
Pochi giorni fa in campagna c’era il lieve volteggiare dei pappi del pioppo. Una spuma soffice che portava i semi del pioppo lontano, come fossero su un aquilone. Erano tantissimi, e l’aria era bianca come durante una nevicata.
Mi sorprende sempre la generosità dei semi. Ogni anno vengono lasciati andare tantissimi semi perché pochissimi andranno a germogliare. Questa generosità di impegno è la migliore risposta alla difficoltà del compito della riproduzione. Come se gli alberi mettessero in conto che di tanti fiori non tutti diventeranno frutti e di tanti semi pochissimi diventeranno piante.
Questa generosità mi colpisce a fronte del nostro andare proprio nella direzione opposta. Cercare di fare pochi semi e di metterli tutti a dimora. Un seme che non germoglia, per noi umani, è un fallimento. Forse per un albero è normale. E di tanti semi non si preoccupa di quale vincerà la corsa della riproduzione.
Questo desiderio di fare sempre centro è diventata la nostra perdizione. Valgono solo i risultati e i semi, quelli che spargiamo, ogni giorno nella nostra vita, non hanno senso se non arrivano a fare frutto.
Non credo sia così: i semi che spargiamo valgono almeno tanto quanto il raccolto e forse anche di più. Perché quei semi parlano del nostro impegno e della nostra speranza. Sono le nostre intenzioni: parlano della nostra generosa presenza nel mondo.
Per poter espandere la nostra compassione è necessario creare le giuste condizioni e le buone intenzioni sono come semi. Sono necessarie e spesso sono il punto di partenza. Contengono un potenziale che – da solo – non è sufficiente. Ha bisogno di alcune condizioni: fare pausa, rallentare, essere in contatto con la comune umanità, accettarsi e mantenere un senso dei limiti: queste sono le giuste condizioni. Grass Karl
Pratica di mindfulness: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2015
Foto di ©iLMeteo
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