
Qualche tempo fa, camminando per Camogli, ho visto una giovane donna che spingeva faticosamente un passeggino. Camogli, si sa, è piena di scale, salite, discese. Poco adatto ai passeggini: molto adatto ai bambini.
La fatica che faceva però mi sembrava inconsueta. Sorpassandola mi sono accorta che aveva il freno del passeggino tirato. Le ruote quindi facevano attrito sul freno, rendendo la salita davvero faticosa.
Pensando che non se ne fosse accorta le ho fatto notare che c’era il freno alle ruote. Lei mi ha guardato, con quello sguardo misto di imbarazzo, timidezza e fatica che hanno le giovani mamme (quando non sono superdonne) e mi ha risposto “Lo so, lo lascio inserito per ché non si sa mai…se perdessi il controllo del passeggino sono sicura che non scivolerebbe via!”
Francamente avrei voluto dirle che la probabilità di quell’evento non giustificava la fatica che stava facendo. Che l’ipotesi che perdesse il controllo del passeggino, dimenticandosi di inserire il freno, era un rischio trascurabile. Che facendo così, alla fine, avrebbe bruciato i freni rendendoli inservibili proprio nel momento in cui sarebbero serviti. Avrei voluto dirle tante cose. Forse le avrei offerto volentieri un caffè e avrei ascoltato volentieri perché aveva tanta paura. Invece ci siamo guardate per un attimo, sorprese entrambe. Non faccio parte della categoria superdonne, quelle che tirano dritte pensando che tutto il resto del mondo sia fatto di “sfigati”. Abbiamo fatto ancora due passi insieme e poi ci siamo salutate. Soddisfatte di quella silenziosa solidarietà.
Non ero solidale perché anch’io avrei tenuto il freno del passeggino tirato. Ero solidale perché ogni giorno, anch’io, mi ricordo di non tirare il freno, in maniera preventiva, per pericoli che non sono mai accaduti e che, molto probabilmente non accadranno mai. Eravamo solidali perché il freno è un ottimo strumento: da usarsi solo in qualche occasioni. Non sempre.
Eravamo solidali perché, dentro ciascuno di noi, c’è una parte che tira il freno e ci rende più piccoli di quello che siamo. Non si può fare discorsi diretti a quella parte. Bisogna solo ricordarle che lasciar andare non comporta un disastro. Comporta l’apertura alla nostra libertà espressiva. Comporta il rischio squisito di essere vivi.
“La vita è una serie di cambiamenti spontanei e naturali. Non cercare di resistere a questi cambiamenti. Resistere crea solo dolore. Lascia che la realtà sia la realtà e che le cose prendano il loro corso naturale.” –Lao-Tzu
Pratica di mindfulness: Lasciar andare (Meditazione live)
© Nicoletta Cinotti 2017
Questa settimana sarò in ritiro. Questa è la ri-edizione di uno dei post migliori del 2017
Lascia un commento