Cerchiamo stimoli che ci attivino, altri che ci calmino. Ci rifugiamo nella sicurezza della neutralità e poi ci annoiamo delle ripetitività.
Invidiamo il nostro vicino di casa, il nostro amico, il nostro collega, perché la loro vita ci appare come migliore, più ricca o stimolante.
Eppure qualcosa di speciale sta già avvenendo: è la nostra vita, che scorre, mentre noi siamo impegnati in miriadi di attività e pensieri.Non ha bisogno di essere migliorata. Ha solo bisogno di essere esplorata e conosciuta in tutta la sua ricchezza e complessità. Così – anche nelle situazioni più impensabili – l’esplorarla trasforma quell’esperienza che avevamo etichettato come “negativa”in un momento di bellezza assoluta. La grazia è quello che proviamo quando non permettiamo che la mente ci trascini via dai dettagli del momento presente. In quel momento la bellezza della nostra vita – la sua preziosa unicità – ci salva.
Come si fa? Precisamente, prendendoci un momento per cambiare direzione, per tirarci fuori dal fiume del pensiero e sederci sulla sponda e riposarci per un po’ nelle cose così come sono, al di sotto dei pensieri o, per dirla con le parole di Soen Sa Nim “prima del pensiero. Questo significa stare per un momento con ciò che è e fidarci di quello che di più profondo e di migliore c’è in noi stessi, anche se per la mente pensante questo non ha nessun senso. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness:Meditazione del lago
Questo post è un estratto del mio libro, di prossima pubblicazione, Destinazione Mindfulness: 56 giorni per la felicità. Presto on line su Amazon!
© Nicoletta Cinotti 2015
Foto di ©gramulin
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