Alexander Lowen era un uomo pratico: amava la vita all’aria aperta, i suoi animali, lo sport. Eppure nella sua lunga carriera ha scritto diversi libri, molti dei quali sono tuttora attuali malgrado il passare del tempo.
Lowen però non era un uomo programmatico: era un intuitivo che raccoglieva nei suoi libri l’esperienza diretta del suo lavoro con i pazienti.
Per questa ragione può essere abbastanza difficile mettere ordine nella sua ricca bibliografia. Ecco perchè nasce questo articolo, lungamente rimandato.
Perchè rimandato?
La lettura per me assomiglia alla degustazione di un piatto. Per quanto sia buono i pareri possono essere molti e molto vari perchè il gusto personale ha un ruolo rilevante.E, insieme al gusto personale, ha un ruolo rilevante anche la rete di conoscenza nella quale si colloca il libro che stiamo leggendo. Ci sono autori che possono essere compresi solo se inseriti in un contesto culturale fatto di molte altre opere. E di molti altri autori. Leggere Lowen come lettore inesperto è una esperienza completamente diversa che se viene letto come compendio di altre letture e approfondimenti sul tema della consapevolezza corporea. È per questo che mi sono sempre ritirata dall’idea di fare una guida ragionata alla sua opera: per evitare polemiche sui miei gusti che sono, ovviamente, molto personali.
Oggi corro questo rischio perchè continuo a ricevere molte mail di consigli.
Il primo Lowen
Lowen pubblica il suo primo libro nel 1958. È Il linguaggio del corpo, un libro che è alla base del suo approccio teorico. Nessun altro libro sarà così teorico, anche se la teoria che esprime in quel libro subirà successive e radicali modifiche, quello rimane un buon libro da cui iniziare la lettura di Lowen se si desidera avere un quadro di clinica psicodinamica. Dopo 25 anni uscirà Bioenergetica che è un naturale proseguimento del Linguaggio del corpo
Quando lo pubblica Lowen è un uomo maturo: ha 48 anni. Si è laureato in medicina da non molti anni, dopo una laurea in legge e una in educazione fisica. L’incontro con Reich – e la psicoterapia con lui – lo motiva ad arricchire il suo corso di studi con una laurea in medicina che prenderà in Svizzera. Lo accompagna la moglie Leslie. Sono anni sereni quelli europei. Al suo ritorno lo aspettano le indagini del periodo maccartista. Quelle che porteranno in carcere Reich e che metteranno Lowen di fronte ad una commissione. Dalla quale uscirà scagionato dall’accusa di comunismo. Certamente Lowen era un uomo prudente: non negherà mai la sua stretta connessione clinica con Reich ma quell’esperienza lo porta a fondare una nuova prospettiva clinica, diversa da quella reichiana: la bioenergetica.
Il suo pensiero si forma attraverso il lavoro con i pazienti. Lavoro che illustra in una serie di conferenze pubbliche. Una selezione di quelle conferenze viene raccolta in uno dei miei libri preferiti: La voce del corpo. Non è un libro direttamente scritto da Lowen. La sua edizione è curata da Luciano Marchino e seleziona proprio gli scritti di quelle conferenze che si tenevano a NY in un periodo di tempo che va dal 1962 al 1982. Se le leggiamo troveremo parti rilevanti che sono poi andate a confluire nei testi successivi. Questa è la bellezza di quel libro: è come entrare nella sezione Appunti del computer di Mr Lowen.
Fino agli anni 1980
Fino agli anni ’80 Lowen lavora alacremente. Pubblica tantissimi libri:Amore e orgasmo (1965), Il tradimento del corpo (1967); Il piacere (1970). Se Amore e orgasmo fu un insuccesso, Il Piacere. Un approccio creativo alla vita lo compensò abbondantemente. Un libro che non può mancare in una biblioteca orientata ad approfondire la bioenergetica perchè qui Lowen chiarisce un elemento di sostanziale differenza da Reich. Per Reich il piacere sessuale era lo scopo della terapia, ed era rappresentato dalla potenza orgastica. Per Lowen lo scopo della terapia è ri-acquistare il piacere di vivere. È questo che permette un approccio creativo alla propria vita e nasce da una integrazione tra ciò che pensiamo e ciò che sentiamo. Non a caso ne “Il piacere” Lowen fa una lunga digressione sulla relazione tra il corpo e i pensieri. La depressione e il corpo (1972) è un naturale approfondimento de “Il piacere”, perchè affronta il tema di come le nostre illusioni costruiscono le nostre risposte depressive. Bioenergetica (1975) riassume il lavoro sui tipi caratteriali: un aspetto che Lowen finirà per abbandonare, ripetendo più volte che la tipologia caratteriale non può spiegare la ricchezza e la complessità di una persona. Negli anni tra il 1972 e il 1974 Lowen e sua moglie Leslie scrivono il libro “Espansione ed integrazione del corpo in bioenergetica”. Raccolgono così gli esercizi di base della bioenergetica in capitoli organici ed utili. Se cercate qualche esercizio da fare quello è il libro giusto.
Nel 1980 esce Paura di vivere, in assoluto uno dei libri più belli di Lowen e uno di quelli che ho amato di più. Oggi è un libro vecchio, eppure rimane di una attualità e di una modernità sconvolgente. I suoi capitoli “L’essere e il fato”; “Paura di essere” e “Una terapia dell’essere” sono stati per me la base per l’integrazione tra mindfulness e bioenergetica. Non mi stanco mail di rileggerli. In questo libro Lowen dichiara il suo debito verso Erich Fromm. Lowen non è ricco di citazioni o di bibliografia nei suoi libri: oltre a Reich cita Jaynes, per il suo lavoro sulla mente bicamerale, e i classici Freud, Winnicott e Groddeck. Autori che oggi sono poco letti ma che hanno fatto la base della clinica contemporanea. Come dire che siamo tutti seduti sulle loro spalle.
A proposito di contemporanei
C’è uno psichiatra americano che ha lasciato un segno importante nel lavoro di Lowen: Harry Stack Sullivan. Tutto il lavoro di Sullivan sposta l’attenzione sugli aspetti relazionali. Tutta la caratterologia loweniana affronta la formazione del carattere nella logica dell’interazione con l’ambiente.
Anche se può sembrare che Lowen consideri la persona un insieme chiuso in realtà le difese sono descritte in una logica relazionale. Lowen non lo cita mai eppure, secondo me, le tracce sono evidenti. Una delle ragioni per cui Lowen non lo cita potrebbe essere la tiepidissima accoglienza dei suoi lavori nella comunità psicoanalitica americana. Il suo primo libro viene definito comportamentista e, in ogni caso, Lowen paga la diffidenza nei confronti della psicoterapia corporea del mondo psicoanalitico. Così, malgrado la sua teoria affondi le sue radici nel pensiero psico-analitico, Lowen rimarrà sempre fuori da quell’area, ospite non gradito.
L’ultimo dei caratteri: Il narcisismo
Lowen pubblica nel 1985 un libro “Il narcisismo. L’identità rinnegata”. Dichiara sinceramente che quello è il suo carattere. E scrive un bellissimo libro: semplice e ricco nello stesso tempo. Ormai è famoso e dal suo lavoro è nato un Istituto internazionale diffuso in tutto il mondo. Sono gli anni d’oro della bioenergetica all’estero
[box] Era anche il mio problema personale. Quando Reich mi suggerì di cominciare una terapia, mi sorpresi affermando spontaneamente che volevo diventare famoso. In genere non esprimevo il mio sentire in modo così aperto e sapevo che tale affermazione proveniva da un sentimento profondo[/box]
Dagli anni ’90 in poi
[box] Sono trascorsi quarant’anni da quando ho sviluppato l’Analisi bioenergetica dai concetti carattero-analitici di Reich, con l’intenzione di approfondire il lavoro analitico e di espandere le procedure corporee per rendere efficace la terapia. Ho focalizzato l’attenzione sulla respirazione, l’espressione dei sentimenti e l’abbandono sessuale all’amore come si manifesta nel riflesso dell’orgasmo. Questo programma conteneva una grande promessa e tutti noi, coinvolti nello sviluppo di questo nuovo approccio, credemmo di poter aiutare le persone a raggiunger in tal modo il pieno appagamento. Mi rattrista dover ammettere che l’analisi bioenergetica non ha esaudito tale aspettativa:come fondatore e guida mi sento responsabile di questo fallimento che è dovuto alla mia insufficiente comprensione della profondità della patologia che affligge gli esseri umani nella nostra cultura. Tale fallimento ha origine anche nella mia determinazione egotistica a ottenere risultati. Ma per me gli ultimi quarant’anni non sono trascorsi invano. Ho affrontato l’arroganza e la compulsività della mia personalità e ho imparato ad accettare la vita e a lasciarla scorrere. Ciò mi ha condotto a una comprensione del tutto nuova dei compiti terapeutici e del processo dell’analisi bioenergetica. Ho chiamato questa nuova comprensione arrendersi al corpo. Il fine dell’arrendersi è l’esperienza della gioia.[/box]
Gli anni della maturità di Lowen – gli anni del suo successo internazionale – sono gli anni in cui, più e più volte, esprime un senso di fallimento rispetto all’entusiasmo degli inizi. Ci siamo illusi che il cambiamento fosse facile: invece è il lavoro di tutta una vita. Ho sottratto il mio tempo agli affetti più cari, a mia moglie, a mio figlio. Inizia così una nuova riflessione di Lowen che si esprime in “Arrendersi al corpo” e ne “La spiritualità del corpo”. È un Lowen più intimista e più consapevole delle difficoltà sulla strada della consapevolezza. Più consapevole della necessità di una risposta a domande che trascendono la finitezza di ogni uomo. È un Lowen che ha lasciato qualsiasi incarico nell’International Institute of Bioenergetic Analisys che aveva fondato lui stesso. È il momento della riconciliazione con John Pierrakos, che era stato uno strettissimo collaboratore del Lowen degli inizi e dal quale si era allontanato proprio per la deriva spiritualista che aveva preso nel suo lavoro.
Alla fine cosa devo leggere?
Io amo i vecchi libri di Lowen: quelli pieni di entusiasmo e di intuizioni creative. Sono i libri che non mi stanco mai di rileggere. Paura di vivere, La depressione e il corpo, Bioenergetica, La voce del corpo. Questo però è il mio criterio. Se siete psicoterapeuti di altra formazione la triade classica è “Il Linguaggio del corpo”, “Bioenergetica” e “Arrendersi al corpo”. Se siete curiosi, lasciatevi tentare dalla vostra curiosità e scegliete a caso. Lowen parla alle persone con lo stesso linguaggio che si userebbe con un amico. Non è organico ma non è nemmeno teorico: troverete senz’altro qualcosa per voi.
Oppure lasciatevi ispirare da questa mini bibliografia: raccoglie quasi tutto. Non tutto perchè tutto – come dice la Szymborska – è una parola tronfia di gloria. Finge di raccogliere, includere e, invece, è solo un brandello di bufera.
© Nicoletta Cinotti 2016 Le ultime parole dell’anno sono per Al Lowen