
Quando pratichiamo, senza che ci sia una ragione chiara, iniziano a sorgere momenti di lucida consapevolezza. Momenti in cui qualcosa di nuovo ci appare nella sua chiarezza e verità. Non l’abbiamo cercato ma, respiro dopo respiro, è venuto a galla. Questa verità ha una forza che non possiamo negare o nascondere. Una forza che va al di là del dubbio. Chogyam Trungpa diceva che questi momenti di verità sono rari ma ci sono e possono arrivare in qualunque momento, indipendentemente dall’esperienza di chi pratica. Sono il nostro piccolo premio per la fedeltà alla pratica.
Questi momenti – verità non sono però solo un premio: sono le basi sulle quali facciamo crescere la nostra saggezza. Non possiamo maturare e crescere in saggezza se non abbiamo guardato la verità. La nostra verità soggettiva. La verità su di noi.
Così, momento-verità dopo momento-verità impariamo a guardare alle cose che accadono da una diversa prospettiva. Quella della saggezza che nasce dall’aver maturato un’esperienza e non solo dall’averla fatta.
Se non abbiamo idea della nostra verità non avremo saggezza e dovremo sempre ricorrere al parere degli esperti che ci diranno una verità buona per tutti ma non specifica per noi.
Così praticare è coltivare verità e saggezza.
La saggezza non è qualcosa che ha a che fare con le risposte. Piuttosto è il potere di fare domande e sviluppare una capacità esplorativa che attraversi le menzogne su di noi. Lion’s Roar
Pratica di Mindfulness: Centering meditation
© Nicoletta Cinotti 2017 Risolversi a cominciare Foto di © _esse_
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