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maya Angelou

Il tessuto delicato della gratitudine

23/11/2017 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Ho iniziato i post di questa settimana parlando della gratitudine: oggi, negli Stati Uniti, è il giorno del Ringraziamento. Non vorrei che questo giorno diventasse una festa d’importazione. Uno dei tanti effetti della globalizzazione.

Non è solo per questo però che il tessuto del ringraziamento è un tessuto delicato. È delicato perchè si presta ad essere un ideale e quindi, come ogni ideale, si presta a diventare un insieme di belle parole.

È delicato perchè può diventare formale, un atto di cortesia imparato con facilità e sentito con difficoltà.

Infine è delicato perchè ha una relazione intima con il dare valore all’intenzione piuttosto che ai risultati. Forse direi che la radice della gratitudine è proprio lì, remota e interiore, nell’intenzione con cui facciamo qualcosa, nell‘intenzione che coltiviamo nelle nostre relazioni. E nella sincerità di questa intenzione.

Fare questo passaggio dalla visibilità dei risultati all’interiorità dell‘intenzione vuol dire entrare in intimità e sostare nell’intimità quel tanto che ci permetta di sentire l’altro, di riconoscere, di cogliere il suo moto dell’anima. Richiede la disponibilità a perdere un po’ di tempo (non si può fare un gruppo whatsApp di ringraziamento da inoltrare a 100 contatti!), richiede la saggezza di discriminare, la gentilezza nella sincerità.

Perchè fare tutto questo lavoro? Perchè dedicare tanto tempo a un sentimento così delicato e fragile? Perchè è qui che nasce la sensazione di gioia.

Non la felicità, no, proprio la gioia. Quella leggerezza che ci accompagna quando sentiamo che, anche in mezzo alle difficoltà, può esserci una bellezza, una grazia, una luce. Quell’espansione che ci fa avvicinare oltre le nostre paure, oltre le nostre difese. Quel senso di accettazione che ci rende liberi, al di là delle condizioni limitanti della nostra vita.

La gioia non è un sentimento difficile: basta ripetersi “Che io possa apprezzare il mio impegno, che io possa gustare quello che imparo, che io possa essere grato per la mia vita” e subito si diffonde e si allarga in cerchi, a toccare tutte quelle persone verso le quali proviamo gratitudine. Compaiono così spontaneamente, senza liste, né gruppi. E a loro è dedicato il nostro ringraziamento. Non solo oggi ma ogni giorno.

Un uccello non canta perché ha una risposta. Canta perché ha una canzone. Maya Angelou

Pratica di Mindfulness: La meditazione sulla gratitudine (Dalla pagina Meditazione in diretta del lunedì)

© Nicoletta Cinotti 2017 Un percorso terapeutico verso l’accettazione radicale

Foto di ©eRachel11

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Oh darling moments!

15/11/2017 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Ieri una persona cara mi ha detto “sai io mi sento sola perchè qui tutti sono indaffarati a pensare alle loro cose. Corrono, si affannano, ti vedono, si, ma in modo strumentale. Perchè puoi essere utile per realizzare qualcosa ma non perdiamo mai tempo insieme!” Questa persona abita a NYC ma, in fondo, questa condizione non è esclusiva di quella città. È diventata una condizione dell’anima esportabile in qualunque parte del mondo, insieme alla corsa quotidiana.

Forse questa è proprio l’altra sfaccettatura della lentezza e della presenza: se siamo di corsa, se abbiamo un’idea fissa in mente, un progetto da realizzare, un target da raggiungere, è come se restringessimo il campo della percezione. Come se vedessimo solo quella cosa in lontananza: una sorta di faro verso il quale ci dirigiamo escludendo tutto il resto. E smettendo di guardarci negli occhi.

Perchè fa perdere parecchio tempo guardarsi negli occhi. Fa sentire emozioni, fa passare informazioni, può scaldare o imbarazzare, tutte cose che non possiamo permetterci. Però, quelle rare volte in cui ci fermiamo davanti al viso di una persona e la guardiamo ascoltandola – quelle volte in cui l’altro diventa il semaforo di fronte al quale aspettare – abbiamo la possibilità di sperimentare un darling moment (ringrazio Marina per il suggerimento). Un momento di tenerezza. Quella tenerezza coltiva presenza: non stiamo perdendo tempo, stiamo dilatando lo spazio d’esistenza. A volte viviamo l’altro come un semaforo rosso da bruciare prima possibile. Altre volte come un luogo in cui fermarsi e dilatare lo spazio. Non si perde tempo facendo così: si acquista spessore e le nostre comunicazioni acquistano significato e profondità.

A volte lo spazio si dilata così tanto che sembra di essersi persi: invece è proprio il momento in cui ci ritroviamo. Di fronte agli occhi dell’altro, ascoltandolo, ritroviamo noi. E può sorgere commozione, presenza, tenerezza, riposo. Si, perchè il riposo è quello che si prova quando ascoltiamo e ci sentiamo ascoltati. Oh darling moments… Che oggi sia per te una giornata piena di darling moments!

Secondo Maya Angelou ci sono quattro domande che ci facciamo silenziosamente e continuamente: mi vedi? È importante per te che io sia qui? Sono abbastanza o vorresti che fossi migliore? Il tuo modo di guardarmi mi fa sentire unico? Ecco perchè le persone amano così tanto i loro cani. Perchè rispondo sempre si a queste domande assicurando una totale e amorevole attenzione per il proprio padrone. Liberamente tratto da “How to change your life in one second flat”

Pratica informale di mindfulness: Guardare chi ci parla negli occhi, senza considerarlo un ostacolo da superare per raggiungere la nostra destinazione esclusiva.

© Nicoletta Cinotti 2017 Andare al cuore della relazione

Foto di ©mariarita.g

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Ancora mi sollevo

05/11/2017 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Puoi svalutarmi nella storia
Con le tue amare, contorte bugie;
Puoi schiacciarmi a fondo nello sporco
Ma ancora, come la polvere, mi solleverò

La mia presunzione ti infastidisce?
Perché sei così coperto di oscurità?
Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio
Che pompano nel mio soggiorno

Proprio come le lune e come i soli,
Con la certezza delle maree,
Proprio come le speranze che si librano alte,
Ancora mi solleverò

Volevi vedermi distrutta?
Testa china ed occhi bassi?
Con le spalle che cadono come lacrime,
Indebolita dai miei pianti di dolore?

La mia arroganza ti offende?
Non prenderla troppo male
Perché io rido come se avessi miniere d’oro
Scavate nel mio giardino

Puoi spararmi con le tue parole,
Puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
Puoi uccidermi con il tuo odio,
Ma ancora, come l’aria, mi solleverò.

La mia sensualità ti disturba?
Ti giunge come una sorpresa
Che io balli come se avessi diamanti
Al congiungersi delle mie cosce?

Fuori dalle capanne della vergogna della storia
Io mi sollevo
In alto, da un passato che ha radici nel dolore
Io mi sollevo
Io sono un oceano nero, agitato ed ampio,
Sgorgando e crescendo io genero nella marea.

Lasciando dietro notti di terrore e paura
Io mi sollevo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido
Io mi sollevo
Portando i doni giunti dai miei antenati,
Io sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Io mi sollevo.

Maya Angelou da And Still I Rise

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