
Quando ci rimpiccoliamo accadono strane cose. La prima, che può sembrare la più strana, è che più siamo piccoli più ci aggrappiamo a qualcuno. Come se la presenza dell’altro ci restituisse dimensione. Le stranezze però non si fermano qui: possiamo rimanere aggrappati non solo a persone che ci fanno bene ma anche a relazioni che ci fanno decisamente male.
Eppure non riusciamo a staccarci. Allora spesso iniziamo a guardare cosa potremmo fare per cambiare quella relazione dolorosa e iniziano tentativi, più o meno maldestri, per cambiare l’altro o la relazione o quello che sta succedendo nella relazione.
Non serve. Quello di cui abbiamo bisogno è di non rimpicciolirsi. Perché se ci rimpiccioliamo non potrà esserci un vero noi. Ci sarà una versione ridotta e inefficace, basata sulla nostra contrazione. Rimaniamo aggrappati l’uno all’altro perché ci siamo rimpiccioliti. Oppure perché abbiamo nutrito, con la nostra piccolezza, la crescita dell’altro. Ci mettiamo in una situazione dolorosa che potremmo evitare. Semplicemente crescendo.
Lo sapeva bene Dante che, come punizione, dette alle coppie all’Inferno quella di rimanere sempre insieme. Mentre alle coppie in Paradiso permise di essere entità separate e distinte.
In che modo il mio rimpicciolirmi mi lascia aggrappato a qualche relazione? Quali relazioni cambierebbero, se crescessi?Cosa mi impedisce di dirigere l’attenzione alla mia crescita, anziché a quella relazione che mi fa soffrire?
Pratica di mindfulness: Cullare il cuore
© Nicoletta Cinotti 2017 Verso un’accettazione radicale Foto di ©moremare off&on
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