
La rabbia, come abbiamo visto nell’articolo precedente è per Lowen un’emozione guaritrice. Qualche parola è necessaria per spiegare un concetto che si presta a facili fraintendimenti. La rabbia, così come intesa in bioenergetica, è una risposta salutare ed organismica di protezione dell’integrità del Sè. Non è collera, né ira, né un sentimento che viene espresso fuori luogo o senza padronanza. E’ piuttosto la risposta fisiologica ad un ambiente che dà una risposta ostile. Se questa viene rispettata, una volta passato il pericolo non rimangono cicatrici e la nostra naturale tendenza a protendersi verso l’esterno viene ripristinata. Se invece questa naturalità di risposta non avviene assistiamo allo strutturarsi di una difesa che può essere iper-reattiva o iporeattiva ma che comunque risente della storia e fa si che le nostre reazioni non siano adeguate al momento presente ma adeguate alla nostra storia personale.
La rabbia schizoide
E’ un’aggressività “come se” non è parte integrante dell’essere reale; questa aggressività non crolla come per l’orale, ne si impantana(masochista) ma svanisce.
E’ percepita come potere di fare anche se la sensazione di sé in rapporto alla realtà materiale è debole. Il movimento è dissociato e quindi può essere capace di coordinazione quando è un movimento “come se” ma nei movimenti espressivi perde coordinazione poiché non c’è identificazione con il proprio corpo.
Per questa ragione come prima cosa è necessario aumentare l’identificazione con il corpo, poi le possibilità del movimento espressivo.L’espressione della rabbia risente delle frammentazioni tipiche della struttura schizoide: testa e collo con tensioni isolate ma non una rigidità generalizzata mentre è presente una profonda tensione alla base del cranio e sul cuoio capelluto. Questa area di tensione corrisponde alla tensione nell’area del bacino (sacro coccigea).C’è una immobilità del bacino più grave di quella presente nella struttura nevrotica.
La tensione all’ileopsoas è tale che le gambe sono leggermente “alzate da terra” anche se muscolarmente possono essere forti.Altra area importante è quella delle spalle con braccia spesso forti ma scisse nel movimento di percussione. Le tensioni muscolari sono profonde e caratterizzate dall’immobilità della scapola, che rispecchia l’immobilità del bacino. I colpi del movimento che esprime l’aggressività possono anche essere forti ma non sono integrati in un movimento coordinato, così come l’espressione dell’aggressività non ha le caratteristiche di costruttività, protezione del sè e risposta organismica che renderebbero la risposta aggressiva una azione costruttiva. In compenso agli scoppi di rabbia segue una quiete che non matura risentimenti. Questa quiete viene spesso vissuta come una giustificazione dell’esplosione rabbiosa anzichè coglierne l’elemento dissociativo
La rabbia orale
Il carattere orale si sviluppa a partire da una forte sensazione di privazione, ha una pulsione aggressiva debole che potrebbe riassumersi in “io non posso”.
Questa incapacità di far fronte alle esigenze della realtà lo porta a rifiutarle.
Il suo io è debole perché è ancora legato a bisogni orali ma è reale .Le braccia appaiono deboli e disgiunte dal corpo mentre il torace spesso è sgonfio con depressione dello sterno. L’addome è morbido e vuoto. I movimenti delle braccia risultano soggettivamente sgradevoli e spesso conducono al pianto o ad un senso di vuoto interiore.
Il movimento è impotente e appare facilmente un senso di stanchezza.
I piedi spesso sono deboli e piatti con una caratteristica incapacità a reggersi sulle proprie gambe.Si rileva un forte anello di tensione al cingolo scapolare e alla radice del collo. I muscoli longitudinali della schiena sono molto tesi soprattutto tra le scapole. Anche i muscoli del cinto pelvico sono fortemente contratti. La pulsione sessuale è diretta al contatto, la struttura muscolare spesso è ipotrofica.Poiché le gambe non sono abbastanza forti, il corpo è sorretto dalla colonna vertebrale che così non è disponibile per l’azione aggressiva.
Bioenergeticamente l’orale è sotto-caricato e questo è un effetto dell’immobilizzazione della componente aggressiva.
Il sentimento di privazione subita può trasformarsi in invidia.Nel carattere orale non siamo in presenza di segmentazioni ma di una sostanziale unità che si manifesta però in un ritiro verso l’alto; l’energia infatti tende a fluire verso l’alto, sovraccaricando la testa a discapito del corpo. Alla fine i sentimenti di rabbia, spesso anche molto presenti, finiscono nella sensazione “di non farcela” o di “non essere capaci” a farsi rispettare.
La rabbia masochista
La struttura masochista si forma nel processo di soppressione della propria autonoma espressione in un contesto ambientale molto (troppo) protettivo e sollecito. Se l’orale soffre di privazione il masochista si trova invece a sopprimere i propri impulsi per la ragione opposta.
La sensazione che riporta è quella di essere sotto una forte pressione che impedisce il movimento e lo sviluppo (pantano masochista). E’ presente una sensazione cronica di sofferenza che si esprime come tendenza a lamentarsi (Autolesionismo e autoumiliazione) e a tormentare gli altri (Reich). La struttura masochista è dubbiosa, esistante, ambivalente. Il suo atteggiamento si riflette nell’espressione “non voglio”. L’aggressività è rivolta verso l’interno. Indipendentemente dalla forza fisica il suo Sè è più debole di quello rigido. Nel masochista le spalle hanno un aspetto muscoloso:deltoide, trapezio e muscoli superficiali sono ipertrofici. I movimenti sono caratterizzati da un senso di sforzo ma non di volontà
La scarsa sensazione di avere una spina dorsale porta spesso ad una contrazione dell’addome, sembra che quasi tutto il corpo si trattenga e ritragga. Per queste ragioni la capacità auto-affermative sono limitate e al posto dell’aggressività c’è spesso un comportamento provocatorio che mira a suscitare una risposta dell’altro che possa attivare la sua reazione.
La rabbia psicopatica
Se la schizoide si dissocia dalle sue emozioni, quindi anche dalla rabbia, lo psicopatico la nega.Ha ragione di essere arrabbiato e la sua rabbia è a favore dell’immagine dell’io e non del corpo.A questo elemento si accompagna un desiderio di potere, dominio e controllo. La rabbia è utilizzata a questo scopo e può essere agita come comportamento prepotente o seduttivo. La approfondiremo nel lavoro relativo alla collera e alla rabbia narcisistica.
Per dominare l’altro bisogna ergersi al di sopra dell’altro e dei propri reali bisogni. Dal punto di vista corporeo c’è un marcato spostamento energetico verso l’alto con una riduzione della carica verso il basso. Ogni volta che il bisogno di dominio è soddisfatta c’è un placarsi della rabbia ma continua la preoccupazione sul modo di conquistare il controllo e il dominio. Una preoccupazione espressa attraverso gli occhi, spesso guardinghi. Questa personalità ha tratti anche di dipendenza:infatti lo psicopatico ha bisogno che gli altri dipendano da lui per non dover esprimere i propri bisogni. Questo struttura una forma complessa di dipendenza che ha lo scopo di proteggerlo dai sentimenti di umiliazione e vergogna che per lui sono connessi, storicamente, all’espressione del bisogno.
La rabbia nel carattere rigido
Il carattere rigido ha paura della resa al corpo perchè questo equivarrebbe alla sottomissione e al crollo. La rigidità diventa una difesa che spesso è mediata da una rabbia controllata e di cui non ha una vera padronanza. Nella formazione del carattere rigido la frustrazione del bisogno assume un ruolo centrale. Quello che viene trattenuto con la rigidità è l’impulso ad aprirsi e protendersi verso l’esterno. Ciononostante i punti di contatto sono caricati energeticamente e questo lo aiuta nella verifica della realtà che precede l’azione. Il controllo è periferico ed è ottenuto attraverso una rigidità dei muscoli lunghi del corpo: questo consente il flusso dei sentimenti ma ne limita l’auto-espressione.
L’organizzazione dell’aggressività lo porta ad essere competitivo e ambizioso e gli permette un’efficace interazione con il mondo. Anche il carattere schizoide può essere rigido ma in questo caso è una rigidità congelata, fragile come il vetro. Dato il forte sviluppo dell’io in genere il carattere rigido ha una buona consapevolezza personale e una buona padronanza di sé ma limitando le sue capacità espressive convive in lui la paura che l’intimità diventi un freno alla sua libertà.
Ogni modalità di espressione della rabbia e dell’aggressività influenza il nostro modo di stare in relazione e apre quindi, nuove possibilità di riflessione
a cura di © Nicoletta Cinotti 2021
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