
Vorrei raccontarti com’è nato questo blog. Come tutti i figli ha due genitori. Il primo genitore è un protocollo che avevo condotto, molti anni fa. Alla fine del protocollo le persone avevano espresso molta ansia rispetto al proseguire da soli. Avevano paura di perdere velocemente l’abitudine alla pratica. Così avevo fatto questa proposta: ogni mattina vi mando una breve indicazione di pratica. Sarà un modo per continuare a praticare insieme. Lo farò solo per tre mesi. Poi dovrete camminare con le vostre gambe.
Credo che siano passati sei anni. Non sono sicura perchè non amo fissare troppo le date ma più o meno dovrebbe essere così. Perchè nel frattempo è arrivato un altro genitore e lo scrivere per gli altri è diventato il mio diario di pratica. All’inizio scrivevo poche righe, dopo la meditazione. Quando ho preso l’impegno di mandare agli altri delle indicazioni quotidiane di pratica ho cercato di rendere quelle poche righe un po’ più comprensibili. E mi sono accorta che questo diario di pratica mi faceva crescere tantissimo perchè mi permetteva di fermare sulla carta ( e sul computer) le intuizioni che, altrimenti, si sarebbero perse.
Perchè le intuizioni sono come i sogni: svaniscono alla luce del giorno. Sono della materia delicata del nostro mondo interiore. Hanno varcato, grazie alla notte, i nostri sistemi difensivi e ci appaiono per brevi istanti. Pochi sogni reggono la luce del giorno. poche intuizioni sostengono il rumore del quotidiano, se non le coltiviamo con attenzione. Così, facendo qualcosa per gli altri, ho capito che avevo afferrato qualcosa di prezioso per me e che il mio diario di pratica – quello che condivido ogni mattina con te – era uno strumento prezioso di crescita personale.
Per questo te ne parlo. Per invitarti a prendere qualche nota dopo la meditazione della mattina. Non occuparti della sintassi e nemmeno della grammatica. Non far entrare in azione il giudizio. Scrivi, meglio su carta. Scrivi quello che ti viene in mente o le intuizioni che sono comparse in meditazione. Come riconosci un’intuizione? È luminosa. È chiara. Non metterti alla ricerca però: scrivi e, se puoi, aspetta a rileggere perchè potresti diventare autocritico/a. Scrivi perchè la notte ha aperto la porta, scrivi prima che il giorno prenda troppo spazio. Scrivi perchè dentro di noi abbiamo tante voci. Alcune sono troppo flebili per reggere il quotidiano e ascoltarle renderà la tua giornata più piena. E se non mediti la mattina non preoccuparti: la meditazione richiama quella stessa voce in qualsiasi momento del giorno. La mattina abbiamo solo un piccolo aiuto in più: l’ombra della notte.
C’è la voce segreta
che ci portiamo dentro,
quella che ci accompagna,
ci avverte, ci conforta.Elio Pecora
Pratica di mindfulness: Praticare pausa
© Nicoletta Cinotti 2017 Verso un’accettazione radicale
Foto di ©el.fontoscopio
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