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Argomento

La differenza tra calmare e confortare (e le conseguenze della confusione tra i due)

06/12/2023 by nicoletta cinotti

Molto spesso siamo convinti che calmare equivalga a confortare. Siamo così spaventati dall’intensità emotiva nostra e altrui che interveniamo essenzialmente perché ci sentiamo agitati prima ancora che perché stiamo male. Forse è un esito infantile, quando essere agitati veniva espresso con le lacrime. Ti calmavi e calmarti passava attraverso il conforto. Erano due facce della stessa medaglia: la cura.

Da adulti però la cosa non funziona nello stesso modo. A volte quella che chiamiamo calma è controllo, quella che chiamiamo sicurezza è repressione emotiva. La calma si veste così di distanza e, a volte, di freddezza. Ci precipitiamo a calmare quando invece dovremmo fare il movimento opposto: confortare prima di tutto. Non per mandare via quello che proviamo ma per prenderci cura di noi stessi e di quello che proviamo. Facendo così, inevitabilmente, arriva la calma, che è il segno che per quel dolore si è aperto uno spazio di accettazione. Quella calma che proviamo non è più controllo, distanza o freddezza. È la calma che proviamo quando abbiamo lasciato andare la lotta e aperto uno spazio interno di cura.

La gentilezza, il calore, la compassione sono le vitamine di base della nostra mente. Paul Gilbert

Pratica di mindfulness: Pratica di accettazione

© Nicoletta Cinotti 2023 Il programma di Mindful self-compassion

Archiviato in:mindfulness, mindfulness continuum Contrassegnato con: calmare, confortare, mindfulliving, mindfulloving, mindfulness ed emozioni, selfcompassion, paul gilbert, protocolli basati sulla mindfulness

Le persone che amiamo cambiano?

06/12/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

È innegabile il fatto che le relazioni ci cambiano. Alcune persone hanno davvero lasciato una durevole impronta nella nostra vita. Lo sappiamo, lo sentiamo. Sappiamo e sentiamo che sono stati incontri importanti che ci hanno offerto sostegno, direzione. Ci hanno aiutato a smussare degli angoli, ad ammorbidire delle asperità.

Dev’essere per questo che in molte relazioni sentimentali le persone nutrono la convinzione che l’altro cambierà. Sono perfettamente consapevoli delle difficoltà caratteriali che hanno di fronte. Delle differenze che spesso diventano conflitti ma la loro convinzione è che, grazie al loro amore, l’altro o l’altra diventerà una persona diversa.

In moltissimi casi è una convinzione destinata ad infrangersi contro la realtà. Passa il tempo e quel difetto che prima ci dava un po’ fastidio adesso ci provoca vera e propria rabbia. Non solo non è cambiato ma noi non siamo più tanto disposti a tollerarlo e, anzi, il fatto che, malgrado i nostri sforzi, sia ancora lì, con tutta la sua forza, ci sembra una provocazione diretta proprio contro di noi.

Perché non ha funzionato? Perché il nostro amore non è stato sufficiente a produrre un cambiamento? Perché certe persone ci hanno cambiato e noi non riusciamo a cambiare la persona che amiamo? Perché il cambiamento, per avvenire, ha bisogno della libertà. Se dirigiamo i nostri sforzi verso un cambiamento specifico possiamo trovare obbedienza. Un’obbedienza che, prima o poi, riporterà alle vecchie abitudini. Direzionare i nostri sforzi verso un cambiamento preciso, definito, non lo rende più probabile: alimenta solo la nostra ribellione. Una parte di noi acconsente ma un’altra parte si ribella alla volontà che lo spinge verso un risultato preciso mentre la crescita e il cambiamento si nutrono di libertà. il contadino pianta mille semi: non chiede a tutti di spuntare. Gli alberi, i fiori, producono miliardi di pollini: pochissimi germoglieranno.

Se togliamo al cambiamento la libertà lo priviamo della sua spinta naturale verso la crescita e lo rendiamo una prestazione come tante altre.

Per cambiare ci vuole la gratuità dell’amore che non ti chiede di fare esattamente quello. Ti dà solo l’esempio di quello che ama e quell’esempio, insieme alla libertà di scegliere, è ciò che ci offre una direzione verso la quale andare.

C’è un processo di cambiamento che avviene dall’interno e non richiede sforzi coscienti. E’ chiamato crescita e migliora l’essere.Non è qualcosa che si può fare: quindi non è una funzione dell’Io ma del corpo. Alexander Lowen

Pratica di Mindfulness: Cullare il cuore

© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo di Mindfulness interpersonale

Archiviato in:bioenergetica, mindfulness continuum Contrassegnato con: alexander lowen, amore, arrendersi al corpo, cambiamento, gruppo, mente, mindful, mindfulness, Nicoletta Cinotti, pratica di mindfulness, rabbia, regolazione degli affetti

La prospettiva del noi

05/12/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

Nutriamo, segretamente, alcune convinzioni sulla felicità. Sono come delle regole implicite, che abbiamo imparato chissà dove ma che hanno, la forza e la rigidità delle formule magiche: sono sempre esattamente uguali a se stesse.Limitano e contraggono la nostra mente, come sempre fanno le illusioni. Ci rendono ripetitivi e monotoni.

Una di queste convinzioni – forse una delle più forti – è che la nostra felicità dipenda dalla felicità degli altri. Dal benessere, dalla gioia delle persone che amiamo. Che se loro non sono felici noi dobbiamo stare come bambini, in castigo. Perchè non sarebbe giusto provare attimi, spiragli, lampi di felicità, in condizioni diverse. E rafforziamo così l’idea che la ricerca della felicità possa essere un atto egoistico.

Così iniziamo a fare di tutto per rendere felici le persone che amiamo. Sacrifichiamo tempo, energia, sogni, per questo progetto. Che non funziona. Allora raddoppiamo gli sforzi e non funziona lo stesso. Alla fine le persone che amiamo diventano dei piccoli persecutori del nostro sogno di felicità e così – qua e là – li puniamo anche un po’ perchè la loro infelicità ci rende infelici, in una ragnatela di senso di colpa e riparazione.

Lasciamo lasciar andare questa convinzione. Lasciamo gli altri liberi di cercare la propria felicità e prendiamoci la responsabilità della nostra personale felicità. Non è semplice coltivare semi di felicità. Non è facile essere responsabili della propria vita. Basta questa responsabilità.

L’impegno che possiamo avere – nei confronti di tutte le persone – è quello di non fare danno. Di non ferire. Di non agire egoisticamente ma di partire dalla prospettiva inclusiva, la prospettiva del noi. Non possiamo però pretendere che il risultato sia la loro felicità. Sarebbe già tanto se fosse la nostra.

Dentro di noi c’e un bambino che era innocente e libero e che sapeva che il dono della vita è il dono della felicità. Alexander Lowen

Pratica di mindfulness: Gioia e gratitudine

© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo di Mindfulness Interpersonale

Archiviato in:bioenergetica, mindfulness continuum Contrassegnato con: alexander lowen, benessere, bioenergetica, felicità, lasciar andare, meditazione, mindfulness, Nicoletta Cinotti, pratica di mindfulness

Abbiamo l’età per essere liberi e libere

04/12/2023 by nicoletta cinotti Lascia un commento

A volte mi ritrovo a fare – mentalmente – un elenco delle cose che devo fare. Sotto questo elenco c’è l’idea che appena avrò finito queste cose sarò libera. Una specie di effetto compiti a casa: appena hai finito i compiti puoi andare a giocare.

In realtà non  è proprio così: se seguiamo questa spinta avremo sempre compiti da fare. perché non ce li diamo noi ma la nostra mente che è una maestra piuttosto esigente. Invece abbiamo bisogno di ribaltare il ragionamento. Non è prima fare e poi essere. Non è prima il dovere e poi il piacere.

È essere mentre facciamo. Provare piacere in quello che stiamo facendo. Per quello che stiamo facendo. Per la cura che mettiamo nell’essere presenti e nel fare ciò che facciamo.

Il piacere non viene dopo. Se non è dentro ciò che facciamo il piacere non verrà mai: sarà sempre l’ultima cosa della nostra lista. E noi saremo sempre sommersi dalle cose da fare e da un dovere a cui ubbidiamo come bambini anche se, ormai, abbiamo l’età per essere liberi.

Se abbiamo paura di essere, di vivere, possiamo mascherare questa paura intensificando il nostro fare. Più siamo occupati, meno tempo abbiamo disponibile per sentire, essere, vivere. Alexander Lowen

Pratica di mindfulness: Essere vivi ora

© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBSR in very early bird

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Scriviamo la pace

03/12/2023 by nicoletta cinotti

Sempre più famiglie italiane o straniere devono sostenere importanti spese per la scolarizzazione dei propri figli: materiali scolastici, buoni mensa, trasporto, attività formative, sportive e ludiche di sostegno e inclusione sociale.

Crediamo che la pace vada coltivata attraverso l’impegno a nutrire parole e pensieri di pace, promuovere una cultura del rispetto, della dignità e valore di ogni persona.

Così quest’anno ci sembra importante sostenere il futuro dei bambini e dei ragazzi nello studio, offrire strumenti ad una scuola alla quale viene chiesto sempre di più e dato sempre meno risorse.

Puoi sostenere il Progetto “Scriviamo la pace” con una donazione alla Caritas diocesana. Io ti accompagnerò per due settimane, dall’11 al 22 Dicembre con una pratica quotidiana dal lunedì al venerdì che sostenga la possibilità di Scrivere la pace nel Cuore. Ci vedremo alle 8 su Zoom

Meeting ID 824 7396 1147 Passcode 052197. L’accesso non è vincolato al sostegno economico dato al progetto ma si chiede di entrare con il proprio nome e non con il modello del proprio apparecchio. Per farlo basta scrivere il nome sul proprio account Zoom. Le offerte vanno inviate direttamente alla caristas diocesana: ti ringrazio per quello che farai, partecipare al progetto è già il segno del tuo impegno.

L’ufficio della Caritas Diocesana – P.za N.S. dell’Orto 7 Chiavari
aperto il martedì e giovedì ore 9-12
➢ Sul c/c bancario intestato DIOCESI DI CHIAVARI – Caritas Diocesana
Iban IT 02 Z 05034 31950 000000102862

 

Archiviato in:Addomesticare pensieri selvatici, mindfulness

Avvisaglie di tempesta

03/12/2023 by nicoletta cinotti

Il barometro è sceso tutto il giorno
e io, sapendo meglio dello strumento
quali venti ci calpestano, quale
turbolenza percorre grigia la regione,
abbandono il libro sulla poltrona,
vado da finestra a finestra chiusa,
guardando i rami tesi contro il cielo.

E ripenso, come faccio spesso se l’aria
scende a un silenzioso nucleo di attesa,
alla meta precisa con cui il tempo
per le segrete correnti dell’indistinto
ha viaggiato in questo regno polare.
Il clima fuori e il clima dentro il cuore
giungono incuranti delle predizioni.

Tra il prevedere e il prevenire il mutamento
sta la supremazia degli elementi
che nessun barometro può alterare.
Avere tempo non è controllarlo,
né possono i cocci di uno strumento
fermare il vento. Il vento si alzerà,
noi possiamo solo chiudere le persiane.

Tiro le tende mentre annera il cielo
e accendo candele protette dal vetro
contro il soffiare dalla serratura,
il continuo pianto attraverso il foro aperto.
Questa è l’unica difesa contro il tempo;
queste le cose che abbiamo imparato
noi che viviamo in zone tormentate.

Adrienne Rich in “Cartografie del silenzio, Crocetti Editore A cura di Maria Luisa Vezzali. Introduzione, cronologia e note di Massimo Bacigalupo

Archiviato in:mindfulness, poesia del giorno

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