sapremo far rispettare la nostra posizione perché noi la conosciamo e rispettiamo.
L’altra confusione è tra difendersi e proteggersi. La protezione è un nostro diritto che non richiede difesa: richiede saggezza, elasticità, comprensione dei reali pericoli. Tutte cose che con le difese rischiamo di vedere in modo distorto. Così la difesa è una protezione preventiva, all’idea che possa accadere qualcosa di negativo.
Peccato però che le nostre difesa sorgano dopo essere stati feriti e quindi, hanno già fallito una volta. Peccato ancora che, poi, continuino a fallire perché ci fanno vivere in un clima di sospetto e paura e rendono i nostri confini superfici ruvide e impermeabili.
In fondo, continuiamo a tenere attive le nostre difese perché non abbiamo fiducia della nostra capacità di proteggerci, della nostra saggezza nel farlo e non abbiamo fiducia che sapremo distinguere i limiti oltre i quali possiamo farci male. Così teniamo sempre attive le nostre difese e trasformiamo la nostra vita in una fortezza con moltissimi punti deboli. Perché per difenderci rischiamo di dimenticare quello che dovremmo nutrire.
Le superfici ruvide dell’egoismo che fanno attrito rispetto al mondo e spesso procurano a noi e agli altri sofferenza e un senso di estraniamento, isolamento, impoverimento. Levigare queste asperità aiuta a divenire più consapevoli della propria ricchezza interiore. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi
Foto di ©kizeme
Lascia un commento