Abbiamo due guerre molto vicine e man mano che passa il tempo il nostro coinvolgimento emotivo cambia come se potessimo abituarci al suo orrore giorno dopo giorno.
In realtà per molte persone non è così ma si sentono profondamente coinvolte dalla guerra e dalle sue orribili conseguenze. Purtroppo viviamo in un mondo in cui tendiamo a dicotomizzare in categorie opposte. La nostra mente è organizzata così e possiamo finire facilmente per giudicare una posizione giusta e l’altra sbagliata, senza quasi renderci conto che questo comporta la creazione di una categoria “nemica” e una “amica”, una posizione giusta e una sbagliata.Come se creare un nemico fosse più facile che creare un amico.
Come creiamo un nemico
Gli studi sui pregiudizi hanno mostrato che la familiarità diminuisce l’ostilità sociale e può arrestare il processo di costruzione di una inimicizia, permettendo alla fiducia di diffondersi. Si chiama effetto del contatto esteso. Jonathan Haidt ha chiamato questo processo “spegnere l’interruttore dell’Io e accendere l’interruttore del Noi”. Un processo che possiamo coltivare attraverso un. semplice esercizio proposto dai due insegnanti buddisti Sharon Salzberg e Robert Thurman.
Lavorare con il nemico esterno
- Prova a pensare a qualcuno che ti sta antipatico qualunque sia la ragione di questa antipatia. Potrebbe farti paura, ti potrebbe sembrare un rivale o potrebbe averti ferito in qualche modo. Cerca di metterlo a fuoco chiaramente ed entra in contatto con le emozioni che provi per questa persona.
- Adesso immagina di essere questa persona che sta seduta di fronte a te e ti guarda. Prova a osservarti dalla prospettiva del tuo nemico o della tua nemica. Potresti trovare gelosia, un senso di superiorità o inferiorità, invidia o competitività.
- Immergiti in queste emozioni negative che provi per questa persona e che questa persona prova per te.
- Poi prova a immaginare come le persone che gli o le vogliono bene possono percepirla e diventa consapevole dello stress che i sentimenti negativi sperimentati prima portano con sé a differenza dell’apertura che producono i sentimenti di affetto.
- Adesso cerca di mettere a fuoco una caratteristica positiva di questa persona. Se non ti viene in mente nulla immagina che questa persona vinca una competizione o riceva una cospicua somma di denaro in regalo, qualcosa che lo fa stare bene e che cambia il modo con cui si relaziona a te.
- Immagina che la sua felicità ti raggiunga e che sia così felice da non aver più nessuna motivazione di conflitto con te. Guarda come ti senti e se e come cambiano le tue emozioni riguardo a questa persona.
A volte con questo esercizio ci rendiamo conto che molti nemici esterni sono tali perché proiettiamo su di loro sentimenti negativi che viviamo dentro di noi. A volte ci potremmo anche rendere conto che il nostro nemico esterno somiglia molto ad uno dei nostri nemici interni, quella parte di noi sempre pronta ad attaccarci e criticarci.
Lavorare con il nemico interno
I nostri nemici interni abitano tutti nello stesso condominio: quello della critica e sono ben organizzati. Hanno ragioni e motivazioni che possono sembrarci inoppugnabili. Per questo ti propongo un nuovo esercizio, questa volta per il “nemico interno”
1.Inizia assumendo una posizione comoda ma attenta, e porta un’attenzione affettuosa sul respiro.
2. Riporta alla mente una situazione difficile. Forse stavi male fisicamente o vivevi un conflitto relazionale o altro ancora. Entra in contatto con il flusso di pensieri e sentimenti autocritici.
3. Ora immagina di poter vedere quella parte critica di fronte a te. Ti assomiglia? Osserva le emozioni che ha verso di te. Potrebbe esserci rabbia, delusione o emozioni più complesse come il disprezzo.
4. Mantieni un atteggiamento amichevole e prova a vedere cosa c’è dietro i pensieri accusatori. Cos’è che spaventa veramente il sé critico? Ti ricorda qualcuno? Chiediti: “Il mio sé critico ha davvero a cuore i miei migliori interessi? Vuole vedermi prosperare, essere felice e in pace? Mi incoraggia quando sono in difficoltà?”.
5. Se non è così, se non ti è d’aiuto vuoi lasciarlo guidare la tua vita? Guarda se puoi contenere il sé critico con gentilezza, riconoscendo che è provocato dalle minacce o dalle ferite del passato. Cerca di essere paziente con la paura che si nasconde dietro alle ferite del passato. Non andare più veloce o più in profondità se non ti senti a tuo agio.
6. Prova a fare queste domande al tuo sé critico:
- di cosa hai bisogno?
- se lo avessi come ti sentiresti?
7: puoi dare al tuo sé critico quello di cui ha bisogno? puoi farlo come augurio e/o intenzione se non riesci a farlo materialmente? Puoi avere l’intenzione di portare pace dentro di te?
Coltivare il coraggio
Quando parliamo di nemici abbiamo bisogno di alcune qualità: pazienza e coraggio sono alla base. È un coraggio particolare perché include il coraggio di resistere alle nostre tendenze abituali e alla loro seduttività. È il coraggio di mettere dei limiti, e, a volte, è il coraggio di perdonare. Tutte abilità che abbiamo e che, nello stesso tempo, abbiamo bisogno di coltivare.
È per questo che nel mese di Novembre, il mese dedicato alla gentilezza, ho scelto di fare una settimana di pratiche gratuite per lavorare sui nemici interni, nella speranza che questo porti pace anche ai nemici esterni e alle guerre che si combattono in varie parti del mondo.
Oltre alla consueta pratica del lunedì mattina da lunedì 13 a sabato 18 ci saranno delle pratiche dedicate alla pace, al perdono e al coraggio.
Trovi qui il programma delle pratiche gratuite
- Lunedì 13. Compassione per il Sé arrabbiato
- Martedì 14 Compassione per il Sè ansioso
- Mercoledì 15 Compassione per il Sé critico
- Giovedì 16 Pratica sul coraggio
- Venerdì 17 Pratica sul Perdono
- Sabato 18 Pratica di Metta
Tutte le sessioni saranno alle 8 su Zoom e verranno registrate e caricate sul mio Canale YouTube
ID Riunione 824 7396 1147
Passcode 052197
© Nicoletta Cinotti 2023 Il programma di Mindful Selfcompassion