
Studio le stesse cose da moltissimi anni. Uno dovrebbe avere la sensazione di saperne abbastanza. Niente. Mi sembra sempre che quello che non so è sconfinato rispetto a quello che conosco e quindi mi metto a studiare sempre qualche nicchia nuova. Con passione e interesse. E credo che le parole chiave siano sempre quelle: passione e interesse (forse potremmo anche chiamarla curiosità).
Adesso sta per iniziare un anno scolastico e molto spesso mi chiamano amici, parenti (anche di terzo o quarto grado) chiedendomi di fare una chiacchierata con i loro figli che non sanno cosa scegliere alle superiori ma, soprattutto all’università. Perché le superiori vengono ancora considerate un territorio vago. L’università no. Se non sai cosa fare all’università tutta la famiglia inizia ad entrare in allarme.
L’interesse, la curiosità per la vita, per il mondo è un terreno vulnerabile. Molto facile distruggere un interesse in statu nascendi. Se radi al suolo l’interesse di tuo figlio su qualcosa che non condividi, non colpisci solo quell’interesse ma colpisci la sua capacità di avere una passione personale ed esplorare. L’interesse è il primo passo perché nasca una passione. Io adoro parlare con i figli degli amici però, alla fine, vorrei chiedere ai genitori più cose di quante ne vorrei dire a loro. Vorrei chiedere ai genitori se hanno permesso che i loro figli esplorassero il mondo, se li hanno lasciati liberi di essere curiosi, se hanno coltivato le passioni che manifestavano. Vorrei chiedergli se loro hanno delle passioni. Se i loro figli li vedono trascinarsi stancamente a casa oppure appassionati, anche se stanchi. Perché passione non significa non fare fatica, significa che non ti pesa la fatica che fai. Mi sembra molto strano che, se tutto questo è avvenuto, i loro ragazzi non sappiano cosa fare all’università. Magari non vogliono fare l’università ma questa è un’altra cosa.
Poi mi vengono in mente le tante persone che incontro e che sono insoddisfatte del loro lavoro, che, come gii studenti, non sanno che cosa vorrebbero fare da grandi. E capisco che coltivare la curiosità, coltivare la mente del principiante è un regalo che dura per tutta la vita. Perché è dall’interesse che nasce la passione. Ed entrambe le coltiviamo, prima di tutto, con delle domande.
A cosa ti piace pensare? Dove va la tua mente, quando vaga, con leggerezza? Di cosa ti prendi davvero cura? Cos’è più importante per te? Come ti piace passare il tempo e, soprattutto, che cosa ti è intollerabile? Quanto conta la sicurezza economica e quanto conta la soddisfazione? Quanto sei iperattivo e quanto sei pigro? Perché la passione e l’interesse hanno bisogno anche di momenti in cui stai sul divano senza “fare niente”se non sognare cosa vorresti fare da grande. Siamo sicuri che questa epidemia di demotivazione non sia un modo per ri-guadagnarsi un po’ di vuoto, un po’ di ozio creativo? Siamo sicuri di non aver esagerato con la storia che stimolarli molto da piccoli fa bene?
Alla fine tutto ruota attorno all’economia dell’attenzione: abbiamo bisogno di padroneggiarla ma, anche di lasciarla libera. La quota di attenzione libera è necessaria per nutrire la fantasia, la creatività, la capacità di provare interesse. Non è la quota di pensiero libero che produce danni. È non saper scegliere quando tornare a portare l’attenzione su una cosa sola: quell’attenzione che ci porta ad approfondire qualcosa che abbiamo incontrato. Magari per caso. E tu cosa vorresti fare “da grande”. Hai realizzato il sogno della tua vita? hai rischiato di farlo?
La sfida per ognuno sta nello scoprire chi siamo e nel vivere la vita a nostro modo, seguendo quel richiamo. Possiamo realizzare questo progetto facendo molta attenzione a tutti gli aspetti della vita così come si dispiegano nel momento presente. E, ovviamente nessuno può fare questo per noi, così come nessuno può vivere al posto nostro la nostra vita: nessuno, ovviamente, eccetto noi stessi. Jon Kabat Zinn citato in Destinazione Mindfulness
Pratica di mindfulness: La meditazione del lago
© Nicoletta Cinotti 2017 Verso un’accettazione radicale
Foto di ©catchildsarah
Molto, molto interessante! Condivido spesso i suoi post e di sicuro sento parecchie analogie di sguardo e anche di percorsi formativi. Grazie!