In bioenergetica si parla spesso del radicamento a terra, dell’essere in grado di stare nella realtà con presenza, momento per momento. Troppo spesso però si limita questa condizione ad un fatto semplicemente corporeo: essere radicati equivale all’avere i piedi per terra. Equivale ad essere fisicamente solidi. Equivale ad avere un buon equilibrio fisico.
Questa però è una visione limitata di ciò che significa grounding e di ciò che significa radicamento. Il radicamento è la capacità di essere interamente presenti all’esperienza del momento presente. Significa non avere un’attenzione divisa ma sperimentare presenza in ciò che accade. In questo senso la prima componente del grounding è la consapevolezza, la seconda è l’attenzione, la terza è la flessibilità perché il nostro radicamento non può che essere pronto al mutare delle condizioni esterne. Altrimenti diventa rigidità: fisica e mentale.
Se siamo come uno scoglio in mezzo al mare non siamo grounded: siamo rigidi. Se rimaniamo fermi nella nostra posizione anche mutando le condizioni esterne non siamo radicati: siamo aggrappati alle nostre posizioni.
Le radici sono vitali e in continuo movimento in una pianta, in continua relazione tra l’ambiente e la struttura. È per questo che è difficile essere grounded, perché la vita è un evento in continuo cambiamento e il grounding non è uno stato che può essere raggiunto una volta per tutte ma un processo continuo. Il grounding è, prima di tutto, dialogo.
il contenimento naturale e funzionale (del grounding) non dovrebbe essere confuso con la contrazione, la possessività e l’attaccamento spastico. Stanley Keleman
Pratica del giorno: Grounding
© Nicoletta Cinotti 2016 Mindfulness e bioenergetica Foto di ©…my point of view
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