Spesso nella pratica di mindfulness o nella classe di bioenergetica uso la parola osservare. Ha un significato definito che non è il semplice vedere le immagini di fronte a noi.
Osservare, in questi contesti, significa portare la pratica al cuore, coltivare uno sguardo interiore; significa ricevere ogni momento in modo nuovo. Non c’è nulla di meccanico nell’osservare perché per guardare veramente abbiamo bisogno di un’attenzione piena e affettuosa, nutrita di curiosità e accoglienza.
Così osservare l’esperienza nel presente, mentre avviene, significa nutrire il corpo e il respiro attraverso un’attenzione fine e costante durante tutto lo scorrere delle sensazioni: quando iniziano, permangono, svaniscono. Spesso, il momento in cui svaniscono, è quello in cui perdiamo l’attenzione perché non siamo abituati ad una precisione sottile ma se rimaniamo in questa osservazione possiamo comprendere anche elementi come il ritmo e l’intensità.
Quando questo sguardo interiore è ben coltivato possiamo mantenerlo anche nel guardare il mondo esterno e scoprire che anche vedere è un’azione continuamente nuova, e le cose appariranno al posto delle fotografie che usiamo di solito.
All’inizio ci sembrerà di osservare un mondo solido e massiccio, con poche sfumature, poi si aprirà gradualmente un mondo nuovo, ricco di diverse tonalità. Così ogni “immagine” diventerà un’opera d’arte.
[inlinetweet prefix=”null” tweeter=”” suffix=”null”]La nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata. [/inlinetweet]Zygmunt Baumann
Pratica di mindfulness: La pratica informale
© Mindfulness e Bioenergetica Nicoletta Cinotti 2015
Foto di ©NudaVeritas
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