
Credo che essere intimi, provare intimità sia una benedizione. Improvvisamente la paura si scioglie e quella continua domanda che è sempre attiva dentro di noi “Sono al sicuro?”, “Sta andando tutte bene?” ci abbandona nella rassicurazione fiduciosa che l’intimità offre.
Sia l’intimità con gli altri che l’intimità con noi stessi.
Così è importante essere consapevoli di quei piccoli, grandi, nemici dell’intimità che ospitiamo nella mente.
Trattenere, aggrapparsi è un nemico dell’intimità. Più forziamo la vicinanza e più provochiamo il ritiro. All’inizio questa affermazione può sembrare controintuitiva tanto siamo abituati a costruire l’intimità che desideriamo e tanto siamo abituati ad una spinta di avidità nei confronti di questo tesoro. Ma ciò che è intimo, per essere tale, ha bisogno di nascere dalla libertà, da un movimento di protensione e non da una spinta di possesso.
Così, come nella pratica la nostra attenzione e il nostro contatto hanno bisogno di gentilezza, per portarci all’intimità con l’esperienza, nelle relazioni, sperimentiamo intimità quando permettiamo che sia la gentilezza e la libertà a costruire il legame.
Se lasciamo andare l’aggrapparsi, l’esperienza relazionale diventa immediata. Immediata significa che non c’è niente che si frappone, non c’è l’avidità né la paura a separarci. Questa immediatezza non è personale né costruita. E’ una intimità che, nella sua non costruzione rivela la virtù del vuoto in cui stare nell’esperienza. Gregory Kramer
Pratica del giorno:Protendersi
© Nicoletta Cinotti 2023
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