Genova mia città intera. Geranio. Polveriera. Genova di ferro e aria, mia lavagna, arenaria. Genova città pulita. Genova nera e bianca. Genova mio rimario. Genova in comitiva. Genova di limone. Genova grigia e celeste. Genova tutta tetto. Genova che mi struggi. Genova illividita. Genova d’uomini destri. Giorgio Caproni Foto di ©enricorig |
poesia mindful
L’attesa
C’è una casa di tronchi
con il tetto di tavole, a sinistra.
Non è quella che cerchi. E’ quella
appresso, subito dopo
una salita. La casa
dove gli alberi sono carichi
di frutta. Dove flox, forsizia e calendula
crescono rigogliose. E’ quella
la casa dove, in piedi sulla soglia,
c’è una donna
con il sole nei capelli. Quella
che è rimasta in attesa
fino ad ora.
La donna che ti ama.
L’unica che può dirti:
“Come mai ci hai messo tanto?
Raymond Carver
Foto di © davidemauro
Un nuovo viso
Ho imparato a non preoccuparmi dell’amore
ma di onorare le sue visite
con tutto il mio cuore.
Esaminare i cupi misteri
del sangue
con mente allegra e
leggera,
conoscere il flusso delle emozioni
sciolte e veloci
come l’acqua.
La fonte sembra
qualche inesauribile
sorgente
all’interno della nostra doppia
o triplice essenza;
il nuovo viso che io
rivolgo a te
nessuno al mondo
l’ha visto
ancora.
In lingua originale: New Face
I have learned not to worry about love;
but to honor its coming
with all my heart.
to examine the dark mysteries
of the blood
with headless heed and
swirl,
to know the rush of feelings
swift and flowing
as water.
The source appears to be
some inexhaustible
spring
within our twin and triple
selves;
the new face I turn up
to you
no one else on earth
has ever
seen.
(Traduzione: adeodato piazza nicolai)
Strati
Ho camminato attraverso molte vite,
tra di esse c’è la mia,
e non sono più ciò che ero,
pur se qualche principio essenziale
mi rimane, da cui faccio fatica
a non allontanarmi.
Quando mi guardo alle spalle,
quanto questo è necessario,
prima di poter raccogliere le forze,
per procedere nel mio viaggio,
vedo le tappe fondamentali
mentre vado incontro all’orizzonte
e i fuochi che si spengono lentamente
negli accampamenti abbandonati,
sui di essi avvoltoi
ruotano con ali pesanti.
Oh, io stesso avevo una tribù
fatta di affetti
ormai dispersi!
Come potrà il cuore riconcialiarsi
con il dolore di tante perdite?
In un vento crescente
le traversie dei miei amici,
coloro che sono caduti lungo la strada,
pungono amaramente la mia faccia.
Eppure mi giro, mi giro,
alquanto esultante ,
con la volontà di andare salvo
ovunque ho bisogno di andare,
e ogni pietra della strada
è per me preziosa.
Nella mia notte più buia,
quando la luna era coperta
e vagavo tra le macerie,
una voce da una nuvola
mi ha detto:
“Vivi sui molteplici strati della tua vita
non sulle macerie”
Anche se non sono capace
a decifrarlo,
senza dubbio il prossimo capitolo
nel mio libro dei mutamenti
è già scritto. Stanley Jasspon Kunitz
Traduzione di Annamaria Sessa
Non voglio eseguire il male
Non voglio eseguire il male
mi acquatto e aspetto
che torni un soffio di ben volere.
Ho una lacrima zitta
per ogni sillaba di alfabeto
che pugnala o graffia.
Ho rimpianto per ogni parola
che sfreccia casuale
senza suo preciso silenzio
senza riposo.
Ho vergogna
per ogni inciampo nel me
che chiamiamo parola.
Insegnami parola disarmata,
nevicami.
Chandra Livia Candiani
Chandra Livia Candiani (scarica il pdf dell’invito qui) sarà a Genova il 26 Gennaio per un reading di poesia, presso la Sala Frate Sole, Piazza Bandiera 1. Per partecipare registrati su Eventbrite
Foto di © Fabrizio Rosano
Il sogno dell’anno nuovo
Del primo sogno dell’anno nuovo
nessuno è partecipe,
ma ne ho solo sorriso in segreto,
tra me e me.
Shō-u
(1860-1943)
Buon anno, grazie per la misteriosa e silenziosa compagnia che mi fai durante 365 giorni, Nicoletta