
È inevitabile pensare in termini di cambiamento: tutto attorno a noi ce lo ricorda. E, nello stesso tempo, facciamo di tutto per dimenticarlo. Questo conflitto tra desiderio e rifiuto è associato al significato che diamo ai suoi risultati: se li temiamo non possiamo che far finta che niente cambi, se li desideriamo spingiamo sull’acceleratore perché avvengano.
Dimentichiamo però un’altra faccia del cambiamento, che non richiede né spinta né accelerazione: è la trasformazione. Quel passare fluido, che sperimentiamo nell’esperienza e che ci cambia senza che forziamo la direzione del cambiamento con la volontà.
Tanto più siamo liberi, tanto più siamo coraggiosi, tanto meno ostacoliamo ciò che accade, tanto più ci troviamo in una trasformazione che non richiede sforzo o fatica. Richiede solo di lasciar andare e di lasciarci essere, così come siamo. È così rivoluzionaria questa idea della trasformazione che abbiamo avuto bisogno di inventare il cambiamento per poter riprendere, almeno in parte, il controllo del processo.
Non c’è bisogno. Permettiamoci di essere trasformati dalla vita e realizzeremo i cambiamenti che ci sono necessari per affrontare le diverse stagioni che ci aspettano.
Il cambiamento implica una lotta contro qualcosa, la trasformazione non accade combattendo(…).Credo che se la vostra logica è basata sul mutare voi stessi, niente cambierà in realtà, o sarà solo un cambiamento temporaneo. Un tale approccio non funziona a lungo termine, perché lotta contro la nostra energia sostanziale, mentre la trasformazione consiste nell’onorare la nostra intrinseca energia come sorgente di saggezza e compassione. Pema Chodron
Pratica di Mindfulness: Addolcire, confortarsi, aprire
© Nicoletta Cinotti 2022 Un cuore coraggioso: ritiro di bioenergetica e self-compassion
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