
Tre bambini e un asciugamano da mare. L’asciugamano è un grande telo che avrebbe spazio per tutti e tre. Ma lo spazio non è un concetto geometrico. Lo spazio è un concetto affettivo che diventa geometrico solo sui banchi di scuola.
Così li vedo provare le varie soluzioni, nessuna adeguata alle esigenze di tutti. Qualsiasi combinazione sembrava inadatta. Alla fine ho capito perché. La bambina di mezzo voleva stare accanto alla sorella grande ma la sorella grande non la voleva. Così semplicemente. Con la semplice crudeltà che hanno, a volte, i bambini. E la grande crudeltà che hanno, a volte gli adulti, testimoni non partecipi. Una soluzione impossibile da trovare. Magari avevano litigato poco prima; magari la sorellina di mezzo era stata antipatica. Magari era così, solo un capriccio. Ma vederli lottare per l’asciugamano, vederli litigare perché una era rifiutata dagli altri due, vedere quella difficile ricerca della pace, mi ha commosso.
Commozione interna, le lacrime di tutte le volte in cui ho cercato uno spazio non geometrico ma affettivo. Le lacrime di tutte le persone che ho visto lottare per il proprio spazio. La forza di rivendicare il diritto alla propria terra, al proprio nido, alla propria casa. Sapendo che quello spazio non è un luogo fisico, non è una terra a cui approdare. È il bisogno di sentire riconosciuto il proprio diritto ad esistere nello spazio del cuore dell’altro.
Da parte nostra ci riserviamo uno spazio insufficiente per essere veramente noi stessi, senza sentirci costretti a correre costantemente facendo le cose più svariate. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2022 Il programma di Mindful Self-compassion
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