In queste mattine mi sembra che faccia troppo freddo per uscire dal letto. Rimango lì a cercare il momento per mettere un piede fuori come se fosse un’impresa uscire allo scoperto.
In effetti uscire allo scoperto è un’impresa. Richiede coraggio e amore per la novità. Richiede l’aspettativa di imparare qualcosa. Mi fa provare solidarietà per le persone che vedo, ogni mattina, sedute di fronte a me. Anche loro devono uscire allo scoperto. Dire e condividere qualcosa che può suscitare dolore, vergogna o paura. Qualcosa che sembra essere più semplice tenere al chiuso che mostrare. Spesso quel tenere al chiuso è quello che ci dà un senso di identità. Siamo noi perchè abbiamo una parte di storia che solo noi conosciamo.
A volte vorremmo venire allo scoperto solo se anche l’altro si espone. Vorremmo dire quello che pensiamo solo se anche l’altro ci garantisce una immediata condivisione. Così succede anche tra innamorati. Chi dice per prima “ti amo”? Chi corre per prima il rischio di dichiarare e dichiararsi? Nello stesso modo lasciamo dentro di noi molte emozioni solo perchè non vogliamo esporci, non volgiamo correre il rischio di essere visti senza la certezza di essere riconosciuti e compresi. E rimaniamo lì, metaforicamente al calduccio delle nostre confortevoli chiusure.
Che peccato! Il freddo ci rende sinceri e onesti
I movimenti della condivisione vanno dritti a quella regione degli affetti che chiamiamo cuore, la riscaldano, la sciolgono e nutrono la radice corporea della speranza. Quella meravigliosa sensazione che proviamo allo sciogliersi di un blocco, all’allentarsi di una tensione. Nicoletta Cinotti
Pratica del giorno: Protendersi
© Nicoletta Cinotti 2023 Il Protocollo di Mindfulness interpersonale