
C’è un momento importante nella crescita di ognuno di noi ed è il momento in cui abbiamo imparato a giocare da soli. Non è stato festeggiato e forse non lo ricordiamo nemmeno ma in quel momento sapevamo che potevamo esistere anche senza un’altra persona. Sapevamo che eravamo amati anche se non c’era, in quel momento, qualcuno che ce lo ricordava.
Imparare a farsi compagnia è strettamente legato alla immaginazione: non riusciamo a stare soli se non abbiamo immaginazione. Che può essere l’ipotesi di cosa staranno facendo gli altri, oppure il piacere che si nasconde dentro il gioco che stiamo facendo.
L’immaginazione è il nutrimento per la creatività e per la libertà espressiva. È un patrimonio che nasce nell’infanzia e che coltiviamo – o almeno possiamo farlo – per tutta la nostra vita adulta. Nutre le nostre motivazioni e ci spinge a mettere a punto nuovi progetti. Permette di andare oltre il consueto nel nostro lavoro e nella nostra vita.
Per quanto sia un ingrediente spesso sottovalutato è fondamentale per provare piacere. Ed è legato alla capacità di stare da soli. Senza l’esperienza della solitudine l’immaginazione non si sviluppa. Senza una adeguata quantità di solitudine rimaniamo troppo dipendenti dagli altri e troppo poco capaci di comprendere che cosa vogliamo davvero e quali sono i nostri desideri.
L’immaginazione trae la sua energia dal confronto con i nostri desideri e dal dialogo con la realtà. Se la fantasia può alimentare le nostre paure, l’immaginazione ci permette un confronto diretto con la realtà e ci aiuta a dare una direzione al nostro impegno
È una qualità che ha solo un nemico naturale: il controllo. Più costruiamo una struttura di controllo più l’immaginazione viene attutita e, molto spesso, velata di paura. Così, anziché essere piena di piacere e giocosità, diventa una specie di paranoia su quello che potrebbe succedere. Se siamo pieni di piccole paure possiamo stare certi che avremmo semplicemente bisogno di rieducarci alla possibilità di perdere il controllo, di giocare, di provare piacere. Perchè una vita senza immaginazione non è una vita sicura: è una vita congelata.
L’immaginazione confronta il desiderio direttamente, in tutta la sua scomodità e intensità, approfondendo il rapporto con il mondo in cui viviamo. Se la fantasia e la realtà sono forze opposte, l’immaginazione e la realtà non sono in opposizione: l’immaginazione va verso la realtà le dà forma e la chiama. Norman Fischer
Pratica di mindfulness: Svegliare il corpo con la classe del mattino (File video)
© Nicoletta Cinotti 2018 Amore e passione tra mindfulness e bioenergetica
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