
La scorsa settimana sono andata a vedere un film di un famoso regista italiano. Lo seguo da molti anni e, nel tempo, mi sono affezionata alla sua comicità, al suo modo di raccontarci senza troppa pesantezza. Al suo parlare di sé parlando di noi. L’ultimo film però mi ha fatto tristezza: era preciso, professionale, bella fotografia, tanto mestiere ma finiva tutto lì. Di nuovo niente, ha giocato tutte le carte che gli permettevano di essere sicuro: è questo che mi ha fatto tristezza.
Mi fa tristezza vedere che le persone, invecchiando, si aggrappano al conosciuto ed evitano la novità.
Mi fa tristezza vedere che il mestiere può diventare più importante della freschezza.
Mi fa tristezza vedere che, con il tempo, non vogliamo correre rischi.
Mi fa tristezza pensare che non ci siano storie nuove da raccontare.
Mi fa tristezza pensare che non si possa crescere in profondità ma solo in età.
Ecco io non vorrei invecchiare così: vorrei continuare a correre rischi, ad essere fresca e curiosa, non vorrei diventare mestierante ma vorrei essere professionale. Vorrei che la mente del principiante fosse accessibile ogni giorno in ogni cosa. Vorrei potermi stupire almeno una volta al giorno e non deprecare quello che mi ha fatto stupire.
Siamo tutti un po’ ossessivi nel nostro desiderio di controllo. Nella speranza di tenere a freno la marea, nel desiderio di essere pronti, preparati ad ogni evenienza ma la vita non è un paese per ossessivi e l’Italia lo è tanto meno. E ogni giorno abbiamo una diversa possibilità di risposta alle solite domande. Non ci serve ripetere sempre le stesse risposte: ci serve cambiare domande.
Dietro alle nostre ossessioni, dietro alla nostra ripetizione sta il dubbio. Quando siamo nel dubbio abbiamo due strade: possiamo scegliere un pensiero ossessivo o un pensiero creativo. E la chiave della scelta sta in quanto ci permettiamo di sbagliare, di rischiare, di essere nuovi.
Ci sono storie che quando le racconti si consumano. Sono quelle in cui il pathos si appanna, e ogni versione suona più sciocca e vuota della precedente. Altre storie, invece, consumano te. Più le racconti, più acquisiscono forza. Chuck Palahniuk
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro (File audio)
© Nicoletta Cinotti 2018 A scuola di grazia e non di perfezione
Foto di © Fabio Besostri
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