Faccio come se fossi greca mia bambina ti scrivo un poema sulla vita che il mondo poi
farà fallire.
Ti scriverò le rime come se servisse a ricordare
come se fosse tutto come sempre nel tempo e nello spazio
nel cielo e nello strazio, nella tragedia del momento
e nel tuo eroico calendario dell’avvento al cioccolato.
In mare e sulla terra succederanno cose
fuori dal mondo – eppure
vedrai come la barca delle parole andrà in fumo
e tu ti sveglierai di notte sognando una tempesta
dove nessuno affonda ma si decide se salvare
qualcosa qualcuno di tutto questo prima.
E nel frattempo sarò io a farti le pizzette
rammenderò le toppe sui pupazzi e sulle teste rotte
e rifarò il tuo letto della notte
sarò l’infermierina che mi spetta, il saltimbanco della festa
con le pagnotte nella borsa per sfamare
tutti gli animali al miele
non solo con racconti o belle favole, miti, leggende
e strade percorse da unicorni: farò come dovessi dirti
tutto in una notte prima del bus
che ti conduce a scuola.
Roberta Durante, I bimbi sperduti
poesia e meditazione
Le persone danneggiate
Le persone danneggiate
dicono sì
quando dovrebbero
dire no
Dicono no
quando dovrebbero
dire sì
hanno una voce dentro
che diventa
una spinta
al danneggiamento
la voce del dubbio
E quella della critica
©Nicoletta Cinotti
Litania
Genova mia città intera. Geranio. Polveriera. Genova di ferro e aria, mia lavagna, arenaria. Genova città pulita. Genova nera e bianca. Genova mio rimario. Genova in comitiva. Genova di limone. Genova grigia e celeste. Genova tutta tetto. Genova che mi struggi. Genova illividita. Genova d’uomini destri. Giorgio Caproni Foto di ©enricorig |
L’attesa
C’è una casa di tronchi
con il tetto di tavole, a sinistra.
Non è quella che cerchi. E’ quella
appresso, subito dopo
una salita. La casa
dove gli alberi sono carichi
di frutta. Dove flox, forsizia e calendula
crescono rigogliose. E’ quella
la casa dove, in piedi sulla soglia,
c’è una donna
con il sole nei capelli. Quella
che è rimasta in attesa
fino ad ora.
La donna che ti ama.
L’unica che può dirti:
“Come mai ci hai messo tanto?
Raymond Carver
Foto di © davidemauro
2 garofani
il mio amore mi ha portato 2 garofani
il mio amore mi ha portato il rosso
il mio amore mi ha portato lei
il mio amore mi ha detto di non preoccuparmi
il mio amore mi ha detto di non morire
il mio amore è 2 garofani su un tavolo
mentre ascolto Schonberg
in una sera che si imbrunisce a notte
il mio amore è giovane
i garofani bruciano nel buio;
se ne è andata lasciando il profumo di mandorle
il suo corpo profuma di mandorle
2 garofano rosso acceso
mentre lei siede lontano
ora sta sognando cani cinesi
che tintinnano tra le sue dita
il mio amore è diecimila garofani che bruciano
il mio amore è un colibrì che si ferma per un istante di pace
sul ramo
mentre il solito gatto
si acquatta.
Charles Bukowski
Foto di © *patriziaphoto
Un nuovo viso
Ho imparato a non preoccuparmi dell’amore
ma di onorare le sue visite
con tutto il mio cuore.
Esaminare i cupi misteri
del sangue
con mente allegra e
leggera,
conoscere il flusso delle emozioni
sciolte e veloci
come l’acqua.
La fonte sembra
qualche inesauribile
sorgente
all’interno della nostra doppia
o triplice essenza;
il nuovo viso che io
rivolgo a te
nessuno al mondo
l’ha visto
ancora.
In lingua originale: New Face
I have learned not to worry about love;
but to honor its coming
with all my heart.
to examine the dark mysteries
of the blood
with headless heed and
swirl,
to know the rush of feelings
swift and flowing
as water.
The source appears to be
some inexhaustible
spring
within our twin and triple
selves;
the new face I turn up
to you
no one else on earth
has ever
seen.
(Traduzione: adeodato piazza nicolai)