Il processo energetico
La qualità del processo energetico diventa così un elemento centrale della diagnosi. Ma cosa si intende per prosesso energetico?
- Per Reich il processo energetico è espresso dal ritmo pulsatorio di contrazione ed espansione, connesso al battito cardiaco e al respiro. L’espansione si verifica in condizioni favorevoli e la contrazione in condizioni opposte. Il ritmo pulsatorio dà origine alla motilità
- Lowen, partendo dalla stessa base, afferma che il processo con il quale ci colleghiamo al mondo esterno è un processo energetico che si esprime attraverso il protendersi e il ritirarsi dal contatto relazionale oltre che attraverso i movimenti
Quindi possiamo dire che l’energia della persona si valuta in relazione ai suoi processi di attivazione psicofisica e alla qualità del suo protendere e ritirarsi dalle relazioni. Ovviamente questo apre la domanda relativa a quanto la persona possa essere consapevole dei propri processi energetici e in che modo diventa consapevole del loro svolgersi.
La consapevolezza del processo energetico
La risposta è che la consapevolezza del processo energetico è legata al movimento. Il movimento diventa così sia espressivo del sè della persona che della sua energia. Lasciamo parlare Lowen:“La consapevolezza di sé dipende dal movimento. Noi percepiamo ciò che si muove, ciò che non si muove svanisce dalla coscienza. Così ogni parte del corpo che è immobile a causa di una tensione cronica è tagliata fuori dalla percezione e l’individuo non ne è nemmeno consapevole. Il primo passo per ritrovare una consapevolezza di sé è diventare consapevole della tensione, il che si ottiene mettendo una persona in posizioni nelle quali può percepire le proprie tensioni, chiedendole anche di eseguire certi movimenti che consentono di verificare la sua coordinazione. Quando una persona ha acquistato un pò di contatto con le aree insensibili del suo corpo si trova in grado di liberare le tensioni croniche che sottostanno all’insensibilità.”(Lowen, 1965,p.104-105)
Corpo e movimento
La motilità del corpo è quindi direttamente influenzata dal livello di energia e viceversa. Quando l’energia corporea è bassa o esaurita decresce la motilità, il movimento e l’espressione. Una linea continua connette:
Energia——–Motilità——— Sensazione ———– Spontaneità ————Autoespressione
Questa sequenza opera anche al contrario, se l’espressione di un individuo è bloccata la sua spontaneità è ridotta (Lowen, 1968,p.110)
La respirazione, come dicevamo poco sopra, è un valido parametro per misurare il livello energetico di una persona. La profondità del sentire infatti è direttamente proporzionale a quella del respiro. Nella terapia bioenergetica cominciamo con la funzione del respiro perché è la via più diretta per aumentare il livello energetico. Via via che il paziente respira più profondamente, il corpo diventa più energico e l’onda respiratoria acquista slancio e si fa strada attraverso le tensioni. Il movimento acquista così una coordinazione globale che è il prerequisito perché il movimento sia associato all’emozione.
“Non si ripeterà mai abbastanza che l’espressione emotiva è una funzione del movimento unificato e coordinato. Quando un paziente sviluppa la coordinazione ottiene il controllo del proprio comportamento (…) è spontaneo perché la motilità del corpo non ha restrizioni”(Lowen, 1965,p.100)
La terapia bioenergetica utilizza movimenti espressivi per ripristinare la motilità (ossia il flusso eccitatorio di base) e il movimento dei pazienti.
Se analizziamo le diverse condizioni patologiche che disturbano il ritmo e la coordinazione del movimento espressivo possiamo iniziare a delineare criteri diagnostici globali – cioè non limitati all’analisi del carattere – che partano dal lavoro sulla consapevolezza di sé del paziente.
Partendo dal movimento e dai blocchi alla spontaneità iniziamo anche a lavorare sull’espressione emotiva e la capacità di regolazione emotiva.
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L’interruzione alla libertà del movimento
RIGIDITA’: la rigidità generale del corpo previene il flusso d’eccitazione e degli impulsi. In un corpo rigido i movimenti espressivi diventano meccanici e sono esperiti come meri esercizi fisici.
Corpi collassati con poco tono muscolare e privi di integrazione con notevoli difficoltà a eseguire i movimenti espressivi, che appaiono solo come gesti che non possono essere sostenuti o che crollano sotto stress. Flaccidità significa negazione del sentire, un arrendersi o negare che produce un collasso della muscolatura periferica
FRAMMENTAZIONE ogni parte è indipendente dal tutto ed è dovuta a profonde tensioni circolari che circondano le giunture principali e dividono il corpo in segmenti.
COMBINAZIONE dei precedenti elementi, ossia una struttura in cui alla rigidità di alcune aree si alterna il collasso di altre.
Il lavoro sulla tensione muscolare
A questo punto possiamo passare dalla diagnosi al trattamento lavorando sulla tensione muscolare cronica e riattivando così la consapevolezza di sè che è la base per la padronanza e l’espressione di sè.
Uno dei concetti bioenergetici fondamentali è che bisogna trattare ogni modello di tensione muscolare cronica a 3 livelli:
1) la sua storia o origine nelle situazioni legate alla prima o alla seconda infanzia;
2) il suo significato attuale in rapporto al carattere dell’individuo;
3) il suo effetto sul funzionamento corporeo. Solo questa visione olistica del fenomeno di tensione muscolare può produrre quei cambiamenti nella personalità che possono avere valore duraturo.(Lowen 1965,p.106)
© Nicoletta Cinotti
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