La strada vulnerabile
Crescere significa imparare a difendersi. Abbandoniamo, con il tempo, la strada vulnerabile che abbiamo percorso nell’infanzia. La strada che ci ha permesso di crescere.
Lo facciamo perché le nostre difese prendono sempre più spazio. Le difese sono qualcosa di più dell’imparare a difendersi: sono barriere che rimangono alzate, indipendentemente dalla loro reale necessità. Sono barriere che continuiamo, giorno dopo giorno, a rinforzare attraverso il corpo e che, progressivamente, limitano la nostra mente ricostruendo sempre le stesse risposte e riattivando sempre le stesse modalità difensive.
Le difese inoltre costruiscono dei “vuoti percettivi”, si specializzano per sentire solo alcuni stimoli ed escludono tutti gli altri, riducendo lo spettro delle sensazioni provate.
Diventiamo così invasi da un flusso di pensieri ed emozioni, relative al passato e al futuro, perdendo la vividezza dell’esperienza vissuta in prima persona, nell’attimo presente della nostra vita.
La strada vulnerabile è quella che ci permette di cogliere gli spiragli che le nostre difese lasciano aperti. Sono gli spiragli delle emozioni affiliative, delle emozioni di ricerca: quando abbiamo fame di novità o fame d’affetto – in tutte le loro declinazioni – le difese lasciano aperta la porta e allora si apre lo scenario delle possibilità infinite.Vulnerabilità non significa che corriamo il rischio di venir feriti: significa che abbassiamo le nostre difese, che ci rendiamo sensibili a cogliere le novità. Poi, se queste novità ci feriscono, potremo scegliere sempre di consolarci o proteggerci ma quella è solo una delle possibili conseguenze della novità e dell’amore.
Un desiderio di amore persiste sempre ma non possiamo realizzarlo se continuiamo a nutrire la paura della perdita o del rifiuto. Alexander Lowen
Pratica del giorno: Protendersi
© Nicoletta Cinotti 2015
Foto di ©Rospex
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