Spesso immaginiamo di dover o voler percorrere una strada per ottenere qualcosa: una soluzione, un cambiamento oppure un risultato. Una strategia insomma.
Fin qui non c’è nulla di strano.
La cosa strana arriva quando, malgrado la nostra strategia, non otteniamo ciò che vogliamo. In quel momento, anziché cambiare strategia, raddoppiamo gli sforzi.
Come se fosse impensabile l’idea che sia la strategia a non funzionare. Mettiamo in relazione la mancanza del risultato sperato con il nostro impegno insufficiente. Questo dà un’idea della fiducia che riponiamo nei nostri pensieri. Solo così si spiega la nostra riluttanza ad abbandonare una strategia che non funziona.
Se una strategia non funziona è inutile rimuginarci sopra: bisogna cambiarla.
Questa rigidità di pensiero è lo specchio della nostra insicurezza e della tensione del nostro corpo. Se il pensiero è rigidamente attaccato ad un’unica strada e non riusciamo a vedere alternative, non cerchiamo nella mente: troveremo solo conferme delle nostre idee. Vagheremo a lungo per rimanere nello stesso posto.
Rendiamo più flessibile il corpo e ci verranno in mente idee nuove.
I miei pensieri possono vagare: i miei piedi stanno sulla terra. Alexander Lowen
Pratica del giorno: Mindful bioenergetics
© Bioenergetica e Mindfulness Nicoletta Cinotti 2015
foto di ©Não me basto.
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