
Ieri una persona cara mi ha detto “sai io mi sento sola perchè qui tutti sono indaffarati a pensare alle loro cose. Corrono, si affannano, ti vedono, si, ma in modo strumentale. Perchè puoi essere utile per realizzare qualcosa ma non perdiamo mai tempo insieme!” Questa persona abita a NYC ma, in fondo, questa condizione non è esclusiva di quella città. È diventata una condizione dell’anima esportabile in qualunque parte del mondo, insieme alla corsa quotidiana.
Forse questa è proprio l’altra sfaccettatura della lentezza e della presenza: se siamo di corsa, se abbiamo un’idea fissa in mente, un progetto da realizzare, un target da raggiungere, è come se restringessimo il campo della percezione. Come se vedessimo solo quella cosa in lontananza: una sorta di faro verso il quale ci dirigiamo escludendo tutto il resto. E smettendo di guardarci negli occhi.
Perchè fa perdere parecchio tempo guardarsi negli occhi. Fa sentire emozioni, fa passare informazioni, può scaldare o imbarazzare, tutte cose che non possiamo permetterci. Però, quelle rare volte in cui ci fermiamo davanti al viso di una persona e la guardiamo ascoltandola – quelle volte in cui l’altro diventa il semaforo di fronte al quale aspettare – abbiamo la possibilità di sperimentare un darling moment (ringrazio Marina per il suggerimento). Un momento di tenerezza. Quella tenerezza coltiva presenza: non stiamo perdendo tempo, stiamo dilatando lo spazio d’esistenza. A volte viviamo l’altro come un semaforo rosso da bruciare prima possibile. Altre volte come un luogo in cui fermarsi e dilatare lo spazio. Non si perde tempo facendo così: si acquista spessore e le nostre comunicazioni acquistano significato e profondità.
A volte lo spazio si dilata così tanto che sembra di essersi persi: invece è proprio il momento in cui ci ritroviamo. Di fronte agli occhi dell’altro, ascoltandolo, ritroviamo noi. E può sorgere commozione, presenza, tenerezza, riposo. Si, perchè il riposo è quello che si prova quando ascoltiamo e ci sentiamo ascoltati. Oh darling moments… Che oggi sia per te una giornata piena di darling moments!
Secondo Maya Angelou ci sono quattro domande che ci facciamo silenziosamente e continuamente: mi vedi? È importante per te che io sia qui? Sono abbastanza o vorresti che fossi migliore? Il tuo modo di guardarmi mi fa sentire unico? Ecco perchè le persone amano così tanto i loro cani. Perchè rispondo sempre si a queste domande assicurando una totale e amorevole attenzione per il proprio padrone. Liberamente tratto da “How to change your life in one second flat”
Pratica informale di mindfulness: Guardare chi ci parla negli occhi, senza considerarlo un ostacolo da superare per raggiungere la nostra destinazione esclusiva.
© Nicoletta Cinotti 2017 Andare al cuore della relazione
Foto di ©mariarita.g
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