
Nessuno può prendere il tuo posto. Nessuno può portare nel mondo quella qualità unica di cui, ognuno di noi, è depositario.
Eppure a volte lo dimentichiamo e cerchiamo di prendere il posto di un altro. Oppure, semplicemente, non riusciamo a stare al nostro posto perché vorremmo essere altrove e andare altrove. O, più semplicemente, essere diversi. Prendiamo distanza da come siamo. Come se ci fosse possibile prendere una vacanza da noi stessi.
Non è grave: è solo segno di un vuoto di self compassion. Sentiamo che c’è qualcosa che non va e anziché accoglierlo e andargli incontro – temendo la nostra autosvalutazione – prendiamo la distanza mettendo in piedi un programma di auto-miglioramento. Nessun miglioramento è possibile se non partendo da dove siamo. Se non riconoscendo luci e ombre. Se non accogliendo, con sincerità la verità del momento presente. Hai un programma di auto-miglioramento in piedi? Hai fatto qualche promessa a te stesso per un cambiamento futuro? Inizia da qui, da dove sei adesso e circonda, questo momento, con tutta la compassione che hai a disposizione. E se inizi una trattativa con te stesso, se inizi a dirti, “Ti vorrò bene solo quando sarai diverso/a” fermati, respira e lascia uno spazio di respiro alla accettazione nei confronti di te stesso. Conta per quanti respiri puoi stare in quella sensazione: sono la misura della tua pazienza.
L’emozione della compassione nasce dal riconoscimento che l’esperienza umana è imperfetta.Kristin Neff
Pratica di mindfulness: Self compassion breathing
Poesia del giorno: La pazienza delle cose comuni
© Nicoletta Cinotti 2017 Verso un’accettazione radicale Foto di©seinervoso
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