Passare attraverso il corpo, nel cambiamento che viene portato avanti in psicoterapia, ha lo scopo di riconnetterci – anziché evitare o scindere – con il dolore che abbiamo provato.
Ristabilendo la nostra naturale capacità di sentire il dolore, riportiamo vitalità alla nostra capacità di sentire piacere, il piacere di essere vivi. Non è tornare al dolore per soffrire. È tornare al dolore per tornare a gioire perché l’averlo negato ci tiene in una sospensione che non ci permette di lasciar andare né di accettare le cose così come sono.
Lowen considera questo risveglio del corpo come “Il dolore del cambiamento”. Crescere può essere difficile ma ha il vantaggio della spinta naturale. Della forza naturale della crescita. Cambiare può essere doloroso perché richiede una spinta e una forza in più. È doloroso perché ci richiede di rimuovere quei blocchi e quelle tensioni che hanno ostacolato una crescita fisiologica. Questo lavoro non è invano: ha lo scopo di riconnetterci con l’aspetto emotivo di cui – quel blocco – è stato antagonista.
Così – riprendendo la pienezza del nostro sentire – riprendiamo il piacere di essere vivi. Un piacere che può essere presente anche in mezzo alle peggiori tempeste.
Perché siamo tristi? Che cosa provoca la nostra paura? Da dove nasce la nostra rabbia? Attribuire queste emozioni all’esperienza passata è una spiegazione storica, non dinamica. Le sensazioni derivano direttamente dalle esperienze del presente: tuttavia queste esperienze sono condizionate dal passato nella misura in cui quest’ultimo si è strutturato nel modo di essere di un individuo. In questo modo il passato diventa parte del presente. Alexander Lowen
Pratica del giorno: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2016 Mindfulness e bioenergetica Foto di © * onda *
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