
Scegliamo spesso i nostri obiettivi con razionalità: decidiamo il prossimo passo, il prossimo obiettivo, la prossima vacanza. Come se la vita fosse un problema da risolvere.
Oppure, al contrario, diffidiamo della razionalità e mettiamo in fila tante esperienze per capire, dopo averle fatte, se andavano bene per noi.
In un caso esercitiamo troppa pressione, nell’altro troppa azione. In entrambe le situazioni possiamo aver dimenticato di ascoltare cosa dice la nostra voce interiore. Cosa suggerisce la nostra intuizione. A volte poi abbiamo addirittura paura delle nostre intuizioni: ci sembrano troppo inconsistenti ed episodiche per essere seguite. Eppure molto spesso la nostra intuizione ci aveva dato informazioni importanti che non abbiamo preso in dovuta considerazione.
Abbiamo bisogno di coltivare una direzione, un movimento di crescita, senza renderlo troppo rigido. Abbiamo bisogno di dare un’intenzione anziché un obiettivo.
Una intenzione è una direzione di movimento che rimane in dialogo con la realtà. Non ha la fissità dell’obiettivo da raggiungere a tutti i costi, né l’indeterminatezza dell’impulso casuale. Ci permette di coltivare le nostre intuizioni e di mantenere quella flessibilità tanto necessaria alla nostra vita.
Ascoltare le intuizioni e trasformarle in intenzioni è un modo per coltivare la memoria del futuro senza scendere nell’anticipazione. Lo facciamo con l’intimità quotidiana con noi stessi che nasce dalla pratica. Da quel chiudere gli occhi verso il panorama esterno e aprirli così verso di noi. In quel momento ci guardiamo con attenzione anziché trattarci con trascuratezza. E l’attenzione, l’interesse e la curiosità sono tutti ingredienti dell’intimità.
Fino a quando respiri ci sono più aspetti positivi che negativi in te. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti 2017 Ritiro di Primavera: Risolversi a cominciare Foto di ©Claudia Gaiotto
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