Quando qualcuno mi chiede “cosa posso leggere?” vado un po’ in panne. Un buon lettore scrive – di nuovo – ognuno dei libri che ha letto. Li scrive perchè annota qualcosa, perchè si porta via una frase, perchè inizia a parlare, dentro di sé, con l’autore del libro e, alla fine non sai mai se quel libro che ricordi è proprio scritto dall’autore o è ri-scritto dalla tua lettura. Così entro nel disorientamento, cerco di separare il grano dalla crusca e mi avventuro in qualche timido suggerimento, piuttosto incerta sulla bontà di quello che dirò.
Quest’anno però mi lancio: forte dei due incontri di pratica “Meditazione e scrittura” confesso: nessuna persona che scrive può fare a meno di leggere. Così vi faccio il mio elenco bislacco dei libri che, quest’anno, ho tenuto con me più spesso. Alcuni sono nuovi, altri vecchi. E poi ci sono i libri da cui non mi separo mai. È bislacco perchè non è una bibliografia ragionata: è proprio quello che mi ha fatto compagnia in quest’anno e che ho tenuto stretto a me.
Visto che ho sofferto tanto della mia difficoltà a scrivere posso citare subito due libri che mi hanno “salvata”: Il mestiere di scrivere di Luisa Carrada. L’ho tenuto con me insieme al libro, con lo stesso titolo, di Raymond Carver Il mestiere di scrivere. Esercizi, lezioni saggi di scrittura creativa. Sono libri rovinati dal tempo e dall’uso: hanno anche qualche macchia di caffè. In genere quelli con la macchia di caffè hanno il bollino d’oro!
Poi Luisa ha recentemente pubblicato tre libri, agili e gradevolissimi: Scrivere un’email, Struttura e sintassi e Guida di Stile: scrivere con consapevolezza. Siccome con le mail sono pessima – credo di aver fatto parecchi danni con questo mezzo di comunicazione – ho iniziato da lì e ho letto tutto, nell’ordine in cui ho scritto i titoli, in un crescendo di piacere.
Poi ci sono stati due libri rivelazione. Uno è un vecchio libro pubblicato addirittura alla fine degli anni ’70, “Il gioco interiore del tennis”di Timothy Gallwey (non scrivo il sottotitolo perchè nella mia ri-scrittura l’ho bocciato!) È bellissimo, anche se non giochi a tennis, forse soprattutto se non giochi a tennis. Racconta come ci siano sempre due giocatori: uno esplicito e l’altro implicito e di come quello implicito, interiore, possa e debba essere ascoltato anziché rimproverato. Facile capire perchè mi è piaciuto tanto.
L’altro libro rivelazione è stato “Grinta. Il potere della passione e della perseveranza” di Angela Duckworth. Racconta una storia, la sua, e una ricerca scientifica attorno al ruolo della determinazione. Il padre di Angela le ripeteva continuamente che non era un genio. E lei, molti anni dopo, ha condotto una ricerca che dimostra che, rispetto al successo accademico e personale, conta di più la determinazione del quoziente intellettivo. Cito una delle frasi di un dialogo immaginario con il padre che riporta nel libro “Papà, sono d’accordo con te. Non sarò un genio e tu conosci un sacco di persone più intelligenti di me. Ti voglio dire una cosa però. Sono cresciuta amando il mio lavoro, proprio come tu amavi il tuo. Io non voglio avere semplicemente un lavoro. Io voglio avere una vocazione che ogni giorno sia un po’ sfidante. Qualcosa che, quando mi butteranno giù, mi farà tornare in piedi. Non sarò la persona più intelligente della stanza ma cercherò di essere la più appassionata” (Traduzione dall’inglese mia e forse anche un po’ di ri-scrittura: ma il significato è rispettato!). Ecco questa frase, scritta nell’introduzione del libro – una parte che, insieme alla bibliografia, leggo sempre – è stata l’ouverture di un bellissimo viaggio di lettura e scrittura.
Per il settore poesia ho letto e riletto “Fatti vivo“, l’ultimo libro di Chandra Livia Candiani. Un libro di poesia che diventa una narrazione, un romanzo. Chandra verrà a raccontarcelo a Genova il 26 gennaio prossimo. Non poteva mancare Bukowski con la raccolta “Sull’amore” perchè Bukowski era uno che in amore non scherzava e dedica poesie intense a tutte le sue donne (che sono tante) e alla figlia, avuta molto tardi e amata teneramente.
E la meditazione? A dire il vero credo che tutti i libri siano meditazione. Perchè attivano un processo di riflessione e un cambiamento interiore Se però penso alla meditazione come argomento comincia il difficile: vi dico solo quelli che quest’anno ho riaperto più spesso e quindi tantissimi e bellissimi libri rimangono fuori. E me ne dispiace. Vi avevo avvisato però che questa è una bibliografia bislacca e appassionata. “Mindfulness relazionale” di Gregory Kramer è sempre con me: un libro che ha avuto una traduzione così bella che è persino migliore dell’originale inglese. Leggo spesso Corrado Pensa – l’unico insegnante italiano della Insight Meditation Society di Barre – e quest’anno sono tornata spesso su “Dare il cuore a ciò che conta”.
Poi ci sono titoli inglesi e ne seleziono solo uno “Love Your Enemies: How to Break the Anger & Be a Whole Lot Happier” a cura di Sharon Salzberg e Robert Thurman. Mi piacciono molto le raccolte e questa ha un tema che tocca davvero la vita di tutti i giorni: qualcuno di noi riesce a non provare mai antipatia? Io no e quindi cerco di ricordarmi qualche elemento che mi aiuti a vedere oltre le mie antipatie che, spesso, nascondono solo la paura di essere ferita.
Concludo con il mio evergreen “Paura di vivere” di Lowen. È stato uno dei primi libri di Lowen che ho letto e, malgrado ormai sia un vecchio libro sotto tanti punti di vista, rimane quello che davvero amo di più. Perchè la paura di vivere è trasversale: colpisce tutti, indipendentemente dall’età e dal successo o fallimento che attraversiamo e quindi abbiamo bisogno di qualcuno che ci racconti, con esempi vivi, cosa vuol dire attraversarla.
Mi scuso per questo lungo post: adesso credo di essermi meritata il fatto che nessuno mi chieda più “Cosa posso leggere?!”
PS: Ogni citazione che faccio nei post quotidiani riporta il link al libro da cui è tratto: basta cliccarci sopra!
Come la scrittura, anche la lettura è organica. Come dice Eudora Welty “é una delusione rendersi conto che i libri sono stati effettivamente scritti da persone, che non sono meraviglie naturali che crescono spontaneamente come l’erba”. E ogni lettore porta se stesso in questo processo che Virginia Woolf chiamava “after reading” ovvero “ciò che accade dopo aver letto. Gail Sher
Pratica di mindfulness: Centering meditation
© Nicoletta Cinotti 2017 Fatti vivo: un reading di poesia con Chandra Livia Candiani
Foto di © MichelaGila