Quando ci fermiamo per ascoltarci può diventare più facile sentire il sorgere delle nostre reazioni. Reazioni ripetitive che ci agitano e ci allontanano proprio dalla calma che stiamo cercando. Se non incontriamo saggiamente questa irrequietezza ci ritroviamo ben presto in uno stato di febbrile quanto inconsapevole attività. E il nostro spazio di consapevolezza diventa irrequieto e agitato come una lotta.
Perché la consapevolezza da sola non basta. A volte può addirittura diventare una irrequieta consapevolezza se non sappiamo lasciar andare. Abbiamo bisogno di qualcosa che ci aiuti ad approfondirla e soprattutto che ci aiuti a rimanere radicati nel turbine delle sensazioni che la consapevolezza fa emergere. Per questo, per essere davvero consapevoli, abbiamo bisogno di rilassare il corpo e la mente.
Rilassare però ha un significato specifico in questo caso: significa la quiete che viene dall’accettazione e la quiete che incontriamo quando non attiviamo reazioni. Per farlo è necessario portare la consapevolezza a quelle parti del corpo dove tende ad accumularsi la tensione. Semplicemente prendere atto della tensione, respirare insieme a quella tensione, riconoscendo la sua esistenza, senza iniziare a lottare contro quella tensione. Una lotta che attiverebbe altra tensione ancora.
Non è quindi il rilassare che nasce dallo sciogliere ma il rilassare che nasce dall’accogliere e dal cedere. Diventando consapevoli del corpo ci diamo il permesso di cedere, di lasciar andare e di non aggrapparci alla reattività a cui siamo abituati. Riconosciamo la tensione ma non la combattiamo. Non c’è nessun altra pratica che questo lasciar andare che calma il corpo e la mente: insieme.
Il corpo e la mente si muovono insieme; non sono due entità distinte. Il corpo si rilassa e la mente si calma. La mente si calma e il corpo si rilassa. Gregory Kramer
Pratica del giorno: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi
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