La relazione tra il nostro desiderio di piacere e il nostro senso della realtà, non è mai scontata. A volte esageriamo con il realismo e rinunciamo a cose che sarebbero possibili – una pausa dal lavoro, una passeggiata risanatrice, una telefonata amichevole – altre volte prevale il nostro bisogno di piacere e ci disperdiamo e indugiamo in quello che ci piace, senza accorgerci del tempo che passa.
Questa confusione però può esprimersi anche attraverso quelli che sembrano obiettivi reali. Ci diamo degli standard troppo elevati perché abbiamo delle illusioni sulla realtà o su di noi. E poi ci mettiamo in un continuo stato di disperazione nel tentativo di realizzarli.
Nella relazione tra piacere e realtà abbiamo un termometro che è sempre a nostra disposizione: il corpo. Lui può dirci se stiamo esagerando con la pressione o se, invece, stiamo esagerando con la dispersione.È questa attenzione al corpo che misura quanto ci stiamo illudendo: perché l’illusione espande e modifica come vediamo le cose. Diventano magiche.
Solo che, al crollo di una illusione segue invariabilmente una reazione depressiva. Non siamo bipolari: semplicemente saliamo verso il cielo quando ci illudiamo e precipitiamo verso terra quando l’illusione crolla. Come Icaro, che credeva di poter volare fino al sole e dimenticava che le sue ali erano di cera, belle e vulnerabili.
Se nell’infanzia una persona ha subito una perdita o un trauma che mina i suoi sentimenti di sicurezza e di accettazione di sé, proietterà nella sua immagine del futuro l’esigenza di un rovesciamento delle esperienze del passato. Alexander Lowen
Pratica del giorno: Mindful bioenergetics
© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi
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