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Protocollo MBCT

Le parole scoraggiate

10/07/2023 by nicoletta cinotti

Molte volte mi sorprendo nell’ascoltare quante parole povere vengono dette. Le parole povere sono le parole scoraggiate, quelle che parlano di ciò che manca e che non credono che quello che manca stia fiorendo ma sono convinte che sia proprio assente.

Eppure tutti noi abbiamo attraversato l’inverno e siamo arrivati alla primavera e all’estate. E questo è successo molte volte, per molti anni. Le parole scoraggiate sono le parole dell’inverno e vengono dette in qualsiasi stagione, forse perché crediamo che le parole siano inconsistenti. Non è così: le parole danno forma alla mente, orientano le risposte, sono come i comandi vocali di Alexa.

Ripeterci parole povere nutre la nostra mente di povertà, quella che invece dell’abbondanza vede la mancanza, che invece della luce vede il buio senza possibilità di alba.

Sarebbe utile stare attenti alle parole scoraggiate perché, giorno dopo giorno, ripetizione dopo ripetizione potrebbero convincerci che hanno ragione, che la loro propaganda ha senso e che quello che possiamo aspettarci è solo peggiorativo. Non è cosi e quando proprio non sappiamo cosa fare è meglio domandare il cammino alla primavera piuttosto che all’inverno.

Quando le tue azioni sono dettate dall’anima,
senti un fiume muoversi in te, una gioia.
Quando invece le azioni vengono da un’altra parte,
la sensazione scompare…
Non insistere nell’andare dove pensi di voler andare.
Domanda il cammino alla primavera.
Le parti che vivono in te saranno in armonia. Rumi

Pratica di mindfulness: Gatha di pace

© Nicoletta Cinotti 2023 Il Programma di Mindful Self-compassion

Archiviato in:Mindful Self Compassion, mindfulness continuum, Protocollo MBCT, Protocollo MBSR

Spesso nel presente abbiamo ad attenderci molto più di quello che immaginiamo

08/07/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Perdere gli aspetti positivi significa che la vita non è ricca come potrebbe essere. Non essere consapevoli degli aspetti negativi significa non essere in condizione di intraprendere azioni utili.

Quando la nostra mente è altrove, la depressione può insinuarsi in noi. Non possiamo avere realmente il controllo su ciò che ci entra nella mente, però possiamo avere il controllo su ciò che facciamo dopo, il passo successivo. E la mindfulness è interamente incentrata sul divenire capaci di raggiungere una posizione di consapevolezza dalla quale poter scegliere quale sarà il prossimo passo, invece di lasciare le vecchie abitudini mentali libere di agire.

Per il semplice fatto di prestare attenzione, si scopre che è possibile sia «svegliarsi» e uscire dalla modalità del pilota automatico sia connettersi più pienamente con il presente (…) Spesso nel presente abbiamo ad attenderci molto più di quello che immaginiamo, soprattutto se siamo soliti agire in modo automatico per la gran parte del tempo. Williams, Teasdale, Segal

©Nicoletta Cinotti 2023 Rubrica “Addomesticare pensieri selvatici” Il protocollo MBCT online

Archiviato in:Addomesticare pensieri selvatici, Protocollo MBCT Contrassegnato con: consapevolezza, depressione, mente, mindful, mindfulness, mindfulness per principianti. protocolli mindfulness, mindfulness tools, Nicoletta Cinotti, parma protocollo mbsr, pensieri, pratiche di mindfulness, presente, protocolli basati sulla mindfulness, protocollo MBCT

Crescere non fa rumore: cambiare sì

07/07/2023 by nicoletta cinotti

Quando decidiamo di dimagrire, cambiare lavoro, lasciare qualcuno, partire per le vacanze facciamo sempre un po’ di rumore. Lo diciamo agli amici, se siamo proprio molto “carichi” anche ai parenti fino al terzo grado. Cerchiamo di attivare un gruppo, più ampio possibile, di supporter perché quel cambiamento è nato dalla nostra volontà e alla nostra volontà non piace lavorare in sordina.

È una gran protagonista la volontà e si nasconde solo nei fallimenti. In tutto il resto delle situazioni ama andarsene in giro un po’ tronfia o soddisfatta. Per i fanatici dell’understatement, che non amano farsi notare, la fase iniziale è più silenziosa e la volontà in quel caso procede più come un guerrigliero che come un trionfatore. Ma, a battaglia conclusa, non resiste quasi nessuno a farlo sapere. Che siano le foto con la nuova linea o il nuovo posto di lavoro abbiamo bisogno del nostro attimo di gloria. Non siamo noi. È la volontà che funziona così: nasce vanitosa e cresce orgogliosa.

Questo riguarda il cambiamento: qualcosa che abbiamo portato avanti con la forza di volontà. Poi c’è la crescita, quell’evento misterioso e silenzioso che avviene, giorno dopo giorno, se coltivi il tuo terreno. Ti accorgi di essere cambiato o cambiata ma non sai perché. È successo. Non sai come ma c’è una diversità che è tangibile a te e agli altri. Quella crescita è tanto silenziosa che nemmeno noi ne riconosciamo il suono. Eppure avviene e, soprattutto, quando cresciamo non si torna indietro. Se abbiamo fatto una dieta potremo ri-ingrassare ma se abbiamo cambiato il nostro rapporto con il cibo, se siamo cresciuti in un’area della nostra vita, non torneremo indietro. Perché la crescita non richiede sforzo o controllo, progetti o piani editoriali, avviene perchè siamo stati lì, sul terreno in cui eravamo e abbiamo dato profondità alle nostre radici.

Fermati e rimani sul tuo pezzo di terra
– dove sono i tuoi piedi.
Stai davvero li,
con tutto te stesso – corpo e mente.
Da questo posto
arriva tutta la tua saggezza,
arriva ogni risposta ti sia possibile sapere proprio in questo momento.
E quando vedi qualcuno ferito, stringi forte la tua spada e sappi che non puoi aggiustarlo.
Testimonia invece con la terra quell’altro corpo,
tutta la sua saggezza trovata e introvabile. Rachel Holstead

Pratica di mindfulness: Mindfulness ed emozioni

© Nicoletta cinotti 2023 Il protocollo MBCT online

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L’insistenza della mente e lo scorrere del cuore

30/06/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Poche cose sono più misteriose dell’insistenza. A volte mi sorprende quanto possa essere persistente malgrado sia negativa. Eppure c’è una sorta di attaccamento che rende difficile lasciarla andare. Insistiamo nel ripetere gli stessi errori. Insistiamo nel chiedere le stesse cose. insistiamo per il nostro desiderio di essere visti, di essere ascoltati, di realizzare quello che abbiamo nella mente.

L’insistenza nasce da un pensiero fortemente intriso di concentrazione che assume una spinta all’azione ripetuta. È formidabile nel convincerci quanto sia necessario insistere. Come se fosse più importante obbedire a questa spinta che cogliere i segnali di disagio nostri e altrui. Rinunciare ad insistere ci fa sentire falliti. Insistere, invece, molto spesso, ci mette nella condizione di essere rifiutati. Eppure non rinunciamo a questa ripetizione.

Accade perché l’insistenza è un pensiero intriso di un’emozione di cui ha perso il ricordo, con una fortissima spinta all’azione. Solo la mente riesce a tollerare tale e tanta ripetizione. il cuore scorre perchè sa che fermarsi equivale a morire. il cuore scorre perchè funziona proprio tutto attorno allo scorrere e alla pulsazione. Mentre la mente funziona attorno alla concentrazione e all’attenzione che deve fermare per un tempo sufficiente un oggetto perché possa conoscerlo. Quando poi la concentrazione è troppa nasce l’insistenza. Se diventa patologica nasce l’ossessione e la compulsione.

È l’insistenza la radice della coazione a ripetere gli stessi errori. Non nasce da un impulso emotivo – come diceva Freud – ma da un’ emozione che è rimasta incastrata nei nostri pensieri. Se la riporteremo a casa, al cuore, anche la nostra insistenza svanirà. Non una volta per tutte ma quella volta ci insegnerà la strada per tutte le volte future.

Implorare. Chiedere qualcosa con un’insistenza proporzionata alla convinzione che la cosa non verrà concessa. Ambrose Bierce, Il dizionario del diavolo

Pratica di mindfulness: La meditazione del fiume

© Nicoletta Cinotti 2023 Amore, mindfulness e relazioni, Corso registrato

 

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Imparare la speranza

27/06/2023 by nicoletta cinotti

Ho sempre pensato che la speranza fosse un’emozione che ti permette di fare un passo avanti, anche se hai paura. In realtà ho capito che è un modo di pensare, un processo di pensiero che si può imparare.
Uno degli elementi collegati alla speranza è la determinazione. Se pensiamo che tutto debba essere facile, o veloce, possiamo trovarci molto rapidamente senza speranza, perché la realtà la contraddice.
Quello che coltiva la speranza è la comprensione che raggiungere un obiettivo importante richiede tempo e, nel percorso, può darsi che non ci divertiremo affatto.
La speranza è un pensiero flessibile, che mantiene la rotta, indipendentemente dai risultati, che non ha fretta di mettere la parola fine. La speranza tiene conto dell’inevitabilità del cambiamento, rimane realistica anche quando la strada sembra lunga.

Ci aiuta a fare piccoli passi e a gustarli perché acquistano significato in previsione. La speranza è grata e allegra ma non magica. Sa che senza impegno non arriva nulla e che lo sforzo non è l’impegno ma il desiderio di ottenere sempre quello che si vuole.

Alla fine la speranza mi sta simpatica anche se so che può farmi cadere nella depressione perché è facile trasformarla in un pensiero magico.

La speranza non è avere la certezza di cambiare proprio un aspetto specifico della nostra vita. La speranza è sapere che il cambiamento è possibile e che possiamo fare qualcosa perché si realizzi.

Abbiamo bisogno di resistenza, speranza e di un atteggiamento che possa farci superare il dubbio e la paura. Abbiamo bisogno di credere che possiamo cambiare le cose. Se vogliamo vivere e amare in modo incondizionato. (Brenè Brown)

Pratica di mindfulness: Be water

© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBCT

 

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Il film della nostra vita non è ancora stato scritto

26/06/2023 by nicoletta cinotti

Quando guardiamo un film e arriva una scena in cui il protagonista è nei guai, perché soffre, ha paura, è arrabbiato o ha un disperato bisogno d’amore non pensiamo “C’è qualcosa di sbagliato nel film”! No, non pensiamo che il film sia “rotto”. No, abbiamo fiducia che quella scena sia parte del film.

Anche se non ci piace, anche se è dolorosa, o troppo intensa da guardare, sappiamo in qualche modo che quella scena non è sbagliata, che il film non è inadeguato, anche se il personaggio principale si sente, in quel momento, sbagliato.

Possiamo cominciare a fidarci delle nostre scene, del nostro momento presente, nello stesso modo in cui ci fidiamo delle scene di un film? Chi conosce la trama? Le nostre scende dolorose, i nostri fallimenti, persino le situazioni in cui siamo completamente bloccati, possono essere un incredibile punto di svolta e molto spesso lo sono. Potrebbe essere la scena dopo quella che ci offre tutte le risposte.

Il film della nostra vita non è ancora stato scritto. Si scrive lungo il percorso. Non possiamo giudicare una scena buona o cattiva dal punto in cui siamo, dal presente.
La mente trasforma tutto in una destinazione. L’amore, la guarigione, l’accettazione, la pace, la gioia, anche la crescita spirituale diventa una destinazione, una scena in cui raggiungere qualcosa. Qualcosa che ancora non c’è.

Non c’è niente di male nell’immaginare situazioni alternative. Solo che, molto velocemente, il nostro sforzo per arrivare là, a destinazione, diventa un modo per resistere a quello che c’è qui. E la destinazione diventa più importante del viaggio. (Jeff Foster)

Pratica di mindfulness: Il cinema

@Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBCT

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