Spesso pensiamo che l’umore e le emozioni siano la stessa cosa e fatichiamo a distinguerli. Sebbene siano strettamente legati saper distinguere tra umore ed emozioni è fondamentale. Perché? Per tre ragioni:
- L’umore tende a richiamare emozioni e ricordi congruenti. Quindi se il nostro umore è basso richiama le truppe della tristezza. Lo stesso succede al contrario: se siamo di buon umore emozioni e ricordi lo rafforzano
- Il ripetersi di emozioni e la loro frequenza tende a costruire un umore. Se siamo tristi per un lungo periodo di tempo questa emozione è in grado di condizionare l’umore e di abbassarlo. Non succede subito. Se siamo di buon umore e accade qualcosa che ci rattrista reagiamo bene. Se accadono molte cose che ci rattristano, una dopo l’altra anche l’umore si abbassa
- L’umore determina la nostra postura e la nostra postura determina l’umore. Tra umore e posizione del corpo c’è una relazione ancora più evidente che tra umore ed emozioni. Le emozioni spesso sono così transitorie e leggere che non sono immediatamente visibili. L’umore però – proprio perché ha una caratteristica di maggiore stabilità – lascia segni permanenti nella nostra postura. Così alla fine, se vogliamo cambiare umore non servono le parole, non servono tanti ragionamenti: bisogna passare dal corpo . È l’umore infatti che disegna il nostro profilo di vitalità ossia l’energia che abbiamo a disposizione.
Quindi, come primo passo di cura nei confronti di noi stessi, l’attenzione va al corpo, alle tensioni fisiche che disegnano la nostra postura e il nostro umore, alla nostra vitalità. Perché i ricordi e le emozioni che proviamo sono conseguenti a questi elementi e disegnano la nostra risposta. Non è l’oggettività dell’evento a determinarci: è la soggettività della percezione.
Quando l’attenzione è rivolta a ciò che succede all’interno, cioè alle sensazioni provate durante una attività, siamo nella modalità essere. Alexander Lowen
Pratica del giorno: Grounding e Protendersi
© Nicoletta Cinotti 2016 Foto di ©livio vivanet
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