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protocollo mbsr intensivo

Essere risoluti

05/09/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Quando iniziamo ad aprire la nostra consapevolezza non è insolito attraversare periodi di incertezza. È l’incertezza che nasce dall’essere in una diversa prospettiva. L’incertezza che nasce dal rallentare. Quella che ci fa perdere l’equilibrio nella meditazione camminata.

È una incertezza salutare perché ci permette di non procedere per false certezze e ci offre il tempo di scegliere qual è la risposta che davvero vogliamo dare.

Non significa però essere indecisi: significa essere aperti al campo delle possibilità e scegliere quella che vogliamo percorrere. Proseguendo poi, per quella strada con un atteggiamento risoluto.

Risoluto – parola usata pochissimo – eppure così ricca. Non è severo, non è duro. È il participio passato di risolvere. Significa essere sciolto, deliberato a fare da una spinta interiore che nasce dalla mente cuore, determinato. È parte di una pratica informale che Jon Kabat Zinn suggerisce e che è la pratica informale di oggi. Da fare per pochi minuti, semplicemente portando l’attenzione all’interno, al respiro. E da ripetere, all’occorrenza, in qualsiasi momento.

Pratica informale: Respirate, lasciate correre; astenetevi dal voler produrre qualcosa di diverso in questo momento; mentalmente ed emotivamente lasciate che questo momento sia esattamente com’è e lasciate a voi stessi la libertà di essere così come siete. Poi, quando sarete pronti, muovetevi nella direzione dettata dal cuore, consapevoli e risoluti. Jon Kabat Zinn

© Nicoletta Cinotti 2023 Serata di presentazione del protocollo MBSR e MBCT

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L’antidoto alla proliferazione mentale

10/08/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Se c’è una cosa davvero originale dell’analisi bioenergetica è che Lowen  – per primo – ha portato il movimento nella stanza della psicoterapia.

Noi viviamo in movimento eppure, fino ad allora, la psicoterapia si consumava nell’immobilità. Due persone sedute in poltrona oppure una sul lettino e l’altra dietro, nascosta alla visuale. Una situazione totalmente irreale rispetto a quello che accade ordinariamente.

Portare il movimento in psicoterapia ha significato non solo lasciare spazio al linguaggio del corpo ma rendere reale la psicoterapia in modi che sono autentici e spontanei. Perché il nostro movimento, per quanto consapevole, dice sempre qualcosa in più delle nostre parole. E nasce prima delle parole.

Così essere consapevoli dei nostri movimenti significa dare, alla consapevolezza, quella profondità che le è necessaria perché non sia un’idea. Rimanere consapevoli, momento per momento, man mano che ci muoviamo nel mondo è il miglior antidoto al proliferare dei pensieri che sia mai stato inventato.  Ed è sempre a nostra portata.

Il sé non può essere disgiunto dal corpo e la coscienza di sé non può essere separata dalla consapevolezza del corpo. Per me, almeno, la via della crescita è quella del contatto con il mio corpo e della comprensione del suo linguaggio. Alexander Lowen

Pratica del giorno: Bioenergetica (una parte del corso di Bioenergetica e yoga)

© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBSR online

 

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L’insistenza della mente e lo scorrere del cuore

30/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Poche cose sono più misteriose dell’insistenza. A volte mi sorprende quanto possa essere persistente malgrado sia negativa. Eppure c’è una sorta di attaccamento che rende difficile lasciarla andare. Insistiamo nel ripetere gli stessi errori. Insistiamo nel chiedere le stesse cose. insistiamo per il nostro desiderio di essere visti, di essere ascoltati, di realizzare quello che abbiamo nella mente.

L’insistenza nasce da un pensiero fortemente intriso di concentrazione che assume una spinta all’azione ripetuta. È formidabile nel convincerci quanto sia necessario insistere. Come se fosse più importante obbedire a questa spinta che cogliere i segnali di disagio nostri e altrui. Rinunciare ad insistere ci fa sentire falliti. Insistere, invece, molto spesso, ci mette nella condizione di essere rifiutati. Eppure non rinunciamo a questa ripetizione.

Accade perché l’insistenza è un pensiero intriso di un’emozione di cui ha perso il ricordo, con una fortissima spinta all’azione. Solo la mente riesce a tollerare tale e tanta ripetizione. il cuore scorre perchè sa che fermarsi equivale a morire. il cuore scorre perchè funziona proprio tutto attorno allo scorrere e alla pulsazione. Mentre la mente funziona attorno alla concentrazione e all’attenzione che deve fermare per un tempo sufficiente un oggetto perché possa conoscerlo. Quando poi la concentrazione è troppa nasce l’insistenza. Se diventa patologica nasce l’ossessione e la compulsione.

È l’insistenza la radice della coazione a ripetere gli stessi errori. Non nasce da un impulso emotivo – come diceva Freud – ma da un’ emozione che è rimasta incastrata nei nostri pensieri. Se la riporteremo a casa, al cuore, anche la nostra insistenza svanirà. Non una volta per tutte ma quella volta ci insegnerà la strada per tutte le volte future.

Implorare. Chiedere qualcosa con un’insistenza proporzionata alla convinzione che la cosa non verrà concessa. Ambrose Bierce, Il dizionario del diavolo

Pratica di mindfulness: La meditazione del fiume

© Nicoletta Cinotti 2023 Amore, mindfulness e relazioni, Corso registrato

 

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Arrivare sul posto

10/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Alcuni uomini di una tribù africana furono ingaggiati da una troupe televisiva americana perchè li guidassero, con tutto il loro equipaggiamento, nel percorso di ritorno dalla giungla fino alla città. I giornalisti, pressati dalla fretta, insistettero per tenere un’andatura piuttosto veloce, per più giorni di seguito. A un certo punto, ad una giornata di distanza di cammino dalla meta, i portatori si rifiutarono di muovere un passo in più; a nulla valsero le implorazioni, gli incoraggiamenti e le promesse. La troupe televisiva li implorava dicendo che erano quasi arrivati, che bastava un ultimo sforzo per portarli a destinazione, ma i portatori erano irremovibili. La ragione? Dissero che avevano viaggiato a un ritmo così innaturale che dovevano proprio fermarsi un po’ ad aspettare che la loro anima riuscisse a raggiungere il rispettivo corpo.

È così: riusciamo a raggiungere un luogo solo quando arriviamo davvero e siamo presenti, al di fuori del pensiero, pienamente in noi con tutti i sensi. Forse è qui che sta la continua frammentazione, i problemi, la confusione del genere di vita che facciamo. In fin dei conti riusciamo alla fine di tutte le nostre esplorazioni ad arrivare là da dove eravamo partiti e conoscere il luogo per la prima volta? Sentiamo cosa dice T.S. Eliot

Non smetteremo di esplorare e la fine di tutte le nostre esplorazioni sarà arrivare là da dove eravamo partiti e conoscere il luogo per la prima volta. Attraversiamo il varco ignoto ma che poi ricordiamo quando l’ultima terra che resta da conoscere è quella in cui eravamo da principio; alla sorgente del fiume più lungo la voce della cascata nascosta e i bambini fra i rami del melo non conosciuti, perchè non cercati, ma uditi, intrasentiti, nella quiete che c’è fra un’onda del mare e quella dopo. T.S.Eliot, da Lieve vertigine in Quattro quartetti[

Jon Kabat Zinn Riprendere i sensi

© Addomesticare pensieri selvatici www.nicolettacinotti.net

 

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La capacità di scegliere

08/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Molte volte ci sembra che, prima di iniziare qualcosa di nuovo, sia essenziale capire di cosa si tratta.

Così, seguendo le nostre abitudini mentali, cerchiamo di inquadrare una esperienza nuova in una delle categorie già usate in passato. Facciamo domande, cerchiamo di farci un’idea, vogliamo avere chiaro il significato di quello che andremo a fare. E raramente ci accorgiamo del paradosso che sta avvenendo. Quello di decidere come sarà un’esperienza prima di averla fatta.

In questo modo rimaniamo ancorati alle nostre idee e non permettiamo nessuna variazione; permettiamo solo un proliferare di domande che alimenta lo stato mentale del dubbio, piuttosto che la capacità di scegliere. La convinzione che capire le cose prima di farle sia necessario per decidere nasce dalla supremazia che diamo alla mente sul corpo.

Non  ci sembra possibile fidarsi della nostra intuizione, fidarsi della nostra sensazione fisica e nemmeno dell’intuizione, perchè nutriamo una quota di sfiducia nei nostri confronti. Come se avessimo un nemico in casa. E il paradosso è che non ci rendiamo conto che così facendo si realizza proprio quello che temiamo: scegliere sulla base di un pregiudizio, quello che nasce quando non ci permettiamo di uscire dalla nostra consueta zona di comfort. Quello che nasce quando ci fidiamo della mente e sfiduciamo l’esperienza e il corpo.

La capacità di creare si basa sulla capacità di scegliere. Virginia Satir

Pratica di mindfulness: Intenzione e accettazione

© Nicoletta Cinotti 2023

Mindful Self-Compassion: intensivo residenziale

 

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Le mele, le pere e l’insistenza del bisogno

06/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Quando sentiamo un bisogno spesso sentiamo anche una spinta relazionale: è un aspetto primitivo quello che ci spinge verso la relazione nei momenti di necessità. Accade perchè siamo esseri sociali, nasciamo in una matrice relazionale, cresciamo in un tessuto sociale. Gradualmente impariamo a dare una risposta personale ai nostri bisogni ma, se la necessità è particolarmente significativa, è normale che la spinta sia quella di rivolgersi all’esterno. Anche solo per condividere quello che stiamo vivendo, per aprire la mente verso una prospettiva più ampia.

A volte però – proprio perchè la spinta è stata quella del bisogno – si riattivano anche aspetti primitivi della nostra esperienza e così possiamo pensare che la risposta dell’altro sia determinante rispetto alla nostra necessità. Possiamo credere che la sua accoglienza determini il valore della nostra richiesta e la possibilità di essere soddisfatti. Così chiediamo sulla base di ciò che ci manca, anziché sulla base di quello che l’altro può darci. Come se fossimo tornati bambini e l’altro fosse una specie di genitore benevolo. In questo modo inneschiamo spesso  cicli di insoddisfazione e frustrazione reciproca. Più chiediamo inutilmente, più la percezione del bisogno diventa grande, più la distanza tra quello che vorremmo e la realtà aumenta. È un po’ come chiedere mele ad un albero di pere. L’altro ci può dare un frutto. E noi possiamo beneficiare di quel frutto come nostro nutrimento, anche se non è proprio quello che avevamo chiesto. La strada dell’insistenza non ci condurrà ad una migliore risposta. Né trasformerà le pere in mele.

Questo non significa che il nostro bisogno non abbia diritto di trovare una risposta: significa che accogliere la risposta dell’altro può condurre verso l’accettazione dei nostri e altrui limiti. Può aprire accoglienza verso quella non pienezza che è il segnale della spinta a crescere. Quel morso della fame che ci spinge a cercare risposte. E a scoprire che, anche senza ricevere esattamente quello che vogliamo, siamo in grado di andare avanti. E che c’è molto altro, invece, che soddisfa proprio i nostri bisogni e va ancora oltre.

Quando decidiamo di avere bisogno esattamente di una cosa, spesso lo facciamo dentro uno schema abituale e ripetitivo di lettura della nostra realtà. Quando invece lasciamo che sia la vita a darci delle risposte raccogliamo frutti generosi. E magari scopriamo che il nostro bisogno prende un’altra forma se lo guardiamo da un’altra prospettiva.

Ci muoviamo tutti nella vita guidati dalla nostra attenzione e dalle nostre intenzioni. Kristi Nelson

Pratica del giorno: Dare e ricevere

© Nicoletta Cinotti 2023

Mindful Self-Compassion: intensivo residenziale

 

 

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