
Siamo abituati alla forza delle nostre modalità di evitamento. Evitiamo il conflitto, evitiamo le tensioni, evitiamo i problemi.
Praticando facciamo una scelta diversa. Ecco perché esiste un’emozione particolare che sostiene e motiva la nostra pratica: è il coraggio.
Quel coraggio che ci sostiene non significa che dobbiamo affrontare situazioni difficili. Significa che torniamo al cuore delle cose. Coraggio e ricordo derivano entrambe da cor, cuore. Con il coraggio della pratica ci ricordiamo di tornare alla nostra vera natura.
Questa è la prima inversione rispetto alle nostre modalità di evitamento: non ci evitiamo ma andiamo incontro a noi stessi con un atto di ospitalità e amichevolezza. Non voltiamo le spalle ai nostri luoghi feriti. Non voltiamo le spalle ai nostri bisogni più autentici. Li ascoltiamo e ci predisponiamo all’ascolto rallentando e portando l’attenzione all’interno, al nostro panorama interiore.
A volte, dietro alla nostra resistenza alla pratica, non ci sono ragioni concrete: è solo paura. Paura di andare incontro a noi stessi.
La parola Pali per sforzo è viriya, che può anche essere tradotta come “cuore forte” o “cuore coraggioso”. Il coraggio non vuole qualcosa, non si aspetta alcunché. E’ semplicemente entrare nelle situazioni con apertura, determinati ad incontrare ciò che emerge con forza e integrità. Quello che sostiene un cuore coraggioso è un senso di esplorazione. Joseph Goldstein
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti 2015
https://www.nicolettacinotti.net/eventi/un-cuore-coraggioso-ritiro-di-bioenergetica-e-self-compassion/
Wow grazie! 🙂