Quando facciamo attenzione al nostro corpo possiamo accorgerci di come il movimento sia essenziale per percepirlo. Se stiamo fermi la percezione si riduce e, in alcuni casi, tende addirittura a scomparire, come se parti intere del corpo non esistessero.
Riprendere la consapevolezza corporea significa però entrare in contatto anche con i nostri limiti fisici e soprattutto scoprire la differenza tra il limite morbido e quello duro.
Il limite morbido è quello in cui il corpo inizia a percepire una certa intensità – che può anche essere piacevole – che amplia la qualità della percezione. sappiamo che potremmo andare oltre – correre più veloci, allungarsi di più – ma quel limite morbido ci permette una maggiore connessione con il piacere del movimento.
Il limite duro è quello in cui il corpo ha raggiunto il massimo di quello che è possibile in quel momento. È possibile che varcarlo significhi farsi male. Perchè arrivare sempre e comunque al limite duro spesso vuol dire volersi punire anziché voler sentire. Inoltre sappiamo che il limite duro fa sentire lo sforzo come esterno mentre il limite morbido come interno e intimo.
La nostra consapevolezza sta tra il limite morbido e il limite duro. Perchè queso spazio ci chiede – come in molti altri momenti della vita – di sentire senza lottare. Riesci a sentire senza lottare?
La percezione di sé o la coscienza di sé sono la consapevolezza del corpo nella sua risposta viva e spontanea. Il sé è il corpo che comprende la mente; è il corpo che reagisce indipendentemente dall’Io. Quindi io sono più cosciente di me stesso quando sono affamato, stanco, assonnato, eccitato o quando sento dolore o piacere. Sono meno cosciente di me quando il mio corpo è insensibile e senza risposte. Alexander Lowen
Pratica del giorno: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2016 Il mese della gentilezza Foto di ©JavierAndrés
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