
Ho sempre pensato che la speranza fosse un’emozione che ti permette di fare un passo avanti, anche se hai paura. In realtà ho capito che è un modo di pensare, un processo di pensiero che si può imparare.
Uno degli elementi collegati alla speranza è la determinazione. Se pensiamo che tutto debba essere facile, o veloce, possiamo trovarci molto rapidamente senza speranza, perché la realtà la contraddice.
Quello che coltiva la speranza è la comprensione che raggiungere un obiettivo importante richiede tempo e, nel percorso, può darsi che non ci divertiremo affatto.
La speranza è un pensiero flessibile, che mantiene la rotta, indipendentemente dai risultati, che non ha fretta di mettere la parola fine. La speranza tiene conto dell’inevitabilità del cambiamento, rimane realistica anche quando la strada sembra lunga.
Ci aiuta a fare piccoli passi e a gustarli perché acquistano significato in previsione. La speranza è grata e allegra ma non magica. Sa che senza impegno non arriva nulla e che lo sforzo non è l’impegno ma il desiderio di ottenere sempre quello che si vuole.
Alla fine la speranza mi sta simpatica anche se so che può farmi cadere nella depressione perché è facile trasformarla in un pensiero magico.
La speranza non è avere la certezza di cambiare proprio un aspetto specifico della nostra vita. La speranza è sapere che il cambiamento è possibile e che possiamo fare qualcosa perché si realizzi.
Abbiamo bisogno di resistenza, speranza e di un atteggiamento che possa farci superare il dubbio e la paura. Abbiamo bisogno di credere che possiamo cambiare le cose. Se vogliamo vivere e amare in modo incondizionato. (Brenè Brown)
Pratica di mindfulness: Be water
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